Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Fotovoltaico? No grazie!

C’è un pullulare di demoni mendaci che spingono,  quello che ne rimane del genere umano, a compiere azioni che, financo uno scimunito, riconosce inutili, costose e dannose per l’ambiente.

Giustoappunto oggi parliamo di fotovoltaico! Così, per iniziare bene  l’anno.

Energie alternative: il business di questi tempi. Come le mosche che svolazzano sugli escrementi  orde di papponi infoiati  si gettano all’assalto del mondo agricolo che giace a terra esanime, agonizzante ed abbandonato da tutti.

I papponi, o “culi pallidi”,  propongono di “seminare” ferraglie munite di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli anche di prima e seconda classe, quelli migliori per capirci. Acciocchè codesta malsana idea si avveri e si mostri in tutta la sua immonda natura (proviamo ad immaginare quanto brutta sia la nostra campagna con ‘sta ferraglia) prospettano al bifolco (non siamo più, ni contadini, ni imprenditori agricoli perchè ci siamo, come un tempo, inginocchiati al potere) guadagni strepitosi, altro che coltivare!

Ebbene, cari miei fedeli lettori, ciò mi fa pena!

Mi fa pena vedere come un mondo (quello agricolo) sia considerato un qualcosa da annienare: dove non è arrivato il cemento arriva il pannello!)

Guadagni? Ma va la! Come al solito guadagnano le banche, gli affaristi, i mariuoli, chi vende gli impianti e chi gestisce la corrente. Perchè, la corrente, non rimane un bene per il territorio, che diventa indipendente da terzi, ma viene immessa nei circuiti di propietà dei soliti e rivenduta.

E alle generazioni future rimarranno montagne di ammassi ferrosi da smaltire e terreni infecondi, saturi di tutto ciò (metalli pesanti) che il “mostro fotovoltaico”  perde nella sua carriera.

Ma non bastava spegnere qualche lampadina per risparmiare sulle bollette?

Ma non bastavano i tetti delle case, dei capannoni e le aree marginali? Proprio il “ventre di madre natura” bisogna distruggere?

E tutti i santificatori, osannatori, salvatori di Madre Terra o Terra Madre dove sono?  Dicono che quest’anno è l’anno delle biodiversità.

Ma de che? ( By Corsaro)

6 Commenti »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


6 Risposte a “Fotovoltaico? No grazie!”

  1. 1

    illuminati dice:

    gli escrementi…che poeta…
    ma nemmeno il fotovoltico ti piace? preferisci stare al buio, sottto le stelle della tua (inesistente) campagna?
    Sono solo aree suburbane che piano piano vengono messe a disposizione dello sviloppo cittadino. lascia che si coltivi dove ci sono le dimensioni per farlo e soprattutto dove ci sono i contadini con le zappe, non tuoi amici supermeccanizzati ed arricchiti.
    questo è troppo!

  2. 2

    Corsaro dice:

    Ma guarda un pò! manco a farlo apposta si parla di scimuniti e, come per magia, appaiono.
    Illuminati? Oscurantisti direi, visto che per voi, canaglie mendaci, tenere nel buio la mente delle persone è affare assai conveniente.
    Coltivare dove ci sono le dimensioni…PER DISERBARE CON GLI ELICOTTERI, PEONES CON LE ZAPPE ED I BIMBI APPESI AL COLLO, COMPRESI?

  3. 3

    marzia dice:

    fotovoltaico sui tetti dei capannoni, sulle superfici già occupate, non nei terreni!!!
    in italia siamo specialisti per tirar fuori il peggio anche dalle belle cose, come potrebbe essere l’energia pulita

  4. 4

    anonimo dice:

    Il fotovoltaico è una opportunità di integrazione al reddito in campagna.

  5. 5

    marzia dice:

    integrazione, certo. non reddito primario!
    coprimi le stalle, coprimi i capannoni, le serre, quel che è. ma, ripeto, non i terreni che potrebbero essere pascoli, campi

  6. 6

    Corsaro dice:

    Certo che lo è! Come lo potrebbe essere per qualsiasi cittadino che volesse farsi un impianto per autoconsumo.
    Mai detto il contrario.

    Qui il fatto è un’altro: si dimentica (apposta) che il reddito principale per un agricolo è DAL LAVORO DEI CAMPI E ALLEVAMENTO.
    Si dimentica (apposta) che dal terreno arriva il nostro cibo quotidiano.

    Si produce corrente che poi si ricompra. E’ assurdo, come il allevassi le mie oche, le rivendessi al pappone, per poi ricomprarle e fare le mie produzioni. Che senso ha? Meglio lavorare a ciclo chiuso, filiera corta.
    Energia autoprodotta per il proprio consumo e, al massimo, per un discorso di autosufficenza della propria comunità.
    Il resto e fuffa!

Lascia un commento




Il tuo commento:

Segnala questa notizia su ZicZac!