Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Senza parole…

Cercavo notizie riguardo i dati di import/export di prodotti alimentari in provincia di Cuneo e che ti trovo?
“Li mortacci ” mi esce spontaneamente come espressione dotta e raffinata in merito a quello che leggo.
Lungi da me l’idea di commentare in merito alla faccenda, ci tengo alla pelle.
Comunque sia, il fatto avvalora la mia tesi: autodeterminazione! A costo di andare con l’ape car a vendere, per i mercati rionali, i prodotti agricoli o fare il “porta a porta” credo che sia meglio stare alla larga da “strade facili”.
“La via per l’inferno è lastricata da buone intenzioni”. Mi sembra che calza a pennello.
Nell’articolo che potete leggere si parla di un “buco” di 2,4 milioni di euro. Non sono pochi, e siccome “fatti” con frutta e verdura…hai voglia che di roba!
Altra cosa:
Dovete sapere che si parla di 386 milioni di euro spesi dalla provincia di Cuneo per IMPORTARE
cereali, ortaggi, frutta fresca ed i guscio.
Lo capite? 386 MILIONI DI EURO spesi da una provincia AGRICOLA per importare AGRICOLTURA. Per me è un fallimento, ma per le istituzioni sembra che sia un successo.
Un fallimento MORALE: perché la mia provincia è agricola ed è la più meccanizzata del pianeta. Sono stati fatti investimenti tali che si potrebbe coltivare tutti i pianeti del sistema solare. Che serve allora avere più trattori che vacche?
Un fallimento ECONOMICO: a noi agricoli non pagano il giusto valore delle nostre produzioni per poi importare roba allevata o coltivata all’estero. Chissà come! Pagate il giusto ed importate di meno!
Un fallimento SOCIALE: il contadino si estingue. Le migliori braccia agricole cadono al servizio dell’industria che, travestita da agro-industria, striscia e si sdruscia facendo l’occhiolino ai
giovani (e non) agricoltori che, per pagarsi gli investimenti fatti in tempi migliori, “affittano” loro stessi e la loro azienda al mercante di turno che promette rose e fiori. Promette…
E tutti quei discorsi sulla agricoltura del territorio dove sono? Perché un conto sono le parole altra cosa sono i fatti.
Piccoli fatti, pieni di speranze…
Dove è l’umiltà, l’onestà e la trasparenza che hanno contraddistinto una certa qual imprenditoria passata?
Mi chiedo quanto ci odieranno le future generazioni: noi spettatori “guardoni” di una orgia malefica atta a inquinare e distruggere tutto in nome del “guadagno rapido”.
Vergogna.
Vaffan…? Non basta più!

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