Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Sono un contestatore ma so anche proporre!

Savigliano, 29 settembre 2008                           

                                                                           Spett.le

ASPROAVIC  Piemonte TORINO

                                                                      e p.c. All’assessore Agricoltura

                                                                                Mino Taricco 

 

Premesso che

L’assessore Mino Taricco ha indetto una riunione straordinaria di tutti gli stati generali della zootecnia piemontese per il 15/10/08 al MIAC di Cuneo. L’A.T. A. nella persona di Bresciano Edoardo referente per la provincia di Cuneo e suo referente responsabile nell’ ASPROAVIC espone la seguente relazione all’attenzione del consiglio interno della suddetta associazione, di cui vicepresidente, nell’obbiettivo di formulare un preciso quadro della situazione e di conseguenza le linee guida che, si pensa, possono essere utili per il proficuo futuro del nostro lavoro.

 

PROGETTO RECUPERO SISTEMI ED ALLEVAMENTI DI BASSA CORTE

Negli ultimi anni, vicino al florido prosperare degli allevamenti industriali di grandi dimensioni hanno  resistito, ed in un certo senso sono cresciuti,  i cosiddetti  allevamenti minori, o meglio definiti, di bassa corte.

Questo anche grazie ad una nuova cultura del gusto sviluppata sempre più nel consumatore che si è fatto consapevole e ricerca alimenti sani e naturali riuscendo meglio  a identificarli  se legati alla figura del contadino e della sua cascina.

Le nuove tendenze che vedono il crescere continuo di situazioni di vendita diretta, tipo  Farmer Market,  vogliono sempre più un contadino in prima linea, capace di gestire ad hoc la sua immagine,  le sue produzioni ed il rapporto (fidelizzazione) con la clientela.

Gli animali di bassa corte, un tempo non lontano, contribuirono non poco al bilancio dell’azienda agricola. In modo particolare le donne rurali di un tempo, gestendo piccoli allevamenti di polli, conigli, oche, tacchini potevano contare su piccole entrate di denaro contante. Denaro che rimaneva loro, per le spese che differentemente senza quelle entrate,  vuoi per i tempi grami, vuoi per la dominanza dell’uomo negli affari aziendali,  rimanevano solo un sogno.

Oggi, nonostante le forti difficoltà di mercato che attanagliano l’agricoltura, pensiamo che una agricoltura strettamente legata alla figura del contadino, coltivatore diretto dei suoi fondi, allevatore di animali nati e cresciuti in azienda,  nutriti con prodotti aziendali possa ancora dire la sua. Possa presentarsi sul mercato con la forza della sua semplicità.  Certamente rinnovata nella forma, adeguata ai tempi ed alle leggi in vigore, ma originale nella sostanza.

Consideriamo anche che sia di fondamentale importanza l’interagire tra aziende, che abbiano le sopracitate caratteristiche, ai fini di organizzarsi in nuove, e perché no, anche originali forme di commercio collettivo. Nello specifico riunire in un punto vendita  (posizionato in azienda o altri punti strategici)  il lavoro di più contadini ai fini di meglio affrontare le innumerevoli spese previste.

Riassumiamo nei punti a venire le nostre richieste:

                                                       

1)    Promuovere con appositi contributi il processo di identificazione e riconoscimento di una denominazione comune per le aziende che si impegnano, con il rispetto di un preciso e rigido  disciplinare,  al recupero e valorizzazione degli antichi sistemi di allevamento detto semplicemente “allevamento di bassa corte”. Questo al fine che la tale possibilità  possa rimanere a vantaggio di chi  si è prodigato per la sua realizzazione e di conseguenza rimanga anche depositario e proprietario di marchio e logo.

 

2)   Formare una corsia preferenziale per lo studio e realizzazione dei macelli avicunicoli aziendali a capacità limitata, semplificando quello che si dice sulla carta ma, di fatto, non è tenuto in considerazione, per tanti motivi,  dalle autorità competenti. Considerando che la capacità limitata non significa quantità industriali per cui dimensioni, cubature ed accessori vari vanno richiesti nella giusta misura. A maggior ragione se l’impianto vuole essere posizionato recuperando strutture della cascina che, ricordiamo nell’occasione, rappresentano un patrimonio architettonico che ci invidia tutto il mondo.

 

 

 

 

3)   Promuovere con appositi interventi e contributi la cooperazione tra aziende per la realizzazione di macelli comuni, strutture ricettive atte alla promozione, divulgazione dei lavori del contadino (didattica), spacci aziendali, e tutte quelle formule che abbiano come scopo l’abbattimento dell’investimento iniziale  ed un equilibrato ammortamento dello stesso sfruttando il gioco di squadra.

 

4)   Promuovere con appositi contributi, associati alla collaborazione con enti ufficiali, la ricerca, il recupero e la divulgazione di razze avicunicole estinte ed in via di estinzione che rimangono la base, la materia prima per tutto il lavoro sopracitato.

 

5)   Promuovere con appositi contributi il recupero, la realizzazione delle adeguate strutture e ricovero animali che abbiano le caratteristiche indicate nel disciplinare di “antichi sistemi di allevamento di bassa corte”.

 

6)   Promuovere con appositi contributi la realizzazione di siti internet, blog, forum in versione multilingua e qualsiasi altra formula che si ritiene valida per il lancio e la propaganda su internet di questa iniziativa. Internet, nuova frontiera e terra di conquista per il contadino del terzo millennio (agro blogger) consente non solo di far conoscere il proprio lavoro ma, attraverso strutture dedicate e specifiche tipo i blog (che sono di gran moda) di creare e gestire un rapporto diretto e continuativo con il cliente consapevole.

 

In conclusione crediamo che i suggerimenti esposti in questa relazione, riguardanti nello specifico le azienda avicunicole, si possano benissimo adattare anche alle aziende di diverso indirizzo zootecnico che rispettino le filosofie indicate. L’importante è, che tali aiuti  e contributi, vadano a beneficiare il contadino allevatore e coltivatore diretto che, per troppo tempo, è rimasto l’anello debole della filiera agroalimentare italiana. Per troppo tempo sono stati creati e finanziati “sevizi” intorno a questa figura che FORSE hanno un pò aiutato ma DI SICURO hanno distolto risorse investendo tanto nel contorno e poco nel contenuto.

                                                                    Bresciano Edoardo

  Presidente Provinciale A.T.A. Cuneo

Vice Presidente Aspro.Avi.C. Piemonte

 

 

 

 

Firmata in originale – Non si esclude la possibilità di inviare a chiunque e ovunque si ritenga necessario, copia di questa lettera e dei suoi allegati  per cortese informativa a terzi non citati in indirizzo.

 

1 Commento »

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Una Risposta a “Sono un contestatore ma so anche proporre!”

  1. 1

    Luca Ripellino dice:

    Strenua (e ottima) difesa della ruralità, della tradizione, e di riflesso della qualità del cibo e della salute dei consumatori, quelli di cui, in nome del profitto, del pil, del portafogli, non frega più nulla a nessuno… Proposta molto interessante. Chissà che ne pensano altri allevatori? Cioè, chissà se sei solo o bene/male accompagnato? E le associazioni di tutela della categoria, a parte farsi pagare la tessera annuale, che dicono? E le soccide buonepulitegiuste? Staremo a vedere, seduti sull’argine del fiume: la proposta qualcuno la considererà, o alla fine un bel broiler che arriva a 1,5 kg di peso vivo in 35 giorni sarà sempre la “scelta” (imposta, ovvio!) migliore?!

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