La filera corta? Non serve ad un tubo se…
Pubblicato da Corsaro del Gusto
…Se gli intoccabili non dimezzano il carico fiscale che ci ha prosciugato le risorse. Se i soldi mancano mi sembra ovvio che non si possono spendere. Come ho più volte detto, accorciare la filiera vuole solo dire concentrare le fasi della produzione e vendita di un prodotto su pochi passaggi. Magari solo uno. Ed ecco allora che il contadino deve diventare artigiano, bottegaio, ristoratore, macellaio o fruttivendolo. E questo si può solo fare “a regola d’arte” cioè investendo parecchi soldi per laboratori e strutture a norme di legge.
Quando si accusano i commercianti di fare ricarichi selvaggi non è cosa tanto giusta se consideriamo il fatto che i loro ricarichi sono poi dimezzati dalle tasse. E allora, non è più efficace diminuirle?
Questa è una guerra tra “poveri” che la casta sta promuovendo per crearsi alibi e paraventi.
In America hanno gia dichiarato lo stato di recessione, mentre qui che si fa? Niente? Si vede!
(by Corsaro)
4 Commenti »
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G.R. dice:
Pubblicato il 06 03 2008 alle 07:42
E allora come dovrebbe essere la filiera giusta?
G.R.
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Corsaro dice:
Pubblicato il 06 03 2008 alle 11:45
Sorvolando sul tuo peloso anonimato voglio risponderti. Dato anche la natura positiva della tua domanda. La filiera giusta è quella fatta all’insegna della cooperazione (non la coop falce e carrello!) tra gli attori. La filiera non deve essere intesa come anarchia delle aziende agricole (bazar del gusto) ma come un lavorare comune per il conseguimento degli stessi obbiettivi. Per esempio, trovo dubbia, molto dubbia, la sostenibilità di negozi farmer market. Meglio la cooperazione con le botteghe già esistenti, magari accordandosi per un corner shop. Ecco che non si creano competizioni inutil, si lavora ognuno nel proprio settore da veri professionisti. Io ho fatto così!
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Anonymous dice:
Pubblicato il 07 03 2008 alle 16:39
Salve a voi, sono Marista Urru, blogger rintracciabilissima, sono interessata alla filiera corta come consumatrice che saltuariamente da una mano alla Delegazione Adusbef Lazio Nord. I consumatori ci chiedono delucidazioni, e onestamente le perplessità sono molte, specie per chi non è del mestiere e deve stare a quel che scrivono :poco e male e ci indovini mille interessi. Ma credevo in tutta onestà che per i piccolissimi produttori agricoli, incentivare i mercati contadini in cui si vendano almeno 2 volte la settimana “le cose dell’orto”, potesse esser utile ad entrambi i soggetti : venditore ed acquirente. ma leggendo i siti degli agricoltori mi vengono mille dubbi
Comunque un gran bel sito a mio parere il tuo
Marista Urru
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Corsaro dice:
Pubblicato il 07 03 2008 alle 22:22
Grazie per i complimenti. Sul resto si tenta di cercare solo chiarezza. Ciao