Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Km zero: troppi detentori della verità assoluta.

Anche questo concetto buono e giusto viene stiracchiato a piacimento dai vari detentori delle foodverità.

Questo senza tenere conto della semplicità di pensiero che lo stesso concetto richiede per la sua traduzione e applicazione.

“Assurdo, autarchico e ridicolo”, “Lo chef deve spaziare oltre i confini dello spazio tempo”, “Che tristezza quei piatti fatti con prodotti locali. ”

Questi sono alcuni commenti in merito al concetto del menù a km zero.

Ma che cacchio centra!

Qui, cari gattopardi del food, non si tratta di limitare i vostri chef stellati, si tratta di dare un senso agli sforzi dei contadini, produttori ed artigiani di casa nostra. (Non ho detto cosa nostra!)
Km zero nelle mense scolastiche, nelle mense degli ospedali, quelle militari, quelle degli operai, dei lavoratori.
Km zero nella frutta che trovo nella gdo, nelle verdure, nella carne, nel latte, nei formaggi.

Possibile che in provincia di Cuneo non siamo capaci di fare frutta? ( cosi’ vedo nei supermercati)
Deve arrivare da chillupaese? E più giusta?
E chissenefrega se gli stellati reclamano le aragoste dei mari profondi e lontani del pianeta Saturno, personalmente vado a prenderle per loro, se ciò li rende felici.
Però poi trovarmi aragoste in ogni locanda, osteria, ristorante e pizzeria perché E’ FIGO, a no, non ci sto!
E più facile fare piatti frutto della propaganda globalizzata o fare piatti con pane secco, brodo e bollito avanzato. Dove sta l’artista? Ma questa è altra storia.
Possibile che non si riesca lavorare per il proprio paese senza essere tacciato per nostalgico nazionalista?
Ci vuole poco, i nostri cugini francesi insegnano. Sono i leader del food-nazionalismo.
Noi no!
Noi ci facciamo cacciare indietro le mozzarelle di bufala campana da chi non ha nulla da insegnarci in fatto di cultura e di sanità alimentare.

Bene, bravi 10 e lode!
(By Corsaro)

2 Commenti »

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2 Risposte a “Km zero: troppi detentori della verità assoluta.”

  1. 1

    Luca Ripellino dice:

    Al di là di distanze brevi o lontane, hai sottolineato un punto fondamentale: è inutile stupirsi di chi cucina grandi piatti con grandi materie prime, spesso oltretutto con grandi prezzi, impossibili per un buon 80% della popolazione italiana (quindi non solo per il barbone di turno)…. Grazie, ci mancherebbe solo che facessero pure schifezze!! Ma come dici tu, con panesecco, brodo e avanzi di bollito, chi ancora sa fare un BUON piatto? E chi negli anni passati quel BUON piatto l’ha inventato, cosa vogliamo dire, che era imbecille?!

  2. 2

    marzia dice:

    mi sembra che, nel cuneese, di frutta ce ne sia eccome… magari non le arance, però… anche solo per il buon vecchio piacere di mangiare “la prima fragola di stagione”, evviva i km zero!
    senza poi andare su chissà quali piatti, perchè mi dovete dare l’acqua del vulture o di chissà dove? iniziamo già solo di lì, visto che ormai ogni regione di acque minerali ne ha in quantità…
    e poi avanti così per i prodotti locali che possono darci piatti più che buoni anche senza ricorrere ad aragoste, avocado e che ne so!!

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