Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

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Corsari liberi e consapevoli

L’etichetta corsari liberi e consapevoli sarebbe nata per offrire un servizio. Non una lezione di vita da parte mia verso il malcapitato lettore, giammai!
Un servizio di scambio di opinioni in merito a tematiche, alimentari e non, di sopravvivenza urbana.
Perchè, da come vanno le cose, sarebbe bene imparare a tirarsi su le brache da soli!

Un tema alimentare che mi intriga è “si può mangiare con 10 euro in piola?” oppure “buono pulito e giusto: ma esiste veramente? O è solo marketing da rampante Bocconiano chiappe d’oro alito profumato?

La prima domanda cerca risposte nelle varie trattorie/osterie che espongono il cartello 12 euro prezzo fisso, la seconda cerca di prendere in esame i tre aggettivi e ne calcola la sostenibilità in pratica.

Segnalai, tempo fa, una bella esperienza a Mombarcaro e sulle orme di quella mi sono mosso ieri che ero in Langa a Dogliani (Val di Ba Cascina Costabella, ne parlerò in seguito) per fare scorta di dolcetto.

Pensavo di andare a colpo sicuro, l’articolo eloquente non lasciava dubbi: 12 euro, prezzo fisso per chi lavora.

Che peccato, non è stato così.
Non ne sapeva niente dei 12 euro la gentilissima, carinissima ragazza addetta in sala.
Alle mie smorfie, che aumentavano mano a mano che leggevo i prezzi, sulla carta, delle varie ghiottonerie taglia corto, immaginandomi un barbone pidocchioso, mi propone un piatto multiplo.
Piatto ricco mi ci ficco, diceva un tempo Ezio Greggio in Drive in.
Ok, vada per il piatto multiplo.
Multiplo di uno, cioè due: due ravioli, due fettine di arrosto, due carotine.
Insomma una roba da personcina fine e palliduccia, non certo da Corsaro verace, affamato e libero da diete modaiole.
Il conto, compreso caraffa di vino, acqua, dolce e caffè è stato di 20, 50 euro.
Tutto buono, non male, ma dall’articolo (clicca sull’immagine) promettevono prezzo fisso, tutto compreso, 12 euro.
Così non ci siamo.
Tornerò su questo tema perchè mi interessa davvero, credo che tutti siano capaci di mangiare bene con 100 euro, ci mancherebbe altro!
Altra cosa è sapere scegliere tra il mucchio dei “basso costo” e riuscire ad individuare chi è capace offrire semplicità, tradizione e prezzi contenuti.
Sarei lieto di pubblicare testimonianze in merito a questi temi. Grazie in anticipo.
(by Corsaro)

E’ nato: il blog dei sovversivi del gusto.

Per adesso è solo una piattaforma che la blog farm di Antonio Tombolini ci ha concesso.
Siamo tutti un pò presi per cui le cose vanno pianino ma: ” chi va piano…”
Guardate che bel articolo ha dedicato il settimanale Panorama ai Sovversivi del gusto
o Sdg come preferite.

Il topo nel piatto

“Se il RIS smaschera il topo nel piatto” questo il titolo
di un articolo su La Stampa di oggi.
Guarda caso in un mio post precedente accennavo a certi furbacchioni che rifilano un po’ di tutto.
In questo caso, come racconta l’articolo evitano il penale perché trattasi “solo” di frode alimentare sanzionabile con congrua multa.
Se avessero servito veramente quello che promettevano, cioè lo spezzatino di ghiro, avrebbero commesso un reato penale perché il ghiro è un animale protetto.
Avendo sostituito il ghiro con una bella e grassa pantagana se la caveranno con una pacca sulla spalla. Che ne dite di cosa succede qui ?

Spirito inquieto.

L’anno sta volgendo al termine, ora si raccoglie quello che in precedenza è stato seminato…
E’ tempo di raccolta e di bilanci.
Ma quali bilanci?
Quelli di poveri illusi che supportano a fatica una situazione non sostenibile.
Alla faccia di chi chiama il popolo italiano ” individualisti”.
Sono anni che si ubbidisce ad un potere cieco e sordo alle nostre esigenze che, mai come quest’anno, ha prodotto la chiusura di parecchie aziende agricole. Per non parlare di quelle che costrette alla fame cedono ai pifferai dell’agroindustria con i loro “reclutamenti di giovani braccia, a buon mercato” (contratti di soccida, vi spiegherò meglio un giorno). Potere che un bel giorno ha sentenziato un esubero nella produzione di cereali in Europa. Ha imposto sanzioni agli stati che splafonavano e poi, con una botta perverso ingegno, ha pagato gli agricoli per NON PRODURRE. Più o meno obbligati, a non produrre, per via del regime detto di set aside. Questo contadino spiega bene il concetto.
Adesso siamo in piena crisi mistica perché sembra che le scorte mondiali di cereali siano intaccate…
Semineremo anche nelle rotonde e nelle aiuole nella campagna 2008, come per la battaglia del grano!
Ancora:
Il buon Raspelli, nel suo ultimo lavoro, segnala un ritorno alla cucina della nonna. A Suo avviso, e anche a mio, una grande opportunità per la salvaguardia di terra, tradizione e territorio.
Mi chiedo, questa nonna volesse cucinare dove acquista la materia prima? Animali di bassa, (e non solo), corte allevati in modo naturale dove li trova. E se li trova, a che prezzo?
Non chiedete mai da dove arrivano le cibarie al Vs. ristoratore, macellaio o bottegaio di fiducia? Tutte dalla campagna?
Poveretto, lo capisco e avverto la sua sofferenza. Ma non tutti soffrono, alcuni se ne strafottono e sono ben contenti di rifilare una chiappa di manzo nato e allevato “non so dove, ma certificato”: costa poco, massimo guadagno in barba alla qualità.
Buona e freschissima chiappa surgelata e globalizzata.
Ancora:
Lo sapete che nella totale indifferenza dei media abbiamo già superato i centomila volatili soppressi per “precauzione” in merito alla faccenda aviaria?
Precauzione capite?
Si si va bene, l’uomo, la sua sicurezza e centralità cosmica. (AIDS? Non se ne parla più).
Chiedetevi, per favore, da dove arriveranno i volatili che per forza di cose saranno importati perché il mercato richiede comunque banchi stracolmi, in special modo sotto le feste.
Quanto ci costa la precauzione?
Quanto ci costa questo sistema poco sostenibile?