Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Ristoranti cinesi. Si? No? Boh….

Subito due premesse: primo, noi (per scelta) non frequentiamo ristoranti cinesi, innanzitutto perchè ci piace la genuina rusticità delle piole (equalcuna ancora resiste…), ci piacciono le robiole di Rossello Enrico con un bicchiere di Barbera contadina, ci piacciono le tradizioni delle nostre terre, e non ci piacciono affatto le pseudo-copie (mal riuscite) di tanti ristoranti etnici, che nulla hanno a che vedere con la vera cucina dei paesi d’origine… Questa la prima premessa. La seconda: siamo perfettamente consapevoli che ci sono anche ristoranti etnici, in Italia, che lavorano seriamente e bene, e ci sono viceversa ristoranti italiani (gestiti da italiani, e di proprietà italiana) che fanno penosamente schifo, e/o che sono zozzi, e che vivaddio se chiudessero nemmeno un cane li rimpiangerebbe… Però, ciò detto, “qualche però” c’è, eccome: ci chiediamo, perchè proprio ora tutto questo parlare di Cina, cinesi (non solo ristoranti) e made in China?! Ok, è scoppiato lo scandalo del latte: ma è forse una novità? Cosa c’è di tanto sorprendente? Perchè ci si accorge solo ora che la maggior parte dei ristoranti cinesi sono da evitare? Diciamo NO al latte cinese in polvere, ma perchè non più di un anno fa si annunciava tronfi d’orgoglio l’accordo per l’importazione di quello indiano?! E quante altre schifezze dannose alla salute ci hanno propinato, prima di questo latte con gli occhi a mandorla? Chi ha permesso tutto ciò?  Non pensate anche voi che certe logiche politiche/sociali/economiche/blablabla danneggino e basta la nostra agricoltura? Un pò come, ricorderete, la storia dello “sfilare si/sfilare no” all’apertura delle Olimpiadi di Pechino? Quei sant’uomini che ci governano, perchè mai e poi mai hanno detto agli industriali di casa nostra di non andare in Cina? Comunque, diteci la vostra: che ne pensate? Andate al ristorante cinese? Smetetrete di andarci? Continuerete ad andarci? Insomma, tutti ne parlano, anche il Vate (che non è Vasco Rossi, in questo caso): parliamone anche qui.

10 Commenti »

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10 Risposte a “Ristoranti cinesi. Si? No? Boh….”

  1. 1

    Corsaro dice:

    Barbera e robiole di Rossello Enrico: antidoto ai veleni quotidiani!

  2. 2

    Alberto M. dice:

    A me sembra tutto buono. I furbacchioni ci sono in tutte le comunità.

  3. 3

    Corsaro dice:

    Quello che dovrebbe fare pensare e che se lo diciamo noi Corsari, o uno qualunque, di non andare dai cinesi saremo tacciati di razzismo e tutta sta roba li: nazionalisti, capanilisti ecc. Ma VISTO CHE L’HO HA DETTO IL GURU, IL DEUX, IL GRANDE, L’UOMO CHE INSIEME AD ALTRI 50 PUO’ SALVARE IL MONDO SONO TUTTI CONTENTI. Sveglia pecoroni!

  4. 4

    Fabio Cavallari dice:

    Carissimo Corsaro,
    l’ho scritto anche sul blog di Paolo, ma mi ripeto anche qui da te.
    Accettata la tua premessa che faccio anche mia (però esser costretti a fare sempre le premesse per non esser tacciati di chiusura mentale etc. è una pratica che dovremmo scrollarci di dosso. Grazie quindi per averla fatta anche per me), io credo che si tratti soprattutto di una questione culturale.
    Mi considero un conservatore integralista, quasi reazionario, in campo culinario.
    Non frequento nessun ristorante etnico. Se proprio devo farlo, aspetto di andare nel paese di origine. Il cibo, il gusto richiama alle radici, ad un’identità, una storia. Non è solo percezione delle papille gustative. Così fosse parleremmo semplicemente di nutrimento.
    Io non sono preoccupato dai ristoranti cinesi, ma da chi li frequenta. Perché, mi chiedo. Quando sento qualcuno dire “stasera facciamo qualcosa di diverso, andiamo al cinese, o al ristorante greco”, mi rendo conto che sto dialogando con qualcuno che da un interpretazione del cibo e del gusto, subalterna al cibo ed al gusto. Per apprezzare un piatto è necessario essere educati al gusto. Se viceversa, considero il cibo un elemento secondario o accessorio, è evidente che prevale o l’aspetto meramente economico oppure quello stravagante. A proposito di stravaganze, sino a pochi anni fa a Luino (VA) dove abito, esisteva un ristorante che cucinava ancora pesce di lago. Ora bisogna fare chilometri per trovarne uno. Bene, il ristorante è stato ceduto ad una famiglia cinese. Il vecchio proprietario ha preteso che lo storico nome rimanesse nelle insegne, così si poteva leggere “Ristorante cinese Binda”. Il locale, è durato poco più di un anno. Lo hanno chiuso e dopo poco più di un mese è stato riaperto. E’ rimasto tutto uguale, hanno solo cambiato l’insegna. E’ diventato “Trattoria Emiliana Binda”. A Luino, una trattoria emiliana, gestita da cinesi! E’ una follia! Un insulto a Luino, al lago, all’Emilia, alle trattorie, al vecchio nome “Binda” e probabilmente anche alla Cina. Perché uno dovrebbe entrare in quel luogo? Perché? Perché?

  5. 5

    Luca dice:

    Grazie per l’intervento prezioso, Fabio. Ti ho già risposto sul blog di Paolo circa la trattoria emiliana/cinese di Luino, e c’è di che preoccuparsi… non poco, addirittura! Il discorso, è vero, è culturale, ma credo sia anche modaiolo (in senso di effimero, fatuo, finto): a me personalmente di ciò che si mangia non fa ribrezzo nulla, ma visto che per tanti purtroppo non è così, e allora “questo puzza, questo fa senso, questo fa schifo, ecc eccc…”, c’è da chiedersi: perchè a un ventenne di oggi (ammesso che l’abbia mai assaggiata) fa schifo la trippa, ma i rotolini di sushi o il kebab con carne di mammuth se li sbaffa che è un piacere?! Semplice, perchè in una società indotta e addormentata come la nostra, ci stanno facendo passare per buono tutto ciò che in una parola si può definire “moderno”… Io non dico che si dovrebbe andare in giro con pelliccia di orso e clava in mano nel 2008, ma certo è che avanti di questo passo la perdita di valori (già oggi altissima…) diventerà totale. E poi per chiudere, ne dico una: rispetto tutto e tutti, ma da 32 anni (cioè da quando sono nato) vivo in mezzo alle risaie, e ti assicuro di sapere con certezze “scientifiche” che nel periodo della monda ci sono i cinesi che di giorno lavorano in campagna (e lavorano come matti, nulla da dire) e alla sera si portano a casa la materia prima di fare arrosto: LE NUTRIE!!! Senza moralismi, intolleranze, odi, razzismo, qualcosa vorrà pur dire, no?

  6. 6

    Corsaro dice:

    Benvenuto Fabio tra i Corsari del Gusto. Che onore! Concordo in pieno sulle tue perplessità. Credo che la “mente collettiva” sia qualla di un bimbo di 5/6 anni da quale è arduo, se non impossibile, aspettarsi scelte consapevoli. Speriamo, nel nostro piccolo, che le domande che ci poniamo servino a muovere le acque. Ho detto muovere non dividere.

  7. 7

    marzia dice:

    mi piacerebbe poter mangiare cibo cinese in cina… cose autentiche, non cane e gatto che mi fa senso (meno che mai le nutrie!!!!!!). peccato che non credo di poter arrivare mai da quelle parti…
    comunque, a pane e toma non si sta poi male 😉 toma che sai da dove viene, ovviamente!

  8. 8

    G.T.Agricoltori dice:

    Leggo commenti molto interessanti e…..incrdibili!
    una trattoria “emiliana” gestita da cinesi!!!!!!
    comunque condivido in pieno tutto l’intervento di Fabio.

  9. 9

    Tommaso Farina dice:

    Scusate, qual è il blog di Paolo? Lo chiedo perché il sottoscritto è stato uno dei primi a parlare del ristorante cinese di Luino, avevo anche intervistato la vecchia proprietaria nonché i nuovi proprietari cinesi.

  10. 10

    Corsaro dice:

    Su Barbabietola.

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