Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

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APPELLO PER IL BITTO

Van De Sfroos a Morbegno: un appello perchè  nel concerto dica una parola a favore del Bitto storico

Caro Davide,

So che Venerdì sarai a tenere uno spettacolo a Morbegno. A nome dei produttori storici dei 16 alpeggi ‘ribelli’ del Bitto che sono usciti dalla DOP ti chiedo di dire una parola durante il concerto contro una situazione paradossale. Il 20 ottobre quelli del Ministero dell’Agricoltura sono andati a Gerola Alta in Val Gerola (sopra Morbegno appunto) a notificare delle salatissime sanzioni da decine di migliaia di euro al ‘Centro del Bitto’ (Ecomuseo riconosciuto dalla Regione, peraltro) dove stagiona il Bitto, storico, autentico, vero, originale della Valle del Bitto (i 16 alpeggi ribelli).

Sono ribelli e ‘sovversivi del gusto’ e sono usciti dal Consorzio e dalla Dop perchè non si riconosce una distinzione all’area storica che è quella della Valle del Bitto, perchè ora il Bitto si può  fare senza latte di capra, con i mangimi e i fermenti selezionati. Loro mungono a mano, le mucche mangiano solo erba e nel latte niente polverine ma tri uur di lavorazione del latte appena munto. Il Bitto lo fanno spesso ancora nel calec’ (una capanna di pietra a secco con sopra un tendone). Una tua canzone o poesia sul calec’ sarebbe una cosa meravigliosa ….

Per sapere di più puoi andare al mio sito www.ruralpini.it dove in home page si parla molto del Bitto storico e alla pagina http://www.ruralpini.it/Inforegioni03.11.09.htm

Spero tu sia d’accordo se ti considero un artista ruralpino. Sono stato ad un tuo solo indimenticabile concerto all’Alpe Lugone sulla quale vorrei mandarti la storia che ho tirato fuori da degli atti giudiziari per un mancato processo contro del Galbigi caprai. Una vera beffa alla burocrazia forestale nascente. Un esempio di come i nostri montanari, i tanto disprezzati cavargnoni erano capaci di solidarietà , ‘strategia politica’ e furbizia contro il potere. Vorrei raccontarti anchea …..

Saluti molto cordiali

Michele Corti

www.ruralpini.it


Questa storia è pazzasca ma non mi stupisco. Il mondo dei “culi pallidi” non ha limiti in schifezze a norma di legge!

Tante dop, igp e compagnia bella sono in mano all’industria che, per forza di cose, le deve piegare alla sua logica.

E’ chiaro che i Cdg sono con il Bitto storico, ma sarà una battaglia dura. (By Corsaro)

E che CAA! 2 miliardi di euro buttati nel…

Ho trovato questo articolo di giugno. La questione ad oggi è morta e sepolta, non se ne sa più nulla.

Se non fossimo in Italia la denuncia dell’ex Commissario Agea Domenico Orlandi provocherebbe un terremoto e dimissioni a catena. Nel nostro Paese è sufficiente invece trincerarsi dietro a un “no comment”

di T N

La convenzione stipulata tra Agea e CAA prevede che gli agricoltori non paghino le pratiche relative alle domande Pac ma così non è accaduto dappertutto. In cambio della gestione del fascicolo i CAA riceverebbero circa 28 euro per ogni fascicolo aziendale. I fascicoli aziendali in Italia sono circa 1,8 milioni. Ne risulta che i CAA ricevono, per questo servizio pubblico, più di 50 milioni di euro all’anno.

Ad Agea, come ha confermato l’ex Commissario straordinario Domenico Oriani a “Italia Oggi”, sono però pervenute parecchie denunce da parte di agricoltori che avrebbero dovuto pagare per la pratica Pac.

L’agenzia stampa “Il Velino” ha documentato alcune di queste denunce e presunte irregolarità.

Ad esempio, dalla fattura numero 08VIM 02720 rilasciata il 2 luglio 2008 da Impresa Verde di Bologna – relativa alla pratica 14991521 – per “l’assistenza – si legge sulla fattura – predisposizione documentazione premio unico aziendale 2008”, vale a dire la Pac, emerge che un’azienda socia Coldiretti ha pagato 60 euro. Ma la dicitura “Assistenza predisposizione documentazione” vuol dire tutto e non vuol dir niente. Anche perché c’è un’altra ricevuta – stavolta emessa direttamente da Coldiretti Bologna – che dimostra il versamento di ulteriori 40 euro per, si legge, “consulenza Pac”.

Praticamente gli agricoltori avrebbero pagato pratiche a loro gratuite perché già coperte dalla convenzione tra Agea e Caa.
Somma giustificata sotto la dicitura di assistenza, consulenza o addirittura “quota associativa nonché la presentazione – come dice Oriani – di doppi pagamenti o pagamenti fasulli”.
E ottenere così soldi dall’Ue.
Gioco questo che ha provocato però un buco tale di denaro che da Bruxelles si sarebbero fatti i conti rilevando un saldo in negativo – per rettifica – di due miliardi di euro dal 1999 al 2007.

L’ex Commissario straordinario, accortosi di tali vistose anomalie, ha dato il via a una profonda riforma del sistema aprendo ad altri soggetti e offrendo anche ai singoli agricoltori la possibilità di gestire in proprio il fascicolo aziendale.
Ha iniziato toccando proprio i fondi destinati ai CAA, cancellando lo stanziamento di 100 milioni di euro all’anno a favore dei Centri di assistenza agricola.
Ha parto l’accesso anche ai professionisti.
Il futuro doveva essere togliere il monopolio della gestione dei fascicoli aziendali ai CAA.
Una riforma rimasta a metà dopo che Oriani ha dovuto dimettersi lasciando il posto a Franco Contarin, già responsabile politiche economiche di Coldiretti Veneto.

I CAA, come denuncia Oriani, gestiscono un giro d’affari “da miliardi di euro l’anno. Una struttura che è stata messa ora nelle mani di Coldiretti sulla pelle delle persone”.

I diretti interessati, come emerge dall’inchiesta di “Italia Oggi”, non commentano.

Coldiretti in particolare si è trincerata dietro al più classico dei “no comment”.

Meno prevedibile la risposta del Mipaaf. Questo il commento del portavoce del Ministro Zaia: “noi non rispondiamo. Se Oriani ritiene emergano elementi che non afferiscono a politica e istituzioni, vada da chi di dovere”.

Uno scandalo che in altri Paesi avrebbe provocato dimissioni a raffica.
In Italia cala il silenzio, anche grazie alla muta complicità degli agricoltori.

di T N
06 Giugno 2009 TN 22 Anno

Topo Gigio e l’influenza suina. E i sette nani?

Topo Gigio no! Non dovevano toccarlo.

Per noi, ragazzi degli anni 60/70, è stato un mito, un compagno di tante merende, quelle con pane, burro e marmellata e la TV dei ragazzi.

LIBERATE TOPO GIGIO!

LPG BioMarket

Rileggendo i post scritti in passato  sono capitato su questo: Pofferbacco avrebbero detto!                            

Il post racconta di LPG BIOMARKET con la sua parola d’ordine: Lecker, Preiswert, Gesund ovvero BUONO , ECONOMICO E SANO.

URCA! Mi ricorda qualcuno! Pure l’idea di LPG BIOMARKET mi ricorda qualche  cosa già vista…                 Certo che il mondo è piccolo.

Che strano c’è qualche PIRLONE che si diverte a riempire di spam-commenti il post Pofferbacco avrebbero detto. Forse il PIRLONE è disturbato da questa mia segnalazione? Cambia aria PIRLONE, non cercare rogne… ( By Corsaro)