Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

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No! La patata no!

Quando il territorio si sveglia?

Nel post precedente ho promesso che …continua. Un’altra volta però, non oggi.

Si rimane senza parole! Negli ultimi trenta giorni è successo di tutto: si è anche spostato l’asse terrestre!  Patate trans, McItaly, zuffe per le regionali, politica immonda, fabbriche che chiudono tutti giorni, latte dei distributori velenoso… Sulle patate trans, in qualità di Corsaro del gusto e del buongusto, dico che è abominevole: pure la patata ci tolgono!

Tolgono la bella e buona patata, fatta da mammasua, e ci rifilano una patata da laboratorio: una patata gonfiabile!  Poi, la storia di McItaly veramente curiosa. Lo stato italiano, cioe NOIO, che finanzia una multinazionale. E’ come quel marito che per fare dispetto alla moglie si tagliò i gioielli di famiglia. Infatti, non so fino a che punto la multinazionale possa fare gli interessi della nostra agricoltura. Quelli la vivono di grafici, bilanci e tornaconti. Sarà!

Tralasciando tutto il resto di cose nefaste quello che più mi stipisce è la totale assenza di reazioni da parte di chi deve per lavoro e di chi dovrebbe per diritto. Qualcuno brontola ma, di fatto, gli orchi avanzano, distruggendo la nostra, già malata, identità.

Ma la patata! Per noi che,  di patata viviamo, sostituirla con una gonfiabile è veramente tragico! (By Corsaro)

Lo scandalo della Fontina

(Fonte: Quale formaggio)

Dalle indagini, condotte dal Corpo Forestale della Valle d’Aosta e dai Nas e coordinate dal pm Pasquale Longarini, è emerso tra l’altro che l’azienda agricola Cabraz, di Jovençan, nonostante avesse la stalla bloccata in quanto alcune bovine erano risultate malate, ha continuato a produrre la Fontina Dop. Quando non ha più potuto trasformare direttamente, ha ceduto il latte al caseificio Duclos che lo miscelava con quello proveniente da altri conferimenti per la produzione del formaggio tipico valdostano. La Fontina veniva poi immessa sul mercato. 

Secondo l’accusa, inoltre, Duclos avrebbe venduto dello zangolato, un burro grezzo che potenzialmente contiene un’alta carica batteriologica, per burro di panna pastorizzato. In alcuni supermercati valdostani gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno sequestrato alcune Fontine cosiddette “rosse” (sempre di produzione del caseificio di Duclos) che non avrebbero dovuto essere commercializzate in quanto contenenti colosto.

I nomi degli arrestati

Le undici misure cautelari agli arresti domiciliari hanno riguardato Antonio Albisetti, di 43 anni, di Montjovet, Fabrizio Bisson, 31 anni, di Gressan, Emilio Cabraz, 67 anni, di Jovençan, Marisa Cheillon, 46 anni, di Gignod, Angelo Letey, 50 anni, di Valpelline, Elio Louisetti, 51 anni, di Bionaz e Gabriele Vièrin, 61 anni di Gressan (tutti allevatori), a cui si aggiungono i veterinari Davide Mila, 49 anni, di Morgex, Claudio Trocello, 54 anni, di Aosta e Massimo Volget, 38 anni, di Brissogne. Ai domiciliari è stata costretta anche Rosella Badino, 50 anni, di Pralormo, località in provincia di Torino, legale rappresentante del laboratorio di analisi di Carmagnola: «invece di sopprimere gli animali malati – spiega il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia – in stalle dove erano già stati identificati bovini affetti da tubercolosi, alcuni allevatori si affidavano alla struttura di Carmagnola per spostare il bolo di riconoscimento su animali sani, oppure li facevano macellare, senza rinunciare però ai contributi europei distribuiti attraverso la Regione. Anche per quanto riguarda il latte, in certi casi veniva dichiarato che sarebbe stato utilizzato solo per l’alimentazione delle vacche. Il latte che doveva restare fuori commercio veniva invece mescolato ad altro latte per la produzione di formaggi: tra allevatori e caseificatori c’era anche un legame familiare. In diversi casi, per fortuna, i commercianti si sono accorti di una cattiva conservazione dei prodotti e li hanno rimandati indietro senza venderli».

E’ una cosa indegna, una cosa che non può avere scusanti. Un ultriore segno della decadenza del genere umano. Leggete il pezzo sulla notizia del giornalista ed amico Stefano Mariotti: Val D’aosta travolta dallo scandalo. Un danno enorme all’immagine del nostro paese. Che peccato, un pezzo di storia che rischia di scomparire. (By Corsaro)

Hanno paura!

Hanno una fottuta paura che una presa di coscienza, magari aiutata dai tempi di vacche magre, faccia capire, ai più,  che si può anche vivere senza facebook, playstation, dreamcar, televisione, cellulari ultimo grido, vacanze a Sharm, pomodori d’inverno e tutte quelle cose, assurde inutili e costose che la generazione dei miei nonni, ora novantenni, non conosceva e guardacaso sono ancora qui, nonostante tutto. Temono che qualcuno, organizzandosi per i beni di prima necessità, semini l’idea che senza supermercati si mangia lo stesso, e anche meglio! Temono la fine dell’era del petrolio e l’inizio dell’era della coscienza: l’uomo che spezza le catene, prende consapevolezza ed usa la teconologia al servizio di se stesso nel rispetto di GAIA che ci ospita.

Gli uomini neri, burattinai della civiltà del petrolio, si celano dietro l’operato dei culi pallidi che imperterriti gridano all’ottimismo e, dato il Natale imminente, vorrebbero tutti felici e contenti. Felice e contento perchè è Natale? Non sono un fottuto egoista ed ho ancora una sensibilità che, se volete, mi frega, ma mi spinge a pensare, per esempio,  come cavolo passeranno il Santo Natale le vittime di quel grosso imbroglio che si chiama caso Parmalat e che ultimamente ha visto il concludersi di un processo senza giustizia. Giustizia oggi è una parola sconosciuta. Contenti perchè i nostri soldi, già dimezzati con l’avvento dell’euro, ora sono mangiati dal meccanismo perverso e diabolico della finanza creativa?  E LO STATO SOCIALE DOVE ANDRA’ A FINIRE? Dovremmo essere felici con un debito pubblico da paese del terzo mondo, fatto dalla casta e i suoi adepti che, orrore, ora ci richiamano all’etica e sono per tre quarti indagati per ogni sorta di motivi?

Civiltà del petrolio perchè è tutto petrolio quello che vediamo e quello che mangiamo. Pensateci bene…non mi sembra cosa buona e giusta. (By Corsaro)

Stand up and fight! (Alzati e cammina, ops, e combatti!)

Non vi nego che la frase ad effetto mi piace. A prescindere dalla fonte che, in questo post, non c’entra nulla.

ALZATI E COMBATTI al contadino giullare del potere che, tra mercatini del gusto, filiere corte, farmer market, mutui con i quali siesprime la propria dignità “,  è ridotto ad un burattino. Avete letto il teatrino dei numeri che questa estate veniva strombazzato in ogni Tiggì? I ricarichi del 200%, del 1000%, del 10000%. E la faccenda dell’SMS per segnalare irregolarità dei prezzi? A cosa siamo giunti: alla guerra dei poveri? E allora vai contadino, abbatti la filiera, prenditi carico di tutti i passaggi (hai le scarpe grosse) e…REGALA la tua manodopera. Tanto sei abituato, sei stato abituato! Perchè, tu contadino, DEVI, fare prezzi inferiori della gdo: perchè tu sei buono, tu sei bello tu sei uno che va lento non hai fretta di vivere e tanto meno arricchirti. Giammai!

ALZATI E COMBATTI Lento e TONTO: accusato di ogni sorta di nefandezza, di uccidere le api, di volere usare gli OGM (non si possono coltivare ma si possono importare. Buffo no?), di avvelenare l’atmosfera con le scorreggie dei propri animali, subisci la gogna e vieni esposto al pubblico ludibrio a meno che non ti converti e torni ad usare una zappa, allevi un maiale e due galline, abbai alla luna, spargi cornughia al vento, ristrutturi il rustico con piscina olimpionica e ti dai all’agriturismobusiness. Pensate che i teconoculipallidi dai loro fetecchiosi uffici, prima ci hanno svenduto (alla CEE, alla Cina ed a Gargamella), poi fanno finta di aiutarci con la bufala del territorio, del lavoro per, con, fra, nel territorio. Credetemi, a quei culacci pallidi, non frega del territorio. Frega il DANARO del territorio e dell’indotto che ruota attorno al gusto. Non avete idea di cosa costa la “macchina organizzativa”, delle fiere del gusto. Un giorno, magari, ne parleremo.

ALZATI E COBATTI  Ma come possono pensare che si diventi tutti commercianti delle nostre produzioni? E, peggio ancora, vendute a prezzi inferiori alla GDO? Sapete cosa produce questa miserabile pensata? CONCORRENZA SPIETATA! La gdo, attigendo le derrate da…”altri mondi”,  abbassa ancora di più i prezzi e buonanotte: filiera corta al tappeto. Facciamola valere per davvero la nostra qualità, non svendiamola. E allora ecco la mia idea, magari bizarra, ma perfettamente in linea con i “miracoli” che succedono in Italia. Ritornamo alla origine delle cose e al buon senso: una cosa sono i prodotti di alta gamma ( ne continui la commercializzazione chi ne è all’altezza)  e altra cosa è il cibo quotidiano. Questo senza volere fare dei distinguo ma solo per cercare un pò di  buon senso.  Basta con l’assurda e non sostenibile idea che tutti devono mangiare culatello, caviale, lingue di pappagallo e bere champagne. L’agricoltura deve nutrire la massa, come è giusto che sia e la massa non può (Ahimè! Ma l’ho capito anche io) correre per le cascine a comperarsi cose buone. E allora, dato le condizioni che ci sono, che le amministrazioni comunali facciano una ordinanza dove si OBBLIGA i supermercati locali ad usare prodotti del territorio e di qualità per una misura non inferiore all’80%. Un piccolo favore in cambio di tante rotonde, urbanizzazioni selvagge, cementificazioni galoppanti che quasi tutti i Comuni, FORSE, hanno…e qui mi fermo. Ma ancora una cosa a chi pretende di avere ricette salvacrisi: PIANTATELA DI PRENDERCI IN GIRO! SCOPRITE I PRODUTTORI LOCALI SOLO ORA? VOLETE AIUTARCI? ALLORA: BLOCCO DELLE IMPORTAZIONI, IMMEDIATO. Ecco un buon uso degli strumenti che abbiamo senza creare false aspettative e danni ulteriori. Ecco un modo che cuniugando la nostra qualità e quantità può reggere la concorrenza con quello che prima o poi finiremo con il mangiare: “nulla”, se andiamo avanti a slogan.                                                                                Pace e bene. (By Corsaro)