Archivio per la categoria 'corsari arrabbiati'
Fermiamo il biogas, bioinganno e biospeculazione.
Pubblicato da Corsaro del Gusto
Dal blog RURALPINI del Professor Michele Corti:
Cosa ci fanno quattrocento persone stipate in una ex-bocciofila di un paese della bassa bolognese in un’afosa serata estiva? Saranno lì per la solita sagra penserete. Macché, sono lì attente per ascoltare una raffica di interventi – protrattisi sino all’una suonata – che parlano di biogas, di biomasse, di energie rinnovabili più o meno sostenibili, di procedure amministrative, di piani energetici ecc. ecc.
Quattrocento persone riunite in assemblea in un comune di cinquemila abitanti sono tante pur tenendo conto che alcuni venivano da comuni limitrofi. Sono troppe per pensare che siano lì perché ‘punte sul vivo’, perché i progettati impianti sorgerebbero a ridosso delle loro abitazioni, sono troppe per liquidare il forte movimento di opposizione locale alla speculazione sull’energia da biomasse agricole come ‘sindrome Nimby’ ovvero come espressione di un moto egositico, pronto a dire NO a tutto (Nimby è l’acronimo di “not in my backyard”, ovvero “non nel mio cortile”). Chi pensa che i comitati anti centrali di Galliera siano espressione di ‘Nimby’ è del tutto fuori strada. Basterebbe a dimostrarlo la presenza di una grande discarica che Galliera ‘periferia dell’impero’ in quanto al confine con Ferrara, si è accollata a pro del resto della provincia.
Non è solo questione di ‘puzza’
Il fatto è che i comitati di Galliera e degli altri comuni non si sono mobilitati solo per la ‘puzza’ (come qualcuno riduttivamente e strumentalmente cerca di lasciare intendere) o per la prospettiva di possibili rischi per la salute e di vedere svalutato il valore immobiliare delle proprie case (per le quali magari si sta pagando ancora un mutuo. Se fosse così i Comitati raccoglierebbero l’adesione di molte meno persone. In realtà chi partecipa a questi comitati, alcuni sorti ad hoc, altri già esistenti come quello “Territorio e vita” di Galliera si preoccupano anche dell’agricoltura locale, caratterizzata da produzioni pregiate, della salute della terra, di quella di chi avrà la sfortuna di vivere a pochi passi dalla ‘centrali’. Si contesta un modello di ‘soluzioni ecologiche’ non verificate, imposte dall’alto, con procedure poco trasparenti e un sistema che consente a società improvvisate (spesso ‘scatole cinesi’) di diventare operatori agroenergetici senza possedere terreni ma solo prendendoli in affitto da agricoltori che ricevolo ‘offerte che non si possono rifiutare’ ovvero fuori mercato.
Il Professor Michele Corti (clicca se non conosci), con grande coraggio, affronta un tema scottante che interessa anche la mia provincia dove, ahimè, pochi ne parlano.
Anzi, nessuno ne parla con cognizione di causa ma se ne parla perchè “sulla carta” risolverebbe diversi problemi. Legittimerebbe anche i famigerati allevatori senza terra: vera rovina del mondo contadino.
Sentire che i lenti di slow food Cremonese si stanno muovendo (clicca), penso, che sia di buon auspicio: in Provinia di Cuneo c’è la sede principale! C’è il guru in persona!
Spero che si muova al più presto qualcosa! (By Corsaro)
Ambiente? Ma chi se ne frega dell’ambiente!
Pubblicato da Corsaro
Quante ciance sulla salvaguardia dell’ambiente!
Salviamo la natura, i fiumi, i mari, la terra madre, la madre terra…
Il contadino custode dell’ambiente! Ma che bello, molto country, molto “di sinistra” come diceva un tal Giorgio Gaber in una sua poesia cantata.
PURTROPPO LA REALTA’ E’ UN ALTRA!!
Ogni giorno il nostro ambiente viene violentato nella più totale indifferenza. Di tutti!
Nel post precedente ho parlato di fotovoltaico nei terreni agricoli, cosa che ha fatto scendere in campo tutti i grandi ecologisti, associazioni ambientaliste, e i vari difensori del verde pubblico e privato. Tutti daccordo che bisogna impedire che, con gli impianti fotovoltaici in pieno campo, nel giro di pochi anni, sparisca ogni spazio verde coltivato o non coltivato. Bene! Sapete cosa hanno fatto? Hanno messo (come amano dire Lorsignori) dei paletti che impediranno lo scempio. Uno di questi paletti è il divieto di costruire impianti fotovoltaici nei terreni di prima classe.
Scusate ma mi viene da sconpisciarmi dalle risate. Amare però!
Variare la classe di appartenenza di un terreno è cosa di 10 minuti: fatta la legge trovato l’inganno. Credo che in questo modo, con il miraggio dei guadagni facili, legalmente molto discutibili, il suolo agrario rischia l’estinzione.
Altro argomento?
Ogni giorno, nella mia provincia dei balocchi, vengono scaricati litri e litri di liquami zootecnici nei fossi, che poi vanno nei fiumi, che poi vanno nei mari…( vedi foto: particolare schiuma di liquame)
E questo succede nell’indifferenza di tutte quelle istituzioni, comprese le associazioni di categoria che tanto si prodigano per la campagna che è nostra amica.
Ancora?
Metalli pesanti nei mangimi! Mai sentito?
E’ pratica quotidiana farcire i mangimi zootecnici, oltre le innumerevoli innominabili galuperie, di metalli pesanti ai fini…terapeutici? Non so, andrebbe chiesto agli alchimisti, pardon, formulisti dei mangimisti. La loro presenza si legge tranquillamente nei cartellini cuciti sui sacchi o allegati alle bolle di consegna di questa …merce.
Sta il fatto che, questi metalli, si accumulano nelle carni che poi noi mangiamo…
Sta il fatto che vengono assorbiti in parte nella digestione degli animali, altra parte viene evacuata, per le due vie principali, liquida e solida, e finisce in falda.
Mi ricordo, a tal proposito, che anni fa, si usava tranquillamente arsenico…ma che bontà!
Pessimista? No, realista!
By Corsaro
No! La patata no!
Pubblicato da Corsaro
Quando il territorio si sveglia?
Nel post precedente ho promesso che …continua. Un’altra volta però, non oggi.
Si rimane senza parole! Negli ultimi trenta giorni è successo di tutto: si è anche spostato l’asse terrestre! Patate trans, McItaly, zuffe per le regionali, politica immonda, fabbriche che chiudono tutti giorni, latte dei distributori velenoso… Sulle patate trans, in qualità di Corsaro del gusto e del buongusto, dico che è abominevole: pure la patata ci tolgono!
Tolgono la bella e buona patata, fatta da mammasua, e ci rifilano una patata da laboratorio: una patata gonfiabile! Poi, la storia di McItaly veramente curiosa. Lo stato italiano, cioe NOIO, che finanzia una multinazionale. E’ come quel marito che per fare dispetto alla moglie si tagliò i gioielli di famiglia. Infatti, non so fino a che punto la multinazionale possa fare gli interessi della nostra agricoltura. Quelli la vivono di grafici, bilanci e tornaconti. Sarà!
Tralasciando tutto il resto di cose nefaste quello che più mi stipisce è la totale assenza di reazioni da parte di chi deve per lavoro e di chi dovrebbe per diritto. Qualcuno brontola ma, di fatto, gli orchi avanzano, distruggendo la nostra, già malata, identità.
Ma la patata! Per noi che, di patata viviamo, sostituirla con una gonfiabile è veramente tragico! (By Corsaro)
Qualità? Così è se vi pare
Pubblicato da Corsaro
In una trasmissione televisiva mi fu chiesto che cosa pensavo del termine qualità. Risposi che la qualità è paragonobile ad una coperta, di una certa dimensione, con la quale in tanti ci si vuole coprire. Inevitabilmente qualche piedone rimane fuori e, si sa, a certa gente il piede…puzza! Vabbè, dai parliamo di qualità seriamente!
Per fare un esempio, rimango di stucco a leggere che, certi sistemi di interpretare la qualità, 100 euro a cranio con condimento di chef stellato, sono ancora di moda nonostante che…
Sono tanti e personali i “nonostante che”: C’è chi è un barbone e non ha cento sacchi, che si elevano a 400 se tiene famiglia, per momenti goderecci.
C’è chi non ha fame.
C’è chi non c’è, si è perso!
C’è chi è arrivato tardi e non c’è posto.
C’è chi è cassa integrato.
Ma c’è, ed è il mio preferito, il consumatore consapevole. Quello vero si intende!
Quello che, leggendo il menù stellato non trova nulla di interessante, di tracciabile, di individuabile, di gustabile.
Direi il solito festival di soffietti, vellutati, croste, flan conditi con qualche prodotto di moda oggi, SENZA MAI INDICARE IL PRODUTTORE.
E qui sta il grave! Tanta fatica per poi nulla, nemmeno un accenno a chi, con tanto amore, ha allevato la tacchinella. Eggià tacchinella, non tacchino! Il tacchino non va bbene, per l’arrostino…Lo sapevate cari stellati? Forse non sapete nulla, forse immaginate qualcosa, capannoni con migliaia di tacchini, maschi e femmine, stretti come sardine che non vedono il sole e mangiano alimenti morti.
Ah! Vi capisco, meglio lasciare perdere, meglio scrivere nulla. Però, scusate tanto, qualcuno che lavora bene in Italia c’è ancora. Troppa fatica cercarlo?
In parole più semplici quello che voglio dire è che fare squadra significa presentare un piatto a 360 gradi, non solo con una bella fotografia. In questa maniera il consumatore ha un servizio di qualità assoluta, sa vita, morte e miracoli del piatto stellato.
Il consumatore sapendo l’origine di quello che mangia può rendersi conto se è all’altezza di cosa intende per qualità, può capire se un piatto vale o non vale 100 euro! (By Corsaro)