Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Contributi in agricoltura: che ne pensate?

Dopo aver reso onore a un grande uomo come Teobaldo Cappellano, intendiamo riprendere l’attività bloggarola lanciando un dibattito con cui chiediamo l’opinione dei nostri lettori su un argomento importante, ma troppo spesso controverso, spinoso e magari male interpretato: i contributi pubblici in agricoltura. Se ne sentono troppe: chi dice che sono indispensabile, chi dice che sono uno sperpero di denaro pubblico; chi sostiene che dovrebbero essere calcolati in base all’inflazione, chi invece pensa che le uniche entrate in un’azienda dovrebbero provenire dal mercato… E ancora, chi è favorevole al “fondo perduto”, chi reputa più indicati dei prestiti a tassi agevolati; chi vuole che l’azienda di montagna non abbia alcuna imposta (per la funzione anche sociale che svolge, oltre che lavorativa), chi vuole che anche quelle paghino come un’azienda qualsiasi…. il tutto condito dalle innumerevoli considerazioni su dazi, PAC, quote latte, insediamenti giovanili, import/export, GDO, mercati contadini, ecc ecc…. Insomma, vorremmo sapere da chiunque ci legge (sia agricoltore che non) un pò di opinioni in merito. A voi la parola!

17 Commenti »

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17 Risposte a “Contributi in agricoltura: che ne pensate?”

  1. 1

    marzia dice:

    oh, ma che bell’argomento!
    potrei dire che sono ingiusti, che non bisogna fare assistenzialismo, che bisogna cavarsela da soli (d’altra parte mio nonno, contadino frutticultore, mi insegnato che si fa così, senza aspettare nessuno che venga ad aiutarti), e questo potrebbe garantire così la qualità e la genuinità.
    MA
    ma ci sono sempre i furbetti, quindi…
    ma perchè bisogna farsi un mazzo così, magari in ambienti difficili e svantaggiati, con costi maggiori ed avere solo parole di elogio per il tuo eroismo?
    ma perchè bisogna sentirsi dire che il tuo lavoro è importante per l’ambiente, fondamentale, anche se non rende più a sufficienza? quel “plus valore” lì, chi me lo paga, specialmente in tempo di crisi?
    ma perchè il settore dell’auto in crisi lo stato lo aiuta subito?
    ma perchè allora i contributi li vogliamo togliere?

    …e ne avrei ancora, da scrivere…
    soprattutto su quelli che li meriterebbero, e magari incece prendono solo le briciole, mentre i furbetti invece prosperano!

  2. 2

    Marco dice:

    A me sta bene il contributo per la funzione sociale, magari non solo montana (pensa che bello il paesaggio risicolo vercellese, con il Rosa che si specchia nelle risaie!). Ma STA FUNIONE SOCIALE DOVETE FARLA DAVVERO!!!!! Allora: affitto alpeggi comunali con contratto legato a buone pratiche che se fai davvero ti abbasso l’affitto e se non fai mi tengo la cauzione. Poi da lì pigliati il contributo. Adesso qualcuno mi ammazza!

  3. 3

    Corsaro dice:

    Anche se non piace un pò di sano nazionalismo, in questi tempi di crisi, ci starebbe bene. Quindi rimandiamo a casa sua la papaya e mangiamo mele coltivate in Italia. Per cui, ben vengano i supporti danarosi in agricoltura ma MIRATI a costruire sinergie, percorsi comuni e quanto di altro serva a fare un prodotto italiano, che poi va promosso e consumato.
    Il contributo a rottamare il trattore, per comprarne uno più nuovo, è quanto di più cieco e fine a se stesso finanziamento che potessero inventare. Roba che ingrassa solo i fabbricanti di macchine, e le banche.

  4. 4

    Geppe dice:

    Meglio abolire tutto. E’ giusto che si cammini con proprie gambe.

  5. 5

    Luca Ripellino dice:

    @Geppe: certo, è prassi comune pensare che ci sono altri settori che non godono della contribuzione e degli aiuti destinati invece all’agricoltura… Però facciamo un esempio, il latte: se si tolgono tutti i contributi, spiegaci tu come può stare in piedi, anzi come può sopravvivere, un’azienda agricola a cui pagano il latte con un prezzo al litro inferiore a quello che davano 10 anni fa, naturalmente considerando che lespese di gestione dell’azienda stessa sono ovviamente aumentate rispetto a 10 anni, come dle resto è aumentato il costo della vita di ognuno di noi… Come si fa? E magari aggiungiamoci pure che quell’azienda si è svenata in questi anni per pagare le quote, che fra qualche anno (ma guarda un pò?!) aboliranno…. La situazione per te Geppe qual’è, quella di smettera di fare gli allevatori, cambiar mestiere, e consumare solo latte che arriva da chissà dove?!

    @Marco: tranquillo, qui non ti ammazza nessuno, anzi ti si appoggia!! Soldi si, ma mirati e solo a chi lavora bene e a chi rispetta le regole! Anzi aggiungo: credo che i contributi debbano essere stabiliti anche in base al reddito; se uno (nulla di male, ci mancherebbe, anzi…) ha la possibilità di comprare 1 trattore ogni 3 anni, o va a regolare l’acqua in risaia con un pick-up da 50.000€, o se a spasso la domenica ci va col Cayenne, buon per lui, ma il contributo per costruire il capannone nuovo lo diamo prima a chi ne ha bisogno davvero e da solo non ce la farebbe, e solo dopo, se ne avanza, a tutti gli altri….

    @Marzia: quoto in toto quello che hai scritto, ma non è certo una novità!

  6. 6

    marzia dice:

    concordo con marco!
    più controlli, premiare quelli che se lo meritano e che svolgono una funzione positiva reale, mentre quelli che speculano, rovinano, gestiscono male… “bastonate” 😉

  7. 7

    Marco dice:

    Ma non so: il contributo al trattore…
    insomma secondo me è un aiuto se davvero lo vuoi cambiare! Sembra una ca**ata, ma quelli che comprano la macchina solo perchè c’è il contributo proliferano! Mancanza di imprenditorialità. Poi che il contributo sia del 40% e alla fine risparmi il 20 è un’altra cosa.

  8. 8

    Luca Ripellino dice:

    Chiaro, perchè il contributo è iva esclusa!!! Quindi, motivo in più per dar ragione al Corsaro quando dice che si tratta di contributi a vantaggio di banche e venditori…. Certo, se lo devo cambiare e posso usufruire di un contributo, meglio un risparmio del 10 o 20% che un pugno sui denti, ma chi lo cambia perchè dopo 3 o 4 anni “si deve cambiare” (probabilmente per non sfigurare nei confronti del vicino di casa che l’ha cambiato da poco!!!), non merita nessun contributo, primo perchè vuol dire che ha soldi da buttare e quindi non necessita aiuti, secondo perchè è a prescindere un acquisto antieconomico per la propria azienda, perchè per tanto che il trattore venga usato e sfruttato, è impossibile in 3 anni ammortizzare le spese d’acquisto, ovvero (poco o tanto) ci si rimette sempre nel cambiarlo di frequente…ognuno guadagna e/o perde come e quanto gli pare, ma che lo faccia per suo conto e senz afondi pubblici, cioè di tutti! Su questo nessun dubbio.

  9. 9

    Marco dice:

    Il commento 7 è stato scritto prima di aver letto la risposta di Luca. Aggiungo cmq che era in vigore un deminimis di 200.000 € per tre anni (quindi come dicevi tu), un paio di settimane fa alzato a 500.000 €. E a questo punto è come se non ci fosse…

  10. 10

    Marco dice:

    Rivoltiamo la frittata, giusto per dibattere fino in fondo la questione: Parliamo pure del trattore (magari forestale…); a prescindere da chi lo acquista, qual è il giro di soldi dietro (banche escluse!). Uno o più venditori, che non sono necessariam il fabbricante, il commercialista dell’acquirente (…), e naturalm quello che gli segue la pratica. Una micro economia: può valerne la pena??

  11. 11

    Luca Ripellino dice:

    Direi decisamente di no! Sono quei circoli viziosi dove troppa gente si arricchisce su beni e sforzi altrui, senza far nulla o quasi… Ora, non voglio certo dire che tutti i venditori siano truffaldini, assolutamente no, però è ora che si impari anche a fare qualche passo senza l’immancabile intervento dell’intermediario di turno: quello che dici Marco penso possa essere tranquillamente riportato alla filiera campo/tavola nel settore alimentare… Quanti sono i passaggi (e quante le persone che su questo guadagnano, talvolta troppo e in maniera insensata) che compiono i pomodori dall’azienda del contadino che li coltiva al bancone del supermercato dove la gente va a far la spesa?

  12. 12

    Enoteca Soliti Ignoti dice:

    Non conosco a fondo e tecnicamente la materia, quindi il commento sarà certamente improprio; per finanziamenti – contributi di altra natura siamo soliti rilevare tanta confusione ed iniquità. Soprattutto pochi parametri certi, a dispetto della burocrazia e delle dichiarazioni di facciata. Già perchè se i requisiti, ad es. per il finanziamento finalizzato ad avviare un enoteca da parte di un giovane impreditore, fossero chiari ed oggettivi: probabilmente non servirebbe la società specializzata nel seguire la pratica e farti avere il finanziamento, ovviamente trattenendo un “x” per cento dell’importo finanziato (per carità: è giusto remunerare le prestazioni professionali); probabilmente potresti ottenere il finanziamento con poche certificazioni di dati, appunto, certi, oggettivi e comprovabili (e non mi riferisco alle autocertificazioni sull’eventuale passato criminoso), ma alla solidatà – affidabilità operativa. Pensiamo che, per quanto alla nostra esperienza, gli iter per i finanziamenti siano sempre troppo complicati, volutamente nebulosi e tecnici, raramente equi e basati su criteri – requisiti oggetivi e facilmente comprovabili. …..direi che ho fatto abbastanza confusione! Comunque spero di essere smentito!

  13. 13

    AUGUSTO dice:

    GEPPE, TSES TURNA SI

  14. 14

    Corsaro dice:

    @Marco: il contributo per acquisto trattore poteva starci anche bene. Io stesso ho beneficiato della Sabatini per l’acquisto del mio, quasi 15 anni fa. Oggi, se facciamo un bilancio critico cosa è successo? Abbiamo la provincia con più meccanizzazione del pianeta. Una media di ettari pro farm bassa, ma come minimo tre/quattro trattori per azienda. Un costo per i farmer, un guadagno per banche e officine. Tutti queste macchine per cosa? Per coltivare la terra che è diventato antieconomico, per via di una politica di import scellerata. Si coltivano nobili materie prime che poi, al momento del raccolto, valgono nulla…
    Trattori enormi che per lo più dormono sotto le tettoie e come lavoro hanno il traino botte per la movimentazione liquami. Pensate, più di centomila euro per spostare MERDA LIQUIDA!
    Se questi sono investimenti io mi tiro indietro, mi fumo la pipa e sto a guardare mentre la bravagente, gli IMPRENDITORI VERI, quelli furbi, portano a spasso merda.

  15. 15

    Marco dice:

    Qualcuno ha mai avuto a che fare con SistemaPiemonte???

  16. 16

    Luca dice:

    Cosa intendi, il programma Rupar?

  17. 17

    Antonio de Franco dice:

    Bisogna intendersi a cosa ci si riferisce quando si parla di “contributi”.
    Se ci si riferisce a quello in conto capitale per investimenti (ad es. PSR) andrebbero aboliti immediatamente senza aspettare il 2013 in quanto fanno un danno enorme provocando distorsioni che distruggono ricchezza anziché crearne.
    (Ricordo che due anni fa è stato assegnato il premio nobel della pace a Yunus per aver affrancato gli indiani dall’assistenzialismo creando con la sua banca un meccanismo premiale che li dotava di merito del credito. Gli aiuti in conto capitale utili sono solo quelli utilizzati per le infrastrutture pubbliche).

    Se, invece, ci si riferisce all’Aiuto PAC (da AGEA) il fatto è che NON SI POSSONO TOGLIERE.
    Infatti per toglierli in Italia occorrerebbe eliminarli anche nel resto dell’U.E. ma anche in USA, Australia, sudamerica, ecc.
    Vi ricordo che l’aiuto PAC NON è assistenzialismo ma è redistribuzione del reddito dal secondario e dal terziario in favore del primario al fine di garantire alla popolazione la continuità nella fornitura di derrate alimentari a prezzi contenuti cioè di massa.

    Quelli di cui si discute in sede di WTO non sono gli aiuti PAC in nostro favore bensì gli aiuti alle esportazione. Forse non tutti sanno che in Italia ancora si erogano contributi AGEA alle esportazioni in favore di chi ne fa commercio. Si tratta di contributi da eliminare immediatamente reindirizzando quel denaro alle imprese agricole.

    Piuttosto facciamoci una domanda: PER QUALE RAGIONE VIEN FATTA CIRCOLARE LA VOCE – DEL TUTTO FALSA E INFONDATA – CHE NEL 2013 A CESSARE SARANNO GLI AIUTI PAC DELLA DOMANDA UNICA???
    Non vi pare che siffatta disinformazione possa preludere ad una iniziativa dei soliti parassiti per rimettere le mani sui nostri soldi dopo che con la riforma AGEA del 1999 gliele abbiamo fatto togliere lasciando a secco le “associazioni di carta” dei produttori i cui parassiti sono stati costretti ad andare a lavorare?

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