Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Castelli di sabbia

Cera una volta un bambino, Marcolino, che costruiva sulla spiaggia castelli di sabbia.

I giorni passavano, la mamma si abbronzava il papa si annoiava e Marcolino giocava.
Un bel giorno sulla spiaggia arrivarono tre bambini, Sim, Sala e Bim che chiesero a Marcolino se potevano giocare con lui a fare i castelli di sabbia.
Ma io faccio da solo i castelli di sabbia” rispose Marcolino
ma sono piccoli e, da solo, fai più fatica” replicò Sim
fatica, fatica” segui la voce stridente di Sala
Piccolo è bello” disse a sua volta Marcolino
Dai bambino facciamo insieme…”
Marcolino, di animo buono, accettò.
Bene disse Bim, che pareva il più scaltro dei tre fratelli.
“Marcolino tu ti occuperai di prendere l’acqua del mare mentre noi tre ci occupiamo della costruzione del castello.
E Marcolino con gran fatica iniziò un andi&rivieni con secchielli pieni di acqua: che fatica!
Sim Sala e Bim seduti e comodi costruivano il castello confabulando e ridacchiando tra loro.
avete visto fratelli “Sim Sala Bim“che bel trucchetto? Abbiamo un manovale che fatica per noi: a lui la fatica a noi la gloria, così va la vita!”
…dall’isola che non c’è, in occasione dell’ultimo seminario di Marketing Corsaro segnalo due interessanti temi:
“L’importanza dell’identità nell’ impresa singola e collettiva” e ” Il valore del marchio aziendale (brand).”
(foto e testo by Corsaro)

2 Commenti

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2 Risposte a “Castelli di sabbia”

  1. 1

    Luca Ripellino dice:

    Triste storia quella di Marcolino, ma tanto attuale. Se ne sentono di brend che vogliono i produttori come semplici manovali, per poter farsi belli “griffando” tutto con il loro stesso marchio…

  2. 2

    Corsaro dice:

    In campagna tutti i (veri) agricoli si ricordano della qualità FORD macchine agricole che, fin dagli anni 50 con modelli tipo il Dexta o il Major 41, il Super Major 55, le serie 3000/5000 ecc. ecc hanno fatto scuola a tutti. Tantè che nella mia azienda ho un Super Major, detto il nonno, che svolge regolare servizio nonostante i suoi quasi 50 anni. Era già un trattore con doppia frizione/iniezione diretta, quindi partenze immediate anche a -10 gradi. Detto questo passo al sodo. Un bel giorno una emanazione del gruppo Fiat fece accordi con la Ford. Costruire e vendere insieme con un unico brand (New Holland, brand del gruppo Fiat) le macchine agricole. Chi metteva il motore chi la carrozzeria chi il cambio…
    Morale? Dopo l’orgia di gioia iniziale (credo solo dei piani alti) per la maggiore fetta di mercato che “insieme” si pappavano ad oggi di quello che era FORD in queste macchine non c’è più nulla. E i vecchi meccanici, utenti ed appassionati FORD non rimane che nostalgia forse solo di un simbolo ma…
    Mi chiedo: dove è stato il vantaggio economico, per operai ed indotto, di un accordo simile? Quante inevitabili epurazioni? Dopo chissà quanti studi bocconiani del perchè e del percome di FORD in New Holland c’è molto poco. Forse il colore blu. Tanto chiudere per chiudere…

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