Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

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Notizie vaganti

Ogni tanto leggo, con fatica,  i quotidiani locali (poco) e nazioanli (poco +)

Salto di norma le prime pagine: non capisco perchè le barzellette non le mettono al fondo, come un tempo.

Due notizie mi hanno interessato quel minimo per poi ricordarle giorni dopo. La prima è il progetto dei cari amici gialli, ovvero CD, del creare una rete nazionale di gdo verde sfruttando la rete dei CAP (Consorzi Agrari Provinciali). La seconda è l’invito dei cari amici lenti, ovvero slowf, di bere vini che costano sotto i 10 euro perchè l’ingordigia di danari dei signori del vino da trenta euro a bottiglia ha prodotto l’attuale ingolfamento del mercato vitivinicolo. La colpa, sempre secondo i lenti che scrivono su LA STAMPA di ieri, è dei critici che negli anni hanno spinto solo cantine con 5 stelle. (hai hai, prevedo botte da orbi)

Allora, tutti seduti, e procediamo con calma perchè oggi la querela è facile!

Ai gialli: Bene bravi e bis! Ottima idea che avevo già letto nel blog di un fanatico: clicca, siediti comodo e leggi.

Ai lenti: Bevo un dolcetto di Dogliani, Valdibà la zona migliore,  da 3,5 euro a bottiglia. Ancora meno se lo compri sfuso. Grazie lo stesso del consiglio. Prosit!

Cuneo: “Fiera del Marrone”

A Cuneo anche quest’anno si è svolta la fiera della castagna detta anche  marrone. Una bella fiera con una affluenza notevole (più di 100.000 capoccie) che dura quattro giorni, dal giovedì alla domenica.

Ho partecipato anni addietro, l’ultima volta, se non mi sbaglio,  nel 2006. Mi ricordo che dopo la fiera scatenai un bel casino… Furono quattro giorni duri di cui tre di brutto tempo e alla domenica, noi produttori eravamo veramente sclerati. Ma la  lamentela più “sonora” era quella della scadente (diciamolo) qualità di certi espositori: “tre salami millo lire”.  Anche la location ci andava male: sempre più in fondo via Roma, verso il cimitero,  lontano dalla Piazza Galimberti, il cuore della città.

Ma l’ unico che mise nero su bianco queste lamentele indovinate chi è stato? Eccomi qui, per servirvi! Scrissi un bel pezzo, indirizzato al Signor Sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia, e lo inviai ai giornalai locali, OPS, ai giornali locali.

Finì che il Sindaco mi fece l’onore di una Sua personale convocazione (chissa quanti leccaculo si sono morsicati le palle e si sono prodigati per cercacre di spiegare al “Primo Cittadino” la mia totale pericolosità in quanto “spirito libero”) per discutere “insieme” le eventuali migliorie per la fiera. Negli anni a venire la  Fiera del Marrone migliorò in qualità di espositori (qualche zecca, ahimè, sopravvive ancora) e location che quest’anno è FINALMENTE in cima a via Roma, attaccata a piazza Galimberti.

Veniamo al dunque, all’oggi.  Farei due belle segnalazioni di produttori:

1) BUTTIERO E DOTTA, Cascina Bulla, ROCCAVERANO: Robiola di Roccaverano D.O.P e ottimi caprini. (0144-93183   http://www.buttieroedotta.com)

2) LA FISSELLO DOC – Formaggi d’alpeggio Caprini e Vaccini a latte crudo – Via Contrada Gelata 10, Frazione Morra, Villar S.Costanzo (CN) (347-8719121/338-3020788)

Altra segnalazione è che con immenso piacere ho visto diversi giovani, figli di agricoltori, diplomati perito agrario ed  ex allievi di mia moglie, che hanno intrapreso l’attività di contadino-produttore e commerciante dei propri prodotti. Chi nel miele, chi nei formaggi, chi nella carne e salumi…Cosa vuole dire? Che UNA NUOVA GENERAZIONE DI AGRICOLTORI SI STA FACENDO STRADA, LONTANI DALLE LOGICHE BARBARE DEI NEGRIERI DELL’AGROINDUSTRIA. LIBERTA’!! (By Corsaro)

Fattorie Fiandino, il Grana a KM zero.

“Imprenditori di razza”. Questo è l’aggettivo che mi viene in mente mentre parlo della famiglia Fiandino.

La storia inizia con Magno Fiandino che, negli anni 20, acquistò la Cascina Palazzo a Villafalletto (CN) per dedicarsi all’allevamento dei bovini. D’ estate portava i suoi animali in alpeggio, alle sorgenti del fiume Stura di Demonte (CN), in un paesaggio da favola.  A questa favola si aggiunse in seguito il Caseificio, verso la fine degli anni 40, per opera dei figli di Magno, Giovanni, Battista e Luigi.

Oltre 50 anni fa, i Fiandino, fuori delle logiche di un certo qual immobilismo del “bogia nen” piemontese, sono lungimiranti e mettono in pratica la filiera corta, il prodotto a km zero, dal produttore al consumatore. Allevamento, coltivazione delle materie prime, trasformazione del latte in formaggio e vendita!

Oggi i cugini Mario ed Egidio Fiandino si occupano con successo dell’azienda che esporta in tutta la galassia. Non esageriamo: nel mondo conosciuto. Ed ecco l’azienda:  (clicca e leggi sotto)

corsaroeindiano [800x600]In primis l’allevamento di brune alpine, oggi accudite al signor Daljit (è il signore senza basette ma con barbone e baffoni. Quello con basette, per i pochi che non lo sanno, sono io)

Poi la trasformazione nel caseificio dove la principale produzione è il Grana (vedi foto)grana fresco

Ma non solo Grana, anche altri prodotti tra cui u na toma a latte crudo chiamata Lou Bergier (pastore in lingua occitana) e un formaggio alla birra Baladin. Straordinario è il caglio vegetale con cui vengono prodotti. Cliccando qui e anche qui potete avere tutte le notizie su questo antico metodo.

E’ stata una sorpresa trovare negli uffici dell’azienda Fiandino, come collaboratore, una “firma storica” del marketing aziendale: Lelio Bottero (clicca). Lelio, insieme all’ormai guru della birra Teo Musso (baciamolemani), operò per molti anni nella creazione e formazione di quello che è oggi: il mito della birra Baladin, la birra di Piozzo. Eggià!

E’ una bella realtà che, tra l’altro, dista 10 minuti d’ auto dalla mia azienda. E’ proprio vero: prima di cercare lontano, guarda bene quante cose belle (e buone) ci sono intorno a te! (By Corsaro,  foto by Lelio e CdG)

Agricoltori armiamoci e…partite!

images3Partite nel senso di partire,  scoppiare, finire, chiudere. Questo è un pò il senso dei discorsi che si sentono in piazza, al mercato e nel mondo agricolo. Qualcuno parla di una agricoltura che scompare per fare spazio ai prodotti esteri delle multinazionali che, in fondo, sono quelle che beno o male fanno girare il mondo.

Stronzate!

L’autocommiserazione, l’abbandono all’ idea che nulla cambia, che il mondo è così e null’altro che il pensiero inculcato dalla propaganda. I nostri nonni, oggi ultranovantenni,  si sono sopportati due guerre mondiali e qualcuno è ancora qui: come una roccia.

Propaganda è anche seminare polvere di ottimismo misto ad incenso (ottimismo liturgico) che vorrebbe “drogare” e caricare le masse per meglio sopportare quello che ci spetta ancora di vedere. Bisogna partecipare, infilarsi nelle istituzioni, fare sentire il fiato sul collo a chi abbiamo mandato ai piani alti.

Realismo, calcolo millimetrico, rinuncie, lungimiranza, cera nelle orecchie per non sentire il canto delle sirene, olio di gomito, pane e pomodoro. Petto in fuori e palle in dentro.  Ecco la mia ricetta anticrisi!                                                            Sfido chiunque  a contraddirmi. (By Corsaro)