Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Archivio per la categoria 'corsaro diario di lavoro Cascina Peschiera'

Anch’io scelgo Bio!

 

Colpo di scena: anch’io, per Cascina Peschiera (vedi),  scelgo Bio. Per la precisione il Biodinamico di Stainer appoggiandomi alla Associazione Agri.Bio di Ivo Bertaina (Leggi).  Non è una decisone dell’ultima ora. E’ un po’ che ci rimugino sopra e sono arrivato al seguente pensiero: “ogni fazzoletto di terra strappato alle logiche delle multinazionali, è cosa buona, pulita e giusta.”

Metto da parte tutte le polemiche che ho sempre rivolto verso la “facilità” con cui qualcuno si professa biologico. Metto da parte l’assurdità di pagare un terzo che dica che io sono biologico. Metto da parte perché siamo arrivati ad un punto critico ove la terra viene disprezzata, umiliata e violentata.

Pensiamo a chi abiterà il mondo tra 100 anni. Ahimè non basta l’ottimismo per fermare il cemento, le vergognose centrali nucleari e tutto lo schifo che avanza. E’ un dovere morale impedire che, l’industria, non ci freghi del tutto la terra.

Avanti così arriveranno gli espropri legalizzati delle nostre terre !

Pensate che ci sono già “società” estere che girano per la mia Provincia cercando terra per impiantare pannelli fotovoltaici. Fanno contratti golosi, fanno luccicare guadagni facili.

Come il Gatto e la Volpe, quando fecero sotterrare i soldi a Pinocchio…

Non posso cambiare il mondo ma posso cambiare, in meglio, quello che faccio. (By Corsaro)

Comunicazione

Con lettera raccomandata 1/8/2009 la segreteria e la presidenza del Consorzio Fattoria Amica mi informa che la mia azienda, Cascina Peschiera, è stata depennata dall’elenco delle aziende aderenti a tale circuito. La motivazione ufficiale è “non in regola con il pagamento della quota associativa anno 2008, di euro: 36,00)

 

 

CONSIDERATO

Che il sottoscritto voleva aderire ad un consorzio di contadini, produttori professionisti e attori principali della filiera agroturisticoalimentare di cui sono e devono essere, gli unici e veri ideatori e sostenitori. (Possesso effettivo della impresa collettiva e del marchio)

Che il sottoscritto, in varie riunioni, ha cercato di esprimere le sue idee, invano, sia con il quadro dirigente che con gli stessi colleghi produttori.

Che il sottoscritto, DI FATTO non ha più usufruito di alcun servizio e partecipato agli incontri negli anni, 2008, 2009.

 

 

AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA!

(By Corsaro)

E chiamale “oche”!

Quest’anno mi sono impegnato anche nella riproduzione delle oche. Armato di un bel gruppo di riproduttori, incubatrice, schiusa e permessi vari  ho iniziato questa nuova esperienza. Risultati? Beh, sorvoliamo sui risultati di ochette nate in azienda ma l’obbiettivo è stato comunque raggiunto: un pò di ochette sono nate, prossimamente, con riproduttori più adulti e un pò più di esperienza, si farà di meglio!

Ma la cosa che più mi ha colpito è quella segnalata nella (brutta) foto. Ho lasciato covare a qualche oca le sue uova, così per curiosità, e, un bel giorno: pìo pìo pìo! Qualche ochino, piccino picciò, è nato in modo totalmente naturale. Come sopravviverà? Ecco la mia preoccupazione. Senza lampade a gas, alimenti starter per avviamento e tutto l’ambaradan che ci vuole per fare partire, bene, i gruppi. Senza contare che teneri ochetti sono alla portata di becco di ocone ed oconi del gruppo, notorimente poco inclini alle coccole!

Ma la natura tutto pensa, tutto fa! Infatti il gruppo di riproduttori è subito diventato una famiglia allargata per i nuovi nati. Oltra alla madre naturale almeno altre quattro femmine fanno da balia ai piccolini. Pure il maschio, presumo il padre, partecipa attivamente al mestiere di oca-sitter.

E’ UNA COSA MERAVIGLIOSA!

Guardate nella foto le dimensini minute degli ochini nati, girano tranquilamente in mezzo al gruppo, scortati da genitori e balie, senza ricevere un pestone o una beccata. E anche quando vanno all’aperto sono costantemente monitorati per evitare i rapaci. Ho provato a stuzzicare una delle balie: mi è volata addosso! Mai successo, con me, che sono il loro pastore!

Ancora una volta la natura mi dimostra la sua perfezione. (by Corsaro)

Mais: l’emergenza, il decreto e la beffa.

E stato stabilito (vedi) che l’uso dei pesticidi neonicotinoidi nella concia dei semi di mais fa perdere alle api il senso dell’orientamento e, le poverette,  non riuscendo  a ritornare  a casa, nel loro alveare,  muoiono. Di conseguenza ne è stato decretato, almeno per un periodo, il divieto d’uso.

Per concia di semi si intende una operazione che fa la ditta sementiera e consiste nell’ immergere il seme in un composto colloso che contiene anche insetticida in modo che una pellicola lo avvolga completamete. Poi, una volta seminato, la pellicola lentamente si scioglie e rilascia nel terreno circostante al seme i principi attivi che lo difendono dall’attacco indesiderato degli insetti. Fino al 2008 era quasi impossibile trovare semi puliti, non conciati, quindi o così o ti attacchi!

Nella campagna 2009 le partite di mais da seme saranno pulite, non conciate per effetto del decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 221 del 20-9-2008  ma, sembra che, qualche babàu si stia attivando per fornire i famigerati neonicotinoidi contenuti nelle concie o prodotti simili, magari mascherati da concimi starter, o robe simili, in comodi sacchetti (dal costo nettamente superiore ad una comune concia) da usare in contemporanea alla semina, interrati con apposito marchingegno già presente sulle seminatrici pneumatiche,  o anche in forma liquida da irrorare in pre semina. Fatta la legge, trovato l’inganno? Mah!

Occhio che, a differenza del latte, questa è mia materia essendo un maiscultore, vedi.  

Nel coltivare mais, in tanti anni, non ho mai dovuto ricorrere a trattamenti al di sopra della norma per contenere i danni degli insetti. Non ho mai dovuto trattare contro la famigerata piralide, con i trampoli, quando il mais è già alto due metri e mezzo, pratica tanto di moda negli ultimi tempi. Non ho mai dovuto trattare contro la diabrotica,  che fa grossi danni in certe zone. Fortuna? Non so, credo che conti parecchio il metodo culturale e aspettative, non troppo competitive, di raccolto.  E, sapete una cosa? Sono sempre più convinto che i problemi arrivano come risposta della natura al suo stravolgimento: come un infarto quando si tira troppo la corda! Può anche darsi che, quest’anno, con i semi senza concia, si abbiano attacchi di insetti ma, sinceramente, ne dubito dato i residui di principi attivi che sicuramente ci sono nei terreni. C’è malessere tra gli agricoltori per questa faccenda, non tutti capiscono il senso di tale divieto. Taluni sono di sicuro in buona fede altri rifiutano ogni cosa, consiglio o legge che ci porti verso una agricoltura più pulita. E questo è un grande scoglio, un vera palla al piede, che da ossigeno alle multinazionali, soldi alle banche, debiti agli agricoltori, malati agli ospedali e morti nel Campo Santo. Comunque è brutto sentirsi il dito puntato che ci dice che siamo tutti avvelenatori.  Siamo al limite, bisogna fermarsi e riflettere!  (By Corsaro)