Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Archivio Blog

Terra Madre, il salone e tutto l’ambaradan del gusto.

Accipicchia: argomento spinoso dato che tutto la stampa e il modo mediatico, in coro, hanno dimostrato goduria e soddisfazione verso questo biennale evento. Possibile che un piccolo ed insignificante contadino della provincia di Cuneo abbia qualcosa da dire e, peggio ancora, scrivere?

Prima di tutto chiarezza! Nulla di personale, nessuna guerra ma solo qualche considerazione. Dopo la chiarezza ci vuole una premessa: nulla da dire sull’operato dei lenti, pardon, di slow food,  hanno creato quello che non c’era. 

Ma, partiamo da un fatto: il mondo stà cambiando in maniera vertiginosa credo, però, nulla di non prevedibile. Si stà verificando quello che le lobby del potere hanno, da tempo, pianificato, pilotato e strutturato. Nulla di nuovo all’orizzonte. Nel 2013 cadranno i dazi verso Brasile e Venezuela  dove esistono già impianti, agroindustriali, di filiera avicola, per rimanere in tema del mio lavoro. Mangeremo polli carioca. Ad oggi la Foresta Amazzonica è insidiata da coltivazioni di soya per alimentare animali. Soya OGM naturalmente ma questo è il male minore. Siccome li le estensioni sono a perdita d’occhio usano mezzi volanti per cospargere di fitofarmaci e diserbi le culture. Come diserbante sembra che usino il Roundup della Monsanto (Glifosato) , micidiale contro tutto, seccatutto.. la soya non secca perchè modificata geneticamente ad essere diserbo-compatibile.  Succede qualche volta che si spruzzi del diserbo su persone ed animali, su fattorie. Ma avevano solo da spostarsi, no?

Cosa c’entra?

La mia mente limitata è 40 anni che sente le varie associazioni parlare in merito alla fame del mondo neppure si continua a morire di fame…                                                                                                              Sono stufo di chiacchere, di filosofi, di prediche, di molleggiati che pontificano  su questo e quello. L’uso strumentale dei soliti poveri del mondo che ci vengono sbattuti in faccia per farci vergognare del nostro benessere quasi come il peccato originale fosse del povero padre di famiglia (o madre) che si sveglia tutti i giorni alle 05.00 e va a bollare la cartolina o mungere la vacche o qualsiasi altro lavoro normale.

Quanti soldi spesi solo per parlare? E per risposta…solo immagine, solo apparenza, solo propaganda.

E la condizione dei contadini in Italia? In mano ad una agroindustria che, di fatto, ha già costruito i suoi stabilimenti all’estero e tra non molto chiuderà quelli nostrani lasciando a piedi chi ci lavora, soprattutto in soccida. Altro che la soccida sia un bengodi…Siamo schiacciati, siamo in estinzione. Ma torniamo a noi.

Di fatto si stanno delineando (la forbice) due stili di intendere il cibo. Uno industriale, fatto in catena di montaggio ed uno fatto dalle mani dell’uomo. Io lavoro in quest’ultimo. Ho fatto le mie scelte, pagando di tasca mia successi ed insuccessi. Come tanti onesti imprenditori è una vita che pago. Continuo a credere in una economia liberale fatta da uomini leali, non ho detto cardinali! Lealtà ed onestà: ci credo ancora!             Non ho accettato di divenire schiavo dell’agroindustria e non intendo accettare divenire schiavo di qualsiasi altra organizzazione anche se buona, pulita e giusta e, purtroppo, mi sembra che qualcosa si muova in questo senso. Chi ha fuitato il business del cibo buono e pulito non mi convince affatto anche se osannato dai media e, mi sembra, da tutta la stampa del settore. Mai una intervista ad un contadino-produttore, sempre ai soliti, fotogenici, personaggi. Ci fanno intendere solo e sempre che va tutto bene, che tutto funziona. Ma, chi lavora dietro le quinte, sa che non è così. Però sembra che ci si sia arresi alle ingiustizie. Pur di apparire nell’orgia dell’ mondo perfetto si strapaga e si  è disposti a tutto. L’immagine prima di tutto! Pure Carlo di Inghilterra ci si mette. Eggià dall’alto della sua integerrima figura.! Mi ricordo una puntata di Report nella quale la giornalista Milena Galbanelli parlò dei milioni di premi Pac che finiscono nelle tasche dei soliti ricchi, altro che contadini. Tra i ricchi c’era al primo posto, grazie alle Sue immense tenute,  il Re. Evviva il RE.

Vasco Rossi ha scritto una poesia bellissima (E adesso tocca a me)  che lui canta, alla sua maniera da “deluso”, calza a pennello con lo stato d’animo che ho in questo momento. Permettetemi la voglio riportare:  

E adesso che sono arrivato
Fin qui grazie ai miei sogni
Che cosa me ne faccio
Della REALTÀ

Adesso che non ho
Più le mie illusioni
Che cosa me ne frega
Della VERITÀ

Adesso che ho capito
Come va il mondo
Che cosa me ne faccio
Della SINCERITÀ
E adesso
E adesso

E adesso che non ho
Più il mio motorino
Che cosa me ne faccio
Di una macchina

Adesso che non c’è
Più Topo Gigio
Che cosa me ne frega
Della Svizzera

Adesso che non c‘è
Più brava gente
E tutti son più furbi
Più furbi di me

E ADESSO CHE TOCCA A ME
E ADESSO CHE TOCCA A ME
E ADESSO CHE TOCCA A ME…

Come al solito, GRAZIE VASCO!  Forse è tempo che i Corsari si cerchino un isola dove vivere in pace visto che non riescono darsi pace in un mondo di finti eroi. ( By Corsaro)

AGGIORNAMENTO: MIRACOLO TORINESE, QUALCUNO OSA PENSARE. GUARDATE QUI.

Stand up and fight! (Alzati e cammina, ops, e combatti!)

Non vi nego che la frase ad effetto mi piace. A prescindere dalla fonte che, in questo post, non c’entra nulla.

ALZATI E COMBATTI al contadino giullare del potere che, tra mercatini del gusto, filiere corte, farmer market, mutui con i quali siesprime la propria dignità “,  è ridotto ad un burattino. Avete letto il teatrino dei numeri che questa estate veniva strombazzato in ogni Tiggì? I ricarichi del 200%, del 1000%, del 10000%. E la faccenda dell’SMS per segnalare irregolarità dei prezzi? A cosa siamo giunti: alla guerra dei poveri? E allora vai contadino, abbatti la filiera, prenditi carico di tutti i passaggi (hai le scarpe grosse) e…REGALA la tua manodopera. Tanto sei abituato, sei stato abituato! Perchè, tu contadino, DEVI, fare prezzi inferiori della gdo: perchè tu sei buono, tu sei bello tu sei uno che va lento non hai fretta di vivere e tanto meno arricchirti. Giammai!

ALZATI E COMBATTI Lento e TONTO: accusato di ogni sorta di nefandezza, di uccidere le api, di volere usare gli OGM (non si possono coltivare ma si possono importare. Buffo no?), di avvelenare l’atmosfera con le scorreggie dei propri animali, subisci la gogna e vieni esposto al pubblico ludibrio a meno che non ti converti e torni ad usare una zappa, allevi un maiale e due galline, abbai alla luna, spargi cornughia al vento, ristrutturi il rustico con piscina olimpionica e ti dai all’agriturismobusiness. Pensate che i teconoculipallidi dai loro fetecchiosi uffici, prima ci hanno svenduto (alla CEE, alla Cina ed a Gargamella), poi fanno finta di aiutarci con la bufala del territorio, del lavoro per, con, fra, nel territorio. Credetemi, a quei culacci pallidi, non frega del territorio. Frega il DANARO del territorio e dell’indotto che ruota attorno al gusto. Non avete idea di cosa costa la “macchina organizzativa”, delle fiere del gusto. Un giorno, magari, ne parleremo.

ALZATI E COBATTI  Ma come possono pensare che si diventi tutti commercianti delle nostre produzioni? E, peggio ancora, vendute a prezzi inferiori alla GDO? Sapete cosa produce questa miserabile pensata? CONCORRENZA SPIETATA! La gdo, attigendo le derrate da…”altri mondi”,  abbassa ancora di più i prezzi e buonanotte: filiera corta al tappeto. Facciamola valere per davvero la nostra qualità, non svendiamola. E allora ecco la mia idea, magari bizarra, ma perfettamente in linea con i “miracoli” che succedono in Italia. Ritornamo alla origine delle cose e al buon senso: una cosa sono i prodotti di alta gamma ( ne continui la commercializzazione chi ne è all’altezza)  e altra cosa è il cibo quotidiano. Questo senza volere fare dei distinguo ma solo per cercare un pò di  buon senso.  Basta con l’assurda e non sostenibile idea che tutti devono mangiare culatello, caviale, lingue di pappagallo e bere champagne. L’agricoltura deve nutrire la massa, come è giusto che sia e la massa non può (Ahimè! Ma l’ho capito anche io) correre per le cascine a comperarsi cose buone. E allora, dato le condizioni che ci sono, che le amministrazioni comunali facciano una ordinanza dove si OBBLIGA i supermercati locali ad usare prodotti del territorio e di qualità per una misura non inferiore all’80%. Un piccolo favore in cambio di tante rotonde, urbanizzazioni selvagge, cementificazioni galoppanti che quasi tutti i Comuni, FORSE, hanno…e qui mi fermo. Ma ancora una cosa a chi pretende di avere ricette salvacrisi: PIANTATELA DI PRENDERCI IN GIRO! SCOPRITE I PRODUTTORI LOCALI SOLO ORA? VOLETE AIUTARCI? ALLORA: BLOCCO DELLE IMPORTAZIONI, IMMEDIATO. Ecco un buon uso degli strumenti che abbiamo senza creare false aspettative e danni ulteriori. Ecco un modo che cuniugando la nostra qualità e quantità può reggere la concorrenza con quello che prima o poi finiremo con il mangiare: “nulla”, se andiamo avanti a slogan.                                                                                Pace e bene. (By Corsaro)

AOSTA: una nuova bottega del gusto!

Un successo sabato 30 agosto 2008 l’inaugurazione della bottega Sapori e Tradizioni in Aosta via L. Martinet 28

 

 

 

 

Impegnatissima la signora Ivana nel preparare ed offrire assaggi delle tante golosità proposte nella sua bottega.

 

 

 

 

 

 

La bottega sembra una “stiva” ricolma di ogni prelibatezza.

Sullo sfondo il Sig. Vittorio esperto (e goloso) guormet. A lui il difficile compito di cercare e selezionare prodotti offerti in bottega.

 

 

 

 

Il “pezzo forte” della bottega: manicaretti freschi prodotti giornalmente dalla signora Ivana, tra i quali non può mancare la pasta fresca.

 

 

I Corsari del Gusto sono impegnati nella ricerca e segnalazione delle piccole realtà dove “Terra, Tradizione e Territorio” si incontrano per farci emozionare, sognare, saziare ma soprattutto stupire! Si! Stupire. Perchè, in controtendenza ad una economia che vede solo numeri, location e business, queste piccole realtà sanno ancora parlare al nostro cuore: “qui si fanno due parole non solo la fila con il numerino in mano!” Ditemi quello che volete ma il cuore, un sorriso e due parole fanno bene, fanno piacere e possono anche fare partire bene, o aggiustare,  la nostra giornata. (By Corsaro)