Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Archivio per la categoria 'giornata consapevole'

Foie Gras, fate voi!

Ho espresso, mezzo commento  in questo post, il mio dissenso non solo per tale barbara pratica ma anche per il modo, troppo narrativo/fantasy, direi ignavo, con cui si tenta di discettare. Il mio, legittimo, commento è stato rimosso. ME NE FREGO, è stato il mio immediato pensiero. Poi, siccome sono una personcina a modo, molto paziente, rispettosa e ben disposta verso gli esseri monocellulari che abitano i mondi inferiori ho pensato, con la mia matita virtuale,  di rendere giustizia. Una tecnica giustizia. E giustizia sia:

(Ego sum Corsaro del Gusto)

Il foie gras, in francese significa letteralmente “fegato grasso”,  è definito dalla legge francese come “fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata  detta gavage”. (Wiki)

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le oche o le anatre vengono allevate in gabbiette e subiscono il gavage tre/quattro volte al giorno. Dipende al carnefice, pardon, dal produttore.

 

 

 

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Particolare di anatra Mulard in gabbietta. Notare il collo con piumaggio  macchiato di sangue. Questo dovuto ai traumi durante l’ingozzamento mezzo tubo di acciaio infilato nel gozzo, fino all’ ingluvie.  Il tasso di mortalità per tali sevizie raggiunge percentuali allucinanti.

 

 

 

 

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Tubo iniettore che effettua il gavage, cioè l’ingozzamento forzato di pastoni atti ad alterare il metabolismo lipidico dell’animale.

L’iniettore penetra nel collo dell’animale e deposita con spinta pneumatica (aria compressa)  nell’ ingluvie dosi programmate di pastoni semi liquidi che forzando a dismisura il lavoro del fegato fanno si che lo stesso degeneri, per accumulo di sostanze  grasse, che non riesce più a eliminare,  in una vera e propria patologia: la steatosi.

 

 

 

 

 

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In natura oche ed anatre, animali onnivori, non sono programmate per ingerire dosi così massicce di alimenti. le gabbiette servono per non farle muovere ed accelerano il processo della steatosi. Comunque sia la deambulazione verso la fine del gavage è pressoché “barcollante”.

 

 

 

 

 

imagesGEZRXWD9 Fegato normale di volatile prima del gavage. Peso circa 100/200 grammi

 

 

 

 

fegato grasso

 

Fegato al termine del gavage. Steatico, biancastro (in verità dovrebbe essere color avorio) perché pieno di grasso, può arrivare a pesare anche 1000 grammi. Saturo non solo di grassi ma anche di altre sostanze che non riesce più ad eliminare.

 

 

 

 

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Differenza tra fegato grasso, chiaro a sinistra e fegato normale scuro a destra.

 

 

 

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Operazione di prelevamento fegato grasso. La carcassa dell’animale, il più delle volte, viene considerata un sottoprodotto. Ecco da dove arrivano le carni di oca/anatra a basso costo con cui qualche furbastro propone economiche lavorazioni…

 

 

 

Noi, dell’Azienda Agricola Cascina Peschiera, che alleviamo e lavoriamo le carni di questi volatili, prendiamo le distanze da tutto questo di cui vi abbiamo informato. Ci chiediamo se, nel terzo millenio, lontani dai tempi di Roma Imperiale, dal iecur ficatum, dallo strapotere della cuisine française, con tutta la NOSTRA ITALICA GASTRORICCHEZZA, con tutte le prediche del cibo buono, pulito e giusto sia il caso di pubblicizzare, romanzando,  tale abominio. Noi le oche le alleviamo all’aperto, in libertà. Non pensiamo assolutamente di “umanizzarle”. Rispettiamo la loro natura.

 

ocheOche all’interno dei reparti dove trovano alimenti e ricovero notturno.

 

 

 

 

 

 

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Giovani ochette all’ esterno, all’aperto al pascolo.

 

 

 

 

 

Crediamo che non occorra aggiungere altro.  Il fegato grasso, fegato malato di steatosi,  si produce così.

(foto del processo fegato grasso da Google, foto oche Az. Agr. Cascina Peschiera. Testo by Corsaro del Gusto)

Incontri interessanti

Presso l’azienda Agricola Lo Puy, (clicca e leggi) di San Damiano Macra, Valle Maira, provincia di Cuneo, si stanno svolgendo settimanali incontri con temi veramente interessanti.

Conviti di AgriCultura 2011
(2° edizione)

 

 

Libere condivisioni di idee sul destino dell’agricoltura odierna.

Semplici conversazioni e letture da autori classici
e dalle Georgiche di Virgilio, intervallate da musica, filmati e esperienze del gusto.
tutti i MERCOLEDI’ di Luglio e Agosto
alle ore 19,30
presso La Chabrochanto
ingresso libero
per chi lo desidera seguirà cena conviviale a buffet
con i prodotti dell’Az.Agr. Lo Puy.
Per info Marta 339.3155848

6 Luglio                   Monocoltura e monocultura

                            13 Luglio                 L’igiene contro natura
                            20 Luglio                 “Il cibo sia la tua medicina
                            27 Luglio                  Il contadino chimico
                             3 agosto                  OGM, libera nos a fame
                            10 agosto                  Ripartiamo dal gusto
                            17 agosto                 “Dannoso è il lupo alle stalle
 
                            24 agosto                  Crescita PIL Vs equilibrio ecologico
 
                            31 agosto                  Tra cielo e terra
 
 

Peccato che la notizia mi sia giunta solo recentemente perchè i temi dei primi incontri erano senza dubbio “pane per i miei denti!”

Bravi, anzi, bravissimi i ragazzi di Lo Puy che con questa iniziativa dimostrano una sensibilità ed una competenza  non comune.

Qui niente Pornografia del Gusto, niente immagini, niente TV, niente proclami, niente esaltazioni, niente anfiteatri e niente guru in ciabatte.

Solo uno sambio di intelligenze, tra gente semplice.

Scusate se è poco!!

 

(By Corsaro)

 

Ben tornata primavera, tra fioriture e prodotti gustosi

Lavorare nel proprio territorio non è facile o scontato come sembra. Nemo propheta in patria è, purtroppo, una dura realtà ed un’ enorme limitazione. E’ una idiozia portata avanti da esseri senza cervello, meschini, ottusi ed invidiosi. Diciamo stronzi, che si fa prima! Continua..

Golosaria atto II: Torino

Nei giorni 22-23-24 novembre 2008, presso la Piazza dei Mestieri di via Durandi 13 a Torino, si è svolta l’edizione “piemontese” di Golosaria, e qualcuno credeva che i Corsari del Gusto sarebbero rimasti a casa?! Nossignori, si era là,  per tutti i 3 giorni di durata, stavolta in qualità di semplici visitatori, per il puro piacere di conoscere altri produttori, di salutare vecchi amici, di apprezzare realtà nuove e a noi finora sconosciute: come smepre a Golosaria si è messo al centro il Gusto, creando quel meraviglioso intreccio tra prodotti alimentari, uomini che lavorano, storie che non si vedeno, ragazzi che non perdono la speranza e anzi ritornano alla vita… E proprio da qui parte il nostro breve reportage, volutamente senza fotografi e interviste, per cercare di far parlare cuore ed emozioni: si, ci sono state anche quelle, nel vedere ad esempio numerosi prodotti gastronomici nello spazio riservato alle opere sociali, quindi prodotti da ragazzi e ragazze che si stanno riappropriando della vita, lavorando il latte da cui nascono i superlativi caci della Comunità di San Patrignano, o il golosissimo panettone realizzato all’interno del carcere di Padova, o le uova delle quaglie di quello di Opera (MI), e ancora il caffè delle Vallette di Torino, la birra e il cioccolato dei ragazzi della Piazza dei Mestieri (i padroni di casa, per l’occasione!), il vino e le confetture dell’immenso Fausto Andi e dei ragazzi down della sua cooperativa Fuori dalla Mischia…. E ci scusiamo se ne abbiamo dimenticato qualcuno!! E poi l’area destinata a produttori e bottegai, tra cui citiamo, sempre sperando di non far torti e gaffe, gli amici dell’Antica Torrefazione di Carmagnola e Mirella della menta di Pancalieri, gli straordinari canestrelli di un interessante panificio di Condove, lo speck Bertolin di Arnad che nulla deve invidiare all’originale altoatesino, il Montanaro di Zocca (MO) con le sue tigelle e un Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi davvero “da lacrima”, l’arte casearia valsesiana de La Truna di Campertogno (VC), i formaggi di fossa di sua maestà Vittorio Beltrami – al secolo “il poeta contadino”, nell’occasione rappresentato dalla carinissima figlia Cristiana, le sfiziosità sottovetro dell’azienda Surianolii che trasforma l’oro di Calabria (ovvero peperoncino e cipolla rosa di Tropea!!), il norcino marchigiano con le sua salsicce di pura pecora, Colapietro con la Ventricina di Guilmi, la pasta dell’amico trentino Felicetti…. E lascaiteci citare a parte Augusto e Luana della Bottega della Strega di Triora, negozio che a noi corsari sta particolarmente a cuore, che hanno presentato l’olio nuovo di sole olive taggiasche e le meravigliose cubaite, antesignane del più classico dei torroni, ma realizzate assolutamente senza zucchero, solo con miele delle Alpi Marittime!! E che dire ancora dei piemontesi presenti solo ieri, tra cui la Cascina Capello con i ravioli e il salame di gallina bionda di Villanova, l’olio di nocciola Parriani, i caprini del grandissimo Mauro Albertini di Netro (BI), e naturalmente Paolo Frola, “animale da palcoscenico” come pochi, medico condotto di Rocchetta Tanaro, cantautore e pure produttore di mostarde che parlano da sole, quelle che non mancavano mai sulla tavola di un certo Giacomo Bologna… Insomma, un trionfo di gusto e sapori, ma sempre metetndo bene in risalto la storia, gli uomini e le famiglie che sono dietro ogni leccornia lì presentata!! E ce ne sarebbe ancora da dire sull’area lounge che proponeva i piatti con la De.Co., i talk-show, il concerto gospel di sabato sera, i convegni con autorevoli e preziosi interventi, le superlative degusatzioni guidate da Paola Gula e Gionata Venesio, oltre naturalmente alla sala strapiena per la presentazione della Guida Critica&Golosa di Paolo Massobrio e Marco Gatti! Tutto questo è Golosaria, anzi forse molto altro che non si può raccontare, perchè si può solo vivere: appuntamento in Monferrato, a marzo 2009, per la prossima edizione; e chi nell’occasione verrà a trovare i Corsari del Gusto, beh (è una promessa!) ne vedrà delle belle!