Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Latte crudo

Allora co fùma (cosa facciamo) con sto latte crudo? Lo beviamo? Lo diamo al micio, lo usiamo a farci il bagno?  Oppure, prima di berlo lo bolliamo?

Interessante questo sito con la mappa dei distributori in tutta Italia (vedi link)

Ma si stanno scannando con sta storia della pericolosità del bere latte crudo. Ho trovato, navigando, un blog (vedi link).  Questi son proprio scatenati! Bene! Per una volta non mi schiero, rimango imparziale. Apriamo il dibattito. (By Corsaro)

38 Commenti »

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38 Risposte a “Latte crudo”

  1. 1

    Corsaro dice:

    Curioso questo interesse sfrenato verso la salute pubblica!
    Peccato che per i Nitrati, i miasmi e le microparticelle volanti che portano di tutto e noi respiriamo, derivanti dalle immense cloache a cielo aperto dei maialifici, nonostante le ferree imposizioni della CEE, certe amministrazioni locali, come la mia, usino due pesi e due misure. E poi “combinino” ad hoc i controlli che effettuano costretti dalle denuncie di chi, come me, è asfissiato dalla puzza permanente. Oppure c’è anche chi ti dice che è la campagna e poi ridacchia pure, sto stronzo! Una campagna di merda! Le langhe patrimonio dell’umanità e la pianura la lasciamo immersa nel tanfo solo perchè le lobby non si toccano. E i sindacati ammiccano, basta la tessera e fuori i rompicoglioni, quando avrebbero dovuto fare azione di educazione. Sapete che il liquame o letame è proibito spargerlo sulla neve? Ebbene c’è qualcuno che lo fa, si sa nome e cognome. Ma niente da fare, lo giustificano pure. Ma la giustizia infine trionferà!

  2. 2

    Federica dice:

    C’è stato un incontro presso l’accademia del gusto di Pollenzo su questo tema. Ne è emerso che è possibile bere il latte crudo con totale tranquillità, grazie alle moderne tecnologie adottate dai produttori.
    http://www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=60022&cat_code=10

  3. 3

    Marco dice:

    Anche di questo ne ho dibattuto molto, sia sul mio blog, sia sul sito dei Ruralpini (www.ruralpini.it) del prof. Corti. A favore del latte crudo o cmq della possibilità di scelta su come consumarlo. In effetti non è tanto l’obbligo di bollitura che rompe le palle (cosa fanno, mi mandano i carabinieri in casa a vedere se lo metto sul gas??) quanto una sorta di campagna del dubbio sulla bontà del latte, a quel punto tanto vale andare al supermercato. Rimane solo l’etica del riutilizzo della bottiglia?

  4. 4

    Corsaro dice:

    Marco hai centrato la faccenda! Ognuno faccia come gli pare, lo bolla o lo beva crudo (o ci faccia il bagno), ma curioso è l’accanimento sulla possibile pericolosità. Certo, non credo che sia giusto negare che esistano i coliformi e possibili contaminazioni ma esistono anche i controllii ASSL. A tal proposito si potrebbe parlare di uova e salmonella che ciclicamente…RITORNA! Il mondo asettico non esiste.

    @Federica: Quello che mi interessa sapere, a limite, lo cerco negli enti competenti. In questo caso in ASSL. Il resto sono salotti buoni dove, tra amici, curiosi e spettatori vari, si discute. Nulla di più!

  5. 5

    Federica dice:

    Slow Food un salotto di amici? Stai scherzando credo. E’ un movimento con aderenti da tutto il mondo e la posizione che assumono nei confronti del latte crudo è sinonimo di sicurezza. Non si spenderebbero non fossero certi! Bevi tranquillo il latte, corsaro.

  6. 6

    anonimo dice:

    Voglio dire che non c’è attacco al sistema dei distributori, quella è una storia inventata dalla coldiretti per poi intervenire e fare da paladina ai produttori. tutto calcolato, come sempre. si suggerisce solo di bollire il latte, come si è sempre fatto prima che arrivasse la moda del crudo: pesce, carne, mitili, latte, tutto crudo. attenzione!

  7. 7

    marj dice:

    anhe le canne non fanno male eppure è ancora reato e dicono che faccia male.

  8. 8

    Corsaro dice:

    Vai pure a farti canne altrove, non mi interessa se è o non è un reato mi interessa che è una cosa da folli annebbiarsi la mente, con qualunque cosa.

    @Federica non mi piace la piega del discorso. Beno o male SF sarà un movimento ma, per ora, fa la sua opinione, come la fanno i sindacati agricoli. Il parere di un ente competente, ASSL, è ben altra cosa. Io voglio solo dire questo, non mettiamola sempre sullo scontro. In questo paese è ancora possibile avere una idea propria o è obbligatorio allinearsi?

  9. 9

    marzia dice:

    concordo con quanto scritto da marco, leggendo solo il post stavo per inserire lo stesso riferimento al sito di ruralpini.
    dovremmo essere liberi di scegliere…
    io bevo latte crudo ogni volta che mi capita, per buona parte dell’anno non arriva nemmeno da un asettico distributore, ma quasi direttamente dalla mammella della vacca 😉
    comunque c’è un attacco al sistema dei distributori da parte della grande distribuzione. infatti c’è stato chi ha pensato di mettere il distributore in azienda e “provare”. sapete cosa gli hanno detto quelli che prima gli raccoglievano il latte? “adesso te lo vendi tutto così e, se vedi che la cosa non funziona, noi comunque non te lo ritiriamo più”.
    non è una leggenda, l’ho sentito dire dal diretto interessato (al quale, per fortuna, le cose adesso stannp andando bene)

  10. 10

    Luca Ripellino dice:

    Quoto Marzia al 100%: non ci sono dubbi, è tutto studiato a tavolino, con interessi incredibili in ballo, e tante (ma proprio tante!) persone contrarie all’espansione dei distributori automatici… E’ sempre la solita storia, scandalosamente italiana: sul NULLA si deve sempre e comunque montare un caso, giusto per mettere un pò di terrore nella testa della gente, oggi in gran parte pronta a correr dietro al primo strillone che millanta qualcosa! Come dice Marzia, se si sa come è allevata la vacca, il latte lo si può tranquillamente bere crudo: conosco una famiglia di allevatori biellesi che da sempre lo bevono così, si mangiano pure la “panna” di affioramento, sono certi del loro modo di allevare e quindi della salubrità della mandria, e garantisco che sono sani come pesci…. Chi non vuole, non si fida, non si sente tranquillo, no problem: lo fa bollire, e poi se lo beve! Quindi: dove sta il problema? Cioè, esiste un problema reale a rigurado, o ci si limita a spargere un pò di terrore, naturalmente con la “postilla” finale che dice che il latte dell’industria venduto al supermercato è più sicuro? E chi lo dice che è più sicuro? Anzi, perchè non dicono che è in primis un latte morto, cioè un latte a cui viene abbattuta la flora batterica, quindi a cui si distrugge l’eventuale batterio nocivo ma anche tutte le sostanze buone e nutrienti? Non so, sarà una mia impressione, ma è una vicenda che sta assumendo connotati che mi ricordano smepre più quelli del casino (infondato) sull’aviaria: anche lì terrore a manetta, dagli all’untore verso chi mangiava carne di pollo, ma NESSUNO che si degnasse di dire che in ogni caso, previa cottura della carne, il rischio infezione era pari a zero? Cos’è, credevano che in Italia si dormisse con le galline sotto il letto, o che si mangiasse carpaccio di pollo?!

  11. 11

    Dario Bressanini dice:

    Caro Corsaro, mi permetto di segnalarti questo articolo sul latte crudo che ho scritto a dicembre, perche’ a mio avviso tutta la faccenda manca di un “inquadramento storico” necessario per capire la faccenda. Non sono un “complottista” (e stante i bassi numeri in gioco, lo 0.8% del mercato, non vedo la “pistola fumante”)

    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/12/16/il-buon-latte-crudo-di-una-volta/

    @luca: dire che il latte e’ “morto” e’ scientificamente privo di senso. Ti ricordo che il latte, qualsiasi latte, viene secreto praticamente sterile dalla ghiandola e che i batteri che ci troviamo sono TUTTI dovuti a contaminazioni, sia gia’ nella mammella che esternamente: non ci sono i batteri “buoni” e quelli “cattivi”, tutti derivano da una contaminazione esterna. Il latte e’ nutriente ed e’ il veicolo perfetto per la crescita batterica (figurati che un secolo fa era il veicolo di diffusione addirittura della tubercolosi) quindi un minimo di cautela e’ opportuno che le autorita’ sanitarie la prendano, e informare il consumatore dei possibili pericoli mi pare dovuto

  12. 12

    Corsaro dice:

    ACCIPICCHIAPICCHIOLINA! Addirittura Dario Bressanini, indiscusso uomo di scienza, viene a trovarci!
    Devo bere un buon bicchiere di latte, per l’emozione. Ci sentiamo tra un pò…

  13. 13

    Luca Ripellino dice:

    Ammetto senza alcun problema di non avere nemmeno la minima parte delle conoscenze scientifiche che hai tu in materia, per cui mi scuso per il linguaggio non certo approppriato. Però quel che intendevo dire, e che non so esprimere tecnicamente, è molto evidente nei formaggi: cioè, la singola azienda che si lavora e trasforma soltanto il proprio latte farà un formaggio con determinate caratteristiche, e con proprietà organolettiche che potranno leggermente differire da un altro formaggio (ovviamente dello stesso tipo) realizzato da un’altra azienda, anch’essa con latte proprio… Non so se ciò scientificamente è interessante o no; certamente lo è da un punto di vista gastronomico, gustativo, sensoriale, e qui infatti si parla soprattutto di gusto: da ciò nasce il “mondo” gustativo che ci può essere dietro a una Fontina, a una toma piemontese, alla miriade di pecorini prodotti in Italia, a una robiola di Roccaverano che come la fa Enrico Rossello non la fa nessuno… Invece quando si lavora con grossi quantitativi di latte, non puoi dirmi che tutto il latte raccolto (ovviamente da aziende diverse) non venga prima trattato in qualche modo al fine di renderlo tutto uguale (straduci tu per favore scientificamente il concetto) e poi lavorato, in modo da portare alla grande distribuzione un prodotto sempre uguale, con le stesse caratteristiche, uniforme, e chissenefrega se buono o non buono, e di cosa ha mangiato la vacca… Questo intendevo dire con termini non scientifici, e questo ribadisco: morto o vivo che sia, è il latte la prima discriminante per creare un formaggio pessimo, discreto, buono, eccellente… Solo dopo viene la mano (e l’abilità) del casaro, ovviamente importantissima anche quella. Però permettimi di farti una domanda, sia chiaro senza polemica: dici dell’importanza di informare il consumatore di “eventuali possibili” rischi per la salute consumando latte fresco; nulla di male, informiamo pure, ma secondo te in Italia esiste qualcuno che non sa che il latte, volendo, e per maggior sicurezza, può essere bollito? Non ritieni che a riguardo l’acqua calda è già stata scoperta, se solo si trattasse di pura informazione, assoluatmente senza interessi nè secondi fini? Perchè nessuno informa che il latte, bollito o no, è cmq un alimento che nasce fresco e che quindi il trattamento UHT è una gran porcata? Ripeto: nulla di personale rivolto a te, anzi… è solo che l’iper-informazione, al pari dell’iper-igienismo, mi sembrano realtà divulgate ad arte per mettere in testa alla gente “certe” idee…. Fermo restando che, se si sa come l’allevatore lavora e si comporta, il latte può essere bevuto crudo; se invece proviene da vacche piene di antibiotici e nutrite con mangimi spinti affinchè siano trasformate in macchine da latte, meglio bollirlo, anzi meglio comprarlo altrove, magari al distributore automatico di un’azienda che si conosce. In Italia tutti sono super informati sulle offerte di tutti i supermercati nel raggio di 30 km da casa, che male c’è a farlo anche per l’allevatore, l’ortolano e il macellaio più vicini? Non occorre nemmeno essere scienziati….

  14. 14

    Corsaro dice:

    Ahhhh, un buon bicchiere d’lait fresco schiarisce le idee…

    Ok Dario se c’è una cosa certa e che tu rappresenti quella istituzione cui mi riferivo. Tu hai voce in capitolo in quanto uomo di scienza quindi niet passione ma solo ragione. E quando c’è in ballo la salute pubblica bisogna stare attenti.

    Ma, credo, che sarai daccordo con noi che certi chiassi mediatici con la scienza hanno poco a che fare: la usano, per scopi commerciali. Aviaria, Bse, Conigli radioattivi, Sars e compagnia bella insegna!

    Poi tocchi un’altro tema: la % di distributori! RIDICOLO mettere in testa agli allevatori che quella è la via. 40 litri, media produzione gg vacca canadese da latte, per minimo 100 vacche in lattazione= 4000 litri di latte al giorno, 40 quintali, che l’allevatore deve vendere. Hai voglia!

    1) quanti allevatori così ci sono?
    2) quale è il consumo procapite di latte in Italy, meglio vedere per provincia.

    Non è in discussione ma ci riporta con i piedi perterra.

  15. 15

    Dario Bressanini dice:

    Luca: dunque, a mio parere non si debbono mischiare i livelli. Certo che la qualita’ del latte e’ importantissima per fare il formaggio. Pensa che l’igiene sempre piu’ spinta nelle stalle porta ad una riduzione della carica batterica e in molti casi e’ molto piu’ difficile fare il formaggio. Il formaggio non stagionato da latte crudo e’ buono se il latte di partenza e’ buono, ma pone dei rischi sanitari. Piccoli ma non zero. Nel momento in cui i consumatori chiedono sempre di piu’ un rischio zero, che non esiste, ci sono due esigenze contrastanti: mantenere la bonta’ dei formaggi e ridurre i rischi per il consumatore. Si tratta di trovare un equilibrio, anche spiegando al consumatore finale che mangiare, comunque, comporta dei rischi. E se io adulto vaccinato mi posso assumere le mie responsabilita’ facendo una maionese in casa da uova non pastorizzate, categorie piu’ deboli come i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza e i malati debbono essere protetti maggiormente dalle autorita’ sanitarie (e’ improbabile che ad un neonato venga data della maionese, o del sushi, o un hamburgher poco cotto, mentre il latte e’ un alimento diretto spesso ai bambini)

    Riguardo al bollire: si! tutto il casino (e i bambini in ospedale) e’ nato dal fatto che evidentemente molta gente non sa che il latte fresco puo’ causare infezioni, e spesso sui siti web dedicati al latte crudo ci sono frasi molto ambigue o addirittura false.

    Comunque non confondere il trattamento UHT con la pastorizzazione. Nell’UHT il latte e’ profondamente cambiato, sterilizzato, trattato ad altissime temperature per poter durare mesi. il sapore e’ alterato.
    Il latte fresco e’ invece pastorizzato: scaldato a 71 gradi (quindi NON bollito) per 15 secondi. questo per uccidere i batteri pericolosi ma lasciare un certo numero di quelli lattici (e infatti il latte fresco dopo un po’ di giorni scade e caglia, segno che i batteri ci sono ancora)

    A me interessa il “gusto” (mica ho un blog salutistico io 😉 ) e a mio parere se il latte di buona qualita’ venisse pastorizzato, non sei in grado di percepire la differenza gustativa in molte preparazioni, mentre invece se lo faccio bollire si’, e faccio fuori in sacco di sostanze benefiche.

    ciao Dario

  16. 16

    Dario Bressanini dice:

    Corsaro: certo, l’uso “mediatico” del rischio lo fanno tutti. Pensa a Slow Food o Greenpeace o altre organizzazioni anti-OGM che sfruttano la paura instillando nelle persone l’idea (*FALSA*) che gli ogm facciano male, o raccontando la cosa (altrettanto FALSA) che gli ogm siano sterili o roba del genere.
    Come contraltare (altrettanto FALSO) ci sono quelli che invece li trattano come uan panacea per tutto, dall’unghia incarnita alla fame nel mondo.
    Insomma, non e’ facile raccapezzarsi, e l’uso delle emozioni e’ deleterio quando si cerca di trovare razionalmente i pro e i contro di un tema.

    Per i distributori, ti posso parlare della Lombardia: nel 2007 c’erano poco piu’ di 200 aziende autorizzate, con quasi 300 distributori. I controlli in Lombardia sono molto severi, e i limiti di legge per le contaminazioni batteriche sono piu’ stringenti che in altre regioni
    per gli allevatori sono sicuramente una fonte importante di reddito perche’ il latte conferito all’industria viene pagato meno di 50 centesimi al litro

  17. 17

    Corsaro dice:

    Dimentacavo:
    C’è scienza e scienza, non si pensi che sia diventato buono tutto di un tratto!
    Quella che oggi ci fa mangiare mais in tutte le maniere (na parlerò presto), fin nelle medicine, non mi è troppo simpatica come, peggio ancora, quella della scissione dell’atomo, bomba atomica e centrali nucleari ecc. ecc.
    Quella che si chiede se Dio esiste, blah!
    Quella che crede di essere Dio, pfui!

    Ma quella che farà del sole la nostra fonte di energia principale, che sconfiggerà il cancro, le brutte malattie e la fame nel mondo, ben venga!

  18. 18

    Dario Bressanini dice:

    Quella del mais e’ una faccenda politica: semplicemente il mais e’ ultrasovvenzionato (io sono contrario a TUTTE le sovvenzioni in agricoltura, biologico, normale, di destra e di sinistra….)

    Di per se’ e’ un ottimo materiale di partenza, l’amido, per sintetizzare un sacco di cose. la vitamina C ad esempio si sintetizza da li’ (mica si estrae dalle Arance 😉 )

  19. 19

    marzia dice:

    scusate ma… e se il latte è perfetto, ma chi viene a prenderlo ha la bottiglia sporca o la lascia poi nella macchina parcheggiata al sole?
    viene poi data la colpa all’allevatore, come a quel poveraccio che ha avuto la cantina dei formaggi con i sigilli per dei mesi… e poi si è scoperto che quello che aveva mangiato il suo formaggio e gli era venuto mal di pancia aveva lasciato la toma sul balcone del condominio in liguria e l’infezione probabilmente veniva dai piccioni (e non dalla vacca-latte-caseificio-formaggio)

    avevo letto un interessante articolo sulle allergie ed intolleranze alimentari, molto meno frequenti in bambini che crescono bevendo latte crudo ed in mezzo agli animali.

    giustissimo quello che viene detto sui formaggi che “non si fanno più” se il latte è troppo sterile, quindi bisogna aggiungere fermenti artificiali. un conto è l’igiene, un conto è “uccidere” tutto. ci sono anche batteri buoni… mi ricordo di una ricerca presentata da una francese ad un convegno, dove si dimostrava come ci fossero più microrganismi “buoni” nei formaggi lavorati tradizionalmente con strumenti in legno, piuttosto che in quelli “perfettamente lavabili” in acciaio e plastica

  20. 20

    ritarella dice:

    Corsa’, leggendo il commento numero 8 non credevo ai miei occhi, ho pensato che qualcuno ti avesse rubato l’identità… corsaro che scrive “non mettiamola sempre sullo scontro”????
    Scherzi a parte, sottoscrivo pienamente quello che ha detto Luca al n. 10 ma anche gran parte delle altre considerazioni.
    Io sono cresciuta con il latte dell’allevamento di mio padre, mia madre per la colazione lo faceva bollire (o meglio lo portava a bollore e poi lo toglieva dal fuoco) ma era più per l’abitudine presa quando da piccolissimi eravamo passati dal latte materno al latte di mucca, tanto è vero che poi specie d’estate bevevamo il latte freddo (munto la sera prima o la mattina stessa) preso dal frigorifero, oppure andavamo alla vaccheria durante la mungitura e bevevamo il latte appena munto. E quando mio padre ha chiuso l’allevamento io per anni non sono riuscita a bere il latte industriale se non aggiungendoci il caffè!
    Vero è anche che il latte crudo è molto più delicato, e per la conservazione occorre essere molto più accorti (i recipienti devono essere pulitissimi e va messo subito in frigo). Però è tutta un’altra cosa!
    Vi faccio fare una risata: una mia conoscente aveva la fissa del Milton, lo usava per tutto, bicchieri, piatti, posate, frutta, verdura. Inorridiva quando mi vedeva mangiare la frutta appena colta dall’albero (per non dire bere il latte appena munto di cui sopra)… Ad un certo punto lei, marito e figli si sono presi il tifo. Come dire che il primo batterio che è sfuggito al Milton li ha fatti secchi. Vabbè, noi in campagna siamo cresciuti un po’ più rozzamente, e come si dice qui, ci siamo fatti gli anticorpi!

  21. 21

    Biola dice:

    In realta’ i numeri ‘economici’ della vicenda sono un tantino + alti di quelli riferiti dal buon Dario , limitandomi a questo aspetto , e senza invocare aprioristicamente il complotto riporto che:

    – acquirenti di latte ( industriali) della mia zona ( Roma) , e di altre zona di Italia , si rifiutano di ritirare il latte ai produttori che hanno distributori di latte crudo o in vendita diretta
    – il latte arriva dalla Romania a € 0,25 portato in banchina
    – in concomitanza della pseudo emergenza coli o157, il latte industriale era in offerta per 2 settimane
    – dei casi di Seu riportati , prima 40 e poi 9 , 3 sono stati dichiarati NON a conoscenza delle ASL locali
    – che questi 9 o 6 casi , per i non addetti ai lavori , rimangono avvolti in un alone di mistero
    – che anche personaggi del calibro dell’ Assesori Agricoltura e Sanita’ Lombardi si pongono delle domande
    vedi -> http://biola.it/media/14067/090113%20reg%20lombardia%20latte%20crudo.pdf

    premesso tutto questo , e’ mia opinione che gli aspetti economici della vicenda siano ben piu’ rilevanti di quelli sanitari , anche in relazione al delicato momento di mercato del latte alimentare in Italia , poi ognuno tragga le sue conclusioni . 🙂

  22. 22

    Dario Bressanini dice:

    Biola: il dato dei distributori lombardi l’ho preso da un seminario sul latte crudo tenuto in lombardia e credo siano dati ufficiali

  23. 23

    enrico dice:

    Saranno dati ufficiali ma del 2007, non capsico perchè, Bressanini, tu che sei sempre preciso ed attento ai numeri, non possa scrivermi i dati attuali, non ci vuol niente a trovarli. Non quelli del 2007.
    Comunque i dati sono questi: 459 distributori e 275 aziende certificate (fonte Ferrazzi, ass.reg.agricoltura).

  24. 24

    Biola dice:

    1100 distributori , 100 lt gg , 110.000 per 30 gg = 3.300.000 mese alias 33.000 tonnellate\mese
    da sian.it http://www.sian.it/downloadpub/zfadlx010?id=10569
    807.710 consegne mese nov 2008 , diciamo 4 % delle quote consegne mensili del novembre 2008 ?
    Scusate se e’ poco !
    Se poi ci si volesse divertire a trovare la percentuale sul latte Fresco venduto , o sull’ Alta Qualita’ il dato sarebbe ancora piu’ allarmante per l’ industria , la gdo ed amici …..

  25. 25

    Dario Bressanini dice:

    Enrico: grazie per avermi dato il numero aggiornato. Non mi pare che cambi i termini della questione, che riguarda sostanzialmente il rischio potenziale da carica batterica, non quante sono le aziende in gioco.

    Il fatto è che il ragionamento che aleggia, il chiedersi “chi ci guadagna e chi ci perde” sarà pure naturale, economico, ma è profondamente antiscientifico. Se il rischio c’è dipende dalla carica batterica e dalle possibili contaminazioni, e solo da quello, non da “chi ci guadagna”

    Questo punto di vista il fronte “pro latte crudo” proprio non riesce a capirlo. Lo so che è un modo tipico di condurre le battaglie in italia, ma tirare in ballo i possibili legami fra granarolo e l’ex ministro, ad esempio, non sposta DI UNA VIRGOLA i termini scientifico-sanitari della questione

    Vedo di essere ancora più esplicito: ANCHE se tutta la campagna di stampa fosse stata organizzata apposta per danneggiare i distributori, questo NON cambierebbe la questione di fondo, e cioè che un rischio, piccolo, esiste. Ed è su questo che si deve ragionare, NON su chi ci guadagna o chi ci perde.

    nel 2007 (Enrico, se mi trovi anche i dati del 2008 grazie…) in Lombardoa su 220 aziende autorizzate, ci sono state 29 sospensioni http://www.aral.lom.it/public/upload/file/02_Astuti%20Tradate%202008_pdf.pdf
    per presenza di streptococchi, Ecoli, salmonella, listeria e così via. Questo nonostante tutte le precauzioni che non ho dubbi le aziende hanno preso, e nonostante il fatto che la regione lombardia impone dei limiti più stringenti di altre regioni.
    Questo dimostra che le contaminazioni possono esserci. Ricordo che le analisi si fanno due volte al mese, mica tutti i giorni, quindi non si può escludere che il latte in vendita possa avere dei patteri patogeni.

  26. 26

    Corsaro dice:

    @Dario: La questione di fondo? Giustissimo!
    Purtroppo io ho un pensiero: la nostra società non è ipocrita ma mediatica. Tutto si fa in rapporto all’eventuale audience, visite giornaliere e larghi consensi. E il fine è il POTERE prima che la salute pubblica, a tal proposito ti chiedo che fine a fatto l’H5N1. Forse è ancora la dove lo abbiamo lasciato, grasso e pasciuto! E la correlazione tra Epatite E e allevamenti intensivi? Che fine a fatto?

    Per la cronaca il bevo parecchio latte. Se mi è comodo prendo quello alla spina, se no quello del Caseificio Valle Stura, rigorosamente intero. Trovo che sia ottimo, nonstante il trattamento UHT trovo che odore e sapore siano di latte. Sarà che si rifornisce prevalentemente da piccole realtà e, tante, ancora con vacche bianche. Fanno addirittura un tipo con solo latte di bianca Piemontese.

    Ora vorrei fare il tecnico, posso Dario?
    UHT: il latte viene sottoposto a 140 gradi per pochi secondi, ma come? Non certo in un pentolone dove per raggiungere questa temperatura bolle e cuoce per una settimana!
    Passa in apposite tubazioni dove un “velo” latte viene trattato, ben altra cosa che la bollitura.

  27. 27

    Dario Bressanini dice:

    Corsaro: veramente a 140 gradi in un pentolone non ci puoi mai arrivare perche’ il latte bolle piu’ o meno a 100 gradi. Per arrivare a 140 gradi (per pochissimi secondi) devi lavorare in un impianto a pressione, e le tubature sono fatte apposta per rimescolare il latte velocemente. Comunque non capisco perche’ il latte che prendi debba essere UHT. Non e’ che e’ semplicemente pastorizzato ?
    In ogni caso e’ ovvio che il sapore del latte dipende primariamente dall’alimentazione. Tutto questo “furore” antipastorizzazione e’, a mio parere, incomprensibile. Un buon latte, pastorizzato, rimane un buon latte!

  28. 28

    Corsaro dice:

    Ero convinto anche io che fosse pastorizzato, ho controllato e con sorpresa ho letto UHT. Sono andato in tilt, lo ammetto, perchè il sistema Pasteur mi sembrava più…umano!

  29. 29

    Harlock dice:

    Quant’è buono il latte fresco!

    Perché non scrivono sulle auto che bisogna bollirle prima di montarci? …possono portare alla morte!

  30. 30

    Corsaro dice:

    Ciao Pirata.
    Ecciairaggione! Ha ha, bella questa!

    Si! Trovo che la scienza ufficiale, giustamente preoccupata della nostra salute, talvolta, lascia passare un messaggio: paura della natura. Sarà il preludio di un mondo totalmente artificiale? Del tipo metropoli sospese ecc ecc.

  31. 31

    Dario Bressanini dice:

    Harlock: non per niente prima di poter guidare un’auto si deve prendere la patente……

  32. 32

    Harlock dice:

    Il senso é che non bisogna bollire l’auto 🙂

    Mi sembra che le probabilità di morire con il latte buono siano scarse, mentre con l’auto che non è buona sia abbastanza probabile.
    Ma la scelta del rischio non è considerata allo stesso modo.

  33. 33

    Biola dice:

    @Harlock. Ma la scelta del rischio non è considerata allo stesso modo
    quoto , e aggiungo , su Trashfood.com ( al momento il sito e’ down) c’e’ un bel post sul sushi e rischio connesso Anisakis , interessante lettura , non ne sapevo molto ed adesso per lo meno una idea approssimativa me la sono fatta .
    La cosa che mi ha + colpito e’ il numero dei post di lettori a cui avevano diagnosticato o pensavano di aver contratto l’Anisakis .
    In tutto questo marasma mediatico sul latte crudo non ho visto neanche un post di un tizio che dichiarasse di aver avuto anche un semplice ‘cagotto’ dopo aver bevuto latte crudo !
    Forse bisognerebbe istituire un patentino per i crudisti ?

  34. 34

    Dario Bressanini dice:

    Biola: “la scelta del rischio non è considerata allo stesso modo” da chi?
    Pensa che per alcuni pesci a rischio la legge impone ai ristoranti il surgelamento prima del consumo, proprio per eliminare il parassita. Mi sembra un comportamento analogo alla bollitura o pastorizzazione, no?

    E allo stesso modo ci saranno i foodies che maledicono il sapore del pesce surgelato, e che vorrebbero consumarlo fresco e crudo…

    Mangiare e’ rischioso sempre. Se mangiassimo pillole probabilmente rischieremmo di meno, sa sarebbe uno schifo 😉 . Si tratta solo di trovare un giusto compromesso

  35. 35

    Biola dice:

    >da chi?
    da tutti ,dalle istituzioni, dall’ ISS, dai media, dai consumatori e , voglio abbondare , ci metto pure gli scienziati .
    Quando entro in un sushi non trovo il cartello di 4 cm di carattere in rosso
    quando entro da Mcdonald , putacaso il mio hamburger e’ contaminato non trovo avvertenze
    se ordino un carpaccio od una tartara ad un ristorante , idem
    perche’ questa disparita’ , non lo vogliamo chiamiare complotto, come lo chiamiamo ? regole differenti per rischi alimentari analoghi ?
    Tu hai bloggato molto sull’ argomento , ti e’ mai capitato il post di un tizio che dice di aver avuto uno straccio di cagotto o dissenteria da latte crudo ?
    Non rispondermi che i bambini in dialisi sotto i 3 anni non postano , non lo fare ! bitte 😉

  36. 36

    Dario Bressanini dice:

    Biola: gli esempi che porti non sono calzanti, perchè in quel caso non sei tu CLIENTE a dover intervenire, ma sono LORO ristoratori a doversi preoccupare, e stai sicuro che hanno una sfilza di norme da seguire da qui alla luna (poi magari l’hamburgher fa schifo, ma è sano batteriologicamente).
    Che siano numeri piccoli siamo d’accordo, e nessuno è venuto sul mio blog a raccontarmi di avere avuto il cagotto, anche perchè non sempre si riesce a capire la causa. A te non è mai capitata una dissenteria che non sapevi a cosa era dovuta?
    ho invece incontrato in vari forum gente che ha bevuto il latte crudo nelle stalle (non dal distributore quindi, con meno controlli) e sì, è corsa in bagno con i crampi 🙂

  37. 37

    Biola dice:

    Calza , calza avoja se calza . Per quanto riguarda l’ informazione al consumatore , la Sanita’ non si e’ preoccupata di sushi ed hamburger come del latte crudo , anche se scientificamente in tutto il mondo si riporta la carne cruda come causa principe di infezioni da Coli O 157 .
    Se ne e’ preoccupata mooolto di piu’ anche grazie alla spinta mediatica sollecitata da interventi politici .
    Di norme e controlli ne abbiamo anche noi a bizzeffe e siamo nella stessa posizione del gestore del sushi o del ristorante che prepara il crudo , in piu’ abbiamo il cartello in rosso da monatto !

    Da empirico a scienziato , se fai un paragone con il post del sushi , si sarebbe perlomeno manifestato qualcuno a dire di aver contratto qualche pernicioso batterio patogeno dal consumo di latte crudo , e invece niente ! silenzio assoluto , che strano ! neanche una infezioncina piccina piccio’ 🙂

    E’ corretto l’ esempio che riporti , se l’ allevamento non e’ controllato e’ meglio evitare di berlo crudo e meglio bollirlo , come facevamo molti di noi allevatori in famiglia prima di sapere cosa ci fosse nel ns latte , ora rigorosamente crudo !

  38. 38

    Geppe(il folle) dice:

    Lo sai che è stato DE CASTRO il politico che ha lanciato il sasso? E’ presidente del NOMISMA…
    Sai chi è uno dei maggiori finanziatori del NOMISMA?

    G R A N A R O L O

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