Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

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Striscia e i conti non pagati…

Avete visto il servizio su Striscia la Notizia riguardante recensioni, guide e “guidatori?”

Un servizio nel quale la Signora Silvana Stazio cuoca del ristorante  La Locanda del Castellano di Aulla (MS), stufa di un certo qual sistema, facendo nomi e cognomi, lancia il suo grido: BASTA GUIDE, RECENSORI, PARENTI ED AMICI DEGLI AMICI. Laudadio (l’inviato di Striscia) ha perfino promesso che darà il diritto di replica agli accusati. Non vedo l’ora di sentire, perchè i nomi che ha fatto sono grossi, proprio, grossi.

Forse, credo, penso che non sia il momento migliore per uscire con la Guida dei Corsari del Gusto!    Che peccato! Avevamo già 6 locali, e tante belle cose da seganalare. Sarà per il prossimo anno…(ha ha ha)

Battute a parte penso (e conosco) chi lavora seriamente e paga i conti. Non trovo giusto che, con il solito Italyanstyle, si faccia di tutta l’erba un fascio. Prima, tutti nell’orgia magna-bevi-filma-pubblica. Oggi a fare i santerelli prendendo le distanze dai metodi poco leali di qualche bischero.

Anche per un produttore non è cosa facile! Infatti se distribuisce pani e pesci, “aggradiz”, a 360° è ben visto. Se fa pagare gli assaggi, o li misura,  è un ladro!

Perfortuna che, chi è serio,  sa riconoscere i buffoni. (Clicca per vedere il video di Striscia: “fornelli polemici“)

(By Corsaro)

Ma che domande!

Non nascondo che durante questi gustosi eventi l’incontro con qualche bischero, nonostante i vari filtri,  è cosa certa. Ci sono due domande, o meglio considerazioni, rituali, che nelle occasioni di vendita diretta mezzo eventi del gusto mi vengono rivolte.

La prima considerazione, in seguito ad un assaggio,  è: ” buono! Non si direbbe oca!”  Qui, la considerazione, è bonaria, anzi, direi un modo goffo da parte del bipede degustatore di elevare l’oca al rango di animale commestibile, al pari di quelli che per lui rappresentano il cibo quotidiano. Chissà quali, non oso pensare, chissaperchè mi viene in mente crocchette, quattrosalti, similpolpette, della serie una botta e via!

L’altra considerazione è ben più grave e può anche  rappresentare, ahimè, lo stato di sonno generale che imperversa… 

“Ma Come, lei espone le foto delle sue oche e vicino i salami fatti con le loro carni. Non si vergogna?”

Ecco qui, in questa domanda-considerazione si tocca con mano la PORNOGRAFIA DEL GUSTO: il desiderio di immagine, superficiale, gustosa, golosa, succulenta e ghiotta di un cibo, immortalato da una photografia con reflex e grandangolare e…BASTA COSI’! Cioè, tutto ciò che è alla fonte della materia prima, specialmente quando animale, non si deve vedere. Qui non si discute se è giusto mangiare carne ma se è giusto mostrare gli animali sacrificati.

Facciamo un attimo di attenzione: questa è una regola precisa che viene applicata da parecchi produttori/commercianti di prodotti trasformati. Mai fotografie di animali, bastano capitolati e certificazioni di benessere animale. Ah si? IO NO! Le foto che espongo sono il mio modo, vero, di comunicare come i miei animali vivono in una condizione più vicino possibile a quella della loro natura. Niente lager alle loro spalle, niente imbuti, alimentazioni forzate, alchimie ed altre porcate simili. Me ne frego se ciò indigna, a me indigna ben altro, ad esempio i falsi moralisti santi di giorno, orchi di notte. Amici davanti, nemici alle spalle. AMICI DAVANTI, NEMICI ALLE SPALLE. Non piace? Passate avanti! (By Corsaro)