Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

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Oche di Cascina Peschiera

golia

Questo bel fusto è Golia di Cascina Peschiera.

E’ nato nel mese di marzo 2009 ed è uno dei primi risultati (ha circa una ventina di “fratelli e sorelle”) dei miei sforzi alla ricerca di ricreare il fenotipo dell’oca che circa 50 anni fa popolava le aie delle cascine saviglianesi.  Un tempo, le cascine, erano “isole” autosufficenti e la corte, o aia, era un concerto di animali in libertà. Galline, anatre, tacchini, faraone, polletti scorrazzavano liberi nell’aia e nei campi circostanti, crescendo sani e…buoni.

Ma torniamo alle oche.

Dicevo appunto che Golia un primo frutto dei miei sforzi per cercare di riportare alla luce una razza rustica, instancabile pascolatrice di oche oramai estinte. Non è una cosa difficile, ci vuole tempo, pazienza,  buoni riproduttori di partenza e, mi sembra ovvio, un pizzico di competenza nel campo della genetica. Quella competenza, sana e semplice, che era di “casa” tra gli allevatori prima che arrivassero gli animali ibridi che, di fatto, soppiantarono (altro che OGM!!) le razze pure e la libertà di chi le allevava. Se la razza pura permette una indipendenza per il mantenimento dei riproduttori gli ibridi legano all’acquisto continuo di animali dall’esterno. Gli ibridi sono pessimi produttori di animali riproduttori. Perchè? Perchè loro stessi sono già la massima espressione di performance, divisi in una linea femminile e una linea maschile. Tutto ciò che nasce da loro è buono per fare carne ma non per generare riproduttori. Incrociando tra loro i nati si rompe il piano genetico e decadono tutte le performance dei genitori. Insomma: una buona invenzione dell’industria per legare pantalone. Ma dai?!  Non lo insegnano questo nelle scuole? Blahhhh!!

Golia è un F1, incrocio semplice tra due razze diverse di oche. In lui e nei suoi fratelli e sorelle  domina la mole, la stazza, l’ossatura spessa e adatta a reggere un corpo grosso, che derivano dalla linea paterna. Altro fattore che sarà tenuto in massimo rilievo nel mio progetto di selezione è la longevità e l’adattamento all’ambiente. Ho detto adattamento all’ambiente che di conseguenza porta l’animale ad avere una buona resistenza verso le malattie. Ma sulle malattie ci vuole un capitolo a parte visto che gran parte derivano da fattori ambientali stressanti tipici degli allevamenti al chiuso ed intensivi, quindi “malattie condizionate”.  Sulla longevità si parte bene: Cocò, l’oca femmina con cui mi sono fatto il logo aziendale ha compiuto quest’anno 14 anni , non ha mai visto un antibiotico e gode di ottima salute.

OCONE INCAZZOSO3Nella foto sopra una chicca che solo io potevo avere! Un ocone, molto incazzato, che viveva in Cascina Peschiera negli anni 50′. Questa si che è tradizione! Una foto di famiglia che mi giunge con sorpresa dal passato e non poteva essere più che opportuna! (By Corsaro)

NASHI e Salame d’Oca del Corsaro

golosaria nashi e salame

Perchè questo abbinamento? Perchè no?

Come antipasto, freddo, credo che sia un abbinamento veramente ben riuscito senza le forzature, tipiche, di una certa qual cucina detta “creativa”.

E bono! Punto e basta.

Non c’è quel dolce/salato che odio perchè è come mettere due paia di mutande, perchè indecisi o per averne una di scorta.

C’è il salame d’oca (50%oca, pancetta di maiale pesante cuneese, spezie…) prodotto da Valerio Fenoglio (clicca) con le oche di Cascina Peschiera (clicca) si “fonde” sul palato, dando una sesazione di morbidezza, di equilibrio, di rotondità.

C’è il nashi (clicca) che con la sua succosità sposa i sapori del salame e lo accompagna in una sorta di  “dolce  fine”.    (dove dolce sta per delicata.)

E, per innaffiare il gargarozzo, in questo caso è d’obbligo un secco. Assolutamente secco! Durante Golosaria ho avuto modo di sperimentare quelli che avevo a “tiro” e, in modo particolare, ho trovato perfetto il secco di una cantina classica italiana: Carpenè Malvolti. Cserszegi, vino spumante brut (clicca) che ho potuto conoscere grazie all’amico, Giovanni Pomati che gestiva lo stand davanti al mio. (Hai capito grande John chi ti ha scolato le otto pinte di brut?)

Golosaria Milano novembre 2009

L’appuntamento autunnale con GOLOSARIA è arrivato. Siamo a Milano tre giorni, molto faticosi, ma sicuramente grandiosi per un agricolo della provincia dei balocchi (Cuneo) come me. Un paio d’ore di auto su una autostrada, considerando come era prima, degna di questo nome. Poi penso, mentre guido, che prima era una super strada se paragonata a quelle della mia provincia. Ma cavolo! Dovremmo avere un’ autostrada con 4 corsie che da Cuneo vola a Nizza!! Ma nooo, i politici se ne fregano dei trasporti! Meglio isolare, guarda caso qualcuno prendesse coscienza che abbiamo mulattiere, non strade.  Asti-Cuneo? NON ESISTE  che qualche tratta carissima…

Guidando verso Milano spariscono le mie montagne, i miei punti di riferimento e il paesaggio si fa piatto. Senti il ronzio dei formiconi operosi dell’ industria che lavorano, lavorano e lavorano. Il “ghe pensi mi” è palpabile! Qui non si dorme mai.

Due ore e qualcosa siamo a destinazione. Si scarica tutto l’ambaradan per allestire lo stand perchè alle 14.30 c’è l’inaugurazione. Vicino a me, Cascina Peschiera ,ci sono le Fattorie Fiandino. Sono in buona compagnia! Subito un paio di foto allo stand, qualche ritocco e poi si comincia perchè c’è già qualche goloso che è interessato. L’affluenza è buona, siamo sotto, nel salone della fontana nera. La sera arriva veloce e verso le ore 19.00 chiudo lo stand pe r tornare a casa: azienda da accudire. Parto deciso, memore dell’anno scorso, della partenza alle ore 22.30, l’arrivo a casa alle 24.30, un paio d’ore di lavoro quindi a nanna ore 02.30. Sveglia ore 05.00, doccia-colazione-accudire animali-cambiarsi d’abito per poi ripartire alla volta di Milano alle ore 08.30. Robe da matti! Tutto senza sniffate! Altro che sti manager moderni!

In ore decenti arrivo a casa e preparo subito l’auto per la partenza all’indomani mattina. Poi subito dalle oche, carico le mangiatoie di orzo, controllo abbeveratoi, rinnovo lettiera con paglia pulita e controllo recinti. Cena, senza TV, come al solito e poi una sbirciatina ai programmi. Cacchio! C’è Alien! E’ mitico, lo guardo e poi nanna.

8/9/2009

Arrivo alle 10.30, pioggia, diluvio, guida molto attenta ai pirla che credono di avere un motoscafo…L’Hotel Melià è preso d’assedio da golosi, ghiottoni, soci-papillon, curiosi e, come da tutte le parti, qualche affamato.

Sono l’ultimo ad arrivare. Sono già tutti in posizione, tutti bravi, puliti e giusti. Preparo il mio banco e sono pronto anche io. Oggi, insieme al Salame d’oca del Corsaro, come accompagnamento, propongo il NASHI di Trybeca.

Prima provo con i piattini assaggio a cinquanta cent cadauno ma non va. Se li prendono e, nonostante il cartello con scritto assaggi 0,50 cent, non pagano. Non mi piace chiedere soldi per cui cambio sistema. Due taglieri con nashi e salame tagliati a fettine e chi vuole assaggia, gratis. L’abbinamento piace a tutti tanto che ho dovuto regalare qualche frutto a chi si comprava il salame. Nulla di male, infatti, Nonno Nanni e il figlio Fabrizio, titolari di Trybeca,  mi hanno dato i nashi per farli conoscere ed apprezzare. Ad un solo signore non è piaciuto nulla, sia salame sia Nashi! Trovava anche ridicolo che con tutta la frutta italiana io proponessi il nashi. Bontà sua!  Chissà, magari, nella sua cucina non usa nemmeno pomodori, mais, patate e tutto quello che non ha origini italiane. Contento lui, contenti tutti.

Meno male che gli incontri non sono tutti così!

Memorabile l’ incontro con dei ragazzi universitari dell’ agraria e della veterinaria di Milano. Assistono sbigottiti al mio scontro verbale con una signora dell ASSL, igiene degli alimenti,  di Milano. Abbiamo fatto un pò di fuoco, poi, meno male, ci siamo capiti, e la discussione si è rilassata. Ma non sempre la legge è uguale per tutti! Io e la Signora siamo due idealisti, ecco il problema.

Verso sera rimango con tre frutti  e allora penso di interrompere per conservare queste ghiottonerie per il lunedì, giorno di contatti con bottegai e ristoratori. Sono stanco, siamo tutti stanchi. Meno male che non torno a casa, dormo in Milano.

Sbaracchiamo ed insieme a Mario Fiandino e Lelio Bottero si mangia qualcosa. Giacchè tutti carnivori si va a mangiare ad un risto brasiliano, tutto allo spiedo e grigliato. Mangio tutto, ciò che muove e non muove. Ho bisogno di proteine. La birra brasileira non me gusta, preferisco l’acqua. Interessanti le cameriere con gonnellini da urlo. Tutte brasiliane, naturalmente. Con Mario si rievoca vecchi tempi, non ci si conosceva ma si frequentava, più o meno, gli stessi ambienti. Cacchio! Sono passati più di venti anni dai tempi folli.

Caffè e tutti a nanna.

Lunedì mattina mi sveglio, doccia, colazione e arrivo in postazione alle 10, 30. L’ultimo! Beati gli ultimi…Si aspettano i contatti, i bottegai, commercianti. Si spera in qualche affare che, nel mio caso non arriva. Io cerco solo una bella bottega in Milano centro che proponga i miei prodotti. Bottega con bottegaio incorporato, vecchio stile, ciccione ed allegro. Non cerco altro.

Lunedi scorre, stanchi ma in piedi e presenti!

Non mi sembra che ci sia una grande affluenza di negozianti, ristoratori ed operatori del settore come da programma ma, va bene anche così. Almeno per me!

Golosaria continua a dimostrarsi una valida scelta per chi vuole farsi strada nel mondo delle produzioni artigianali ma, qualche ritocchino, fosse per me, andrebbe fatto. Un leggero lifting che sarà mai!

Ore 18.00, si comincia a ritirare e scatta l’ora X: avvicinare i mezzi per sbaraccare e tornare a casa. Qualche rissa è d’obbligo. Un pirlone voleva che facessi marcia indietro perchè “doveva uscire”. Bene! Io “dovevo entrare”. E sono entrato…

Il resto è meglio non metterlo nero su bianco!

Tutto è bene quello che finisce bene! Prosit. (By Corsaro)

Guardate cosa scrive la blogger Barbara Torresan, titolare ed autrice di Chez Babs della manifestazione: http://chezbabs.blogspot.com/2009/11/golosaria-2009.html




NASHI E…CRESHI IN ALLEGRIA

 

Nashi è un frutto che, anche dai carnivori come me, si fa mangiare volentieri.

Mi suona il campanello il nonno Nanni, conosciuto tempo fa, e mi porta in regalo una cassa di nashi: “per il Corsaro del Gusto!”

Assaggia (aciagia che bono lo dice il nipotino Gian Maria) che bontà!  

E aggiunge: “Sfigati come noi dobbiamo stare in contatto”.

Per l’ultima frase è d’obbligo la traduzione. Sfigati sta per contadini che credono nella terra e nei valori famigliari. Quindi sfigatissimi.

Visto che era ora di pranzo mi taglio subito un frutto: grande, croccante, succoso e dolce al punto giusto. E’ stata una rivelazione! Cliccate qui per tutte le informazioni sulla azienda e sui naschi Trybeca®.

Subito dopo averlo assaggiato ho preso una pentola e mi sono fatto cuocere un Salame di oca del Corsaro, (leggi qui). Estratto del suo involucro di cottura, adagiato su di un tagliere l’ho tagliato a fettine. Poi stesse fettine sottili con un nashi Trybeca©. Il salame morbido e dal gusto particolare si sposa perfettamente con il frutto che, non essendo eccessivamente dolce e di sapori marcati, si presta con equilibrio a questo sposalizio.

Il risultato e che sia il sapore del Salame d’oca del Corsaro che quello del nashi Trybeca®  restano e persistono a lungo in bocca senza che uno sia sopraffatto dall’altro.

Cercavo da tempo un abbinamento da proporre:  Ecco un abbinamento degno di questo nome: Salame d’ oca del Corsaro (Cascina Peschiera®) e nashi Trybeca®

Da bere? Champagne per me, bollicine per voi, Prosit!

Prosit a tutti, belli e brutti, ed a un giovane amico che in questi tempi è in Spagna che studia. Bravo! Rimani sempre libero di pensiero come sei!

 

Lasciate prosciutto e melone chiuso a chiave nei più reconditi anfratti della memoria: come un incubo, un brutto sogno! (By Corsaro)

PS: occhio perché il post contiene un messaggio pubblicitario!