Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Un bugianen risponde

Dalla notizia del giorno del Club Papillon:

Prima Borgogno, poi Fontanafredda, Oscar Farinetti sta entrando nel mondo del vino toccando il cuore di alcune storiche cantine che fanno la storia del Barolo. Che è il grande vino italiano, ma che stranamente è tornato nel silenzio mediatico. Ieri Gigi Brozzoni ha ripreso nella sua newsletter, Il Consenso, una polemica con il Consorzio del Barolo, lamentando l’assenza ad Alba Wine Exhibition di una serie nutrita di cantine storiche. Gli hanno risposto dicendo che il Consorzio fa il suo dovere e che la promozione è di un altro. Sarà, ma bastano certe iniziative di promozione un po’ spot e forse datate, che non coinvolgono seriamente i produttori? A Montalcino la comunicazione è di un altro livello; nel Barolo c’è quasi l’immobilismo, a parte appunto il valore che notizie come quella di Farinetti danno al vino o l’attenta presenza di Ceretto sui media. Non c’è dialogo, caro Claudio Rosso, di questo devi darne atto, quanti anni sono passati… L’ultima volta che io ricordi fu a La Morra, per iniziativa di Angelo Gaja. Si era una ventina, ricordo il conte Riccardi, Carlin Petrini, Cesare Giaccone e altri… Da allora il silenzio. Certo non è fondamentale sentire il parere del sottoscritto e bisogna sempre fare valere la misera regola che nessuno sia mai profeta in patria. Ma questo avviene non solo nel Barolo. Anche su altri magnifici vini, che celebrano traguardi temporali, è lo stesso. Strategie? Manco a parlarne: venga la festa col brindisi ed il convegno, dove sembra che il successo stia nel tagliare fuori qualcuno che magari ha qualcosa da dire, che forse disturba il cinema del primo che passa a far promozione. Il dialogo non c’entra, la promozione, come ricordava qualcuno anni fa, sono solo balle o al massimo spot. E non si va oltre la festa di piazza, la notizia sulla stampa locale, senza accorgersi che dentro a questa autoreferenzialità, che è un’accezione negativa del termine territorio, si perde invece terreno, anno dopo anno, con uno sguardo un po’ ebete davanti a bottiglie che hanno valore. Forza bugianen!

Risposta di un bugianen:

In seguito alla lettura di cartolina ai piemontesi comunico che qui, nel paese dei balocchi (provincia Granda), va tutto bene!
Mangiafuoco è vivo e vegeto e il suo teatrino in piena attività. Tutto è buono, pulito e giusto, tutto è sotto controllo da una regia indiscutibile, avvolgente, adesiva. In nome del progresso e del bene reciproco non c’è più nessuno che si pone domande, perfino il sindacato dei gialli, un tempo difensore degli oppressi dai latifondisti, opera in sintonia con tale sistema: Il grande occhio vigila.


Stiamo bene, isolati dal mondo e guai a chi vorrebbe l’aeroporto di Levaldigi funzionante sul serio e peggio ancora un passaggio per la Francia che non sembri ad una grotta. Noi dobbiamo solo lavorare con la schiena piegata che è una caratteristica del bugianen. Piegata a novanta gradi perché la terra è bassa, cosa hai capito!
Il turismo! Abbiamo questa grande risorsa e chissenefrega di tutto il resto. Il turismo concentrato in un triangolo di Langa così è, così sarà, nei secoli dei secoli. Amén.

Lasci stare signor Massobrio, ci lasci nell’oblio, nelle sagre di paese a mangiare le nostre brodaglie stracotte ed abbaiare alla luna, nelle nostre terre dei Savoia che per esistere pagano il dazio, nei nostri fiumi di vino sempre buonissimo di cui abbiamo cantine barricatissime e pienissime, nelle bistecche madame che sembrano arrivare da carrè (taglio) infiniti, negli agriturismi con piscina e prato inglese, nelle grandi cascine diroccate con vicino villa a sei piani censita come casa colonica a reddito zero, nei grandi industriali (vedi finte-soccide) che per non pagare le tasse si travestono da coltivatori-diretti con l’indifferenza/appoggio dei sindacati, nelle associazioni onlus per tutti, per tutto e per scaricare dalle tasse l’obolo e passare per mugnifici, generosi benefattori.
Alleluja, AAAALLELUJA!
Ci lasci in pace signor Massobrio, non faccia come il Corsaro, ci lasci inchinare, come tradizione vuole, al potente di turno che tanto prima o poi passa e tutto torna come prima.
Pacatamente, serenamente…


Cerea signor Massobrio, tante cose a Lei e famiglia.

Giuanin (pet’-pet’) Sigala
(…fasia l’aviatur, mancaie la bensina pisaie n’tal mutur)

5 Commenti »

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5 Risposte a “Un bugianen risponde”

  1. 1

    Luca Ripellino dice:

    Hai fatto un corso di sceneggiatura?!?

  2. 2

    CarloZaccaria dice:

    Troppo forte.

    – ma non era n’tal mutur?

  3. 3

    Corsaro dice:

    Vero! Correggo subito.

  4. 4

    marzia dice:

    mi sto tenendo la pancia in mano… :-))

  5. 5

    Corsaro dice:

    Certo che questo signor Giuanin Sigala è proprio un birichino! Anche buzzicone, un uomo da piola. Magari pure beone!

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