Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Requiem per la (libera) zootecnia

Ieri, 15 ottobre 2008, in un salone del complesso MIAC della frazione Ronchi di Cuneo, si è fatto il punto della situazione zootecnica Piemontese e per l’occasione hanno sfilato i vari “padroni” dei comparti bovino, suino, avicolo e ovicaprino.  “Padrini” forse è un termine più giusto del vetusto e rimpianto (con loro un tozzo di pane era assicurato)  “padroni”.  Questo perché, quasi assenti,  allevatori e contadini ma molto presenti assai associazioni, mangimisti, pomodori della crescita e amici degli amici. Tutti tecnici naturalmont! Mi chiedo che ci stavo a fare io, notoriamente allergico, alle chiacchiere, al salamelecchi, alle vision e alle mission. Sissignori! Si è iniziato proprio con una VISION dell’illustre responsabile unità mercati, direzione mercati e risk management dell’ISMEA. Una vera VISION, di cui posseggo la versione stampata, tutta presentata sul megaschermo e ben confezionata da qualche programmino “miciomicio” con i fiocchi. Della serie famolo strano tanto paga pantalone! E quanto paga?

Il mattino tutto in ascolto e, per il pomeriggio, era consentito il dibattito, previa prenotazione scritta. Giuringiuretta: giuro che che sono stato attento, composto a sentire le disquisizioni, le arringhe e gli affondi fatti con una veemenza, con una forza e con una energia che mi ricorda quella di una lumaca, di 150 anni con la prostata che insegue, ne vano tentativo di prenderla per possssederla, un’altra lumaca, con i capelli turchini, scarpe con tacco da 19,  vecchissima, cieca, sorda e muta. Uno spettacolo eccitante!

Verso l’una pranzo offerto dalla Regione Piemonte: “Grazie. Prego. Non c’è di che, tornerò. Tornerai? Si, nel tempo. Ma il tempo non è una illusione? Giustoappunto!”

Al pomeriggio, prenotato per la mia arringa con il nome di Bresciano Edoardo, responsabile  A.T.A. Cuneo, aspetto con trepidazione la mia ora. Mi sono passati davanti tanti e verso le 17,30 avevo un impegno che annulla tutto il resto, cascasse il mondo: MIO FIGLIO! Che peccato ho dovuto abbandonare il campo di battaglia. Peccato anche l’assenza (tolto me) di qualcuno dell’ASPROAVIC, associazione che, di fatto, è rimasta esclusa dall’evento. Ma ne parliamo dopo…

Ma non state in pena per me perché sono dovuto assentarmi sul più bello:  ho vinto, ieri,  ALLA GRANDE. Infatti, in fila per recarsi a pranzo, sono stato braccio a braccio con L’assessore Mino Taricco (che ha voluto fortemente l’evento) che mi ha detto: “Ciao, ho letto con grande interesse la relazione che l’A.T.A mi ha mandato.” KAKKIEN! Mi ha identificato subito. (Magari informato da qualche suo cagnolino baubau-slurp-slapslap) Benissimo ho risposto. Le porto i saluti di Marina. Marina Lussiana ho aggiunto. Mi ha congedato con un sorriso e nei suoi occhi non ho letto disprezzo, magari imbarazzo, ma non quel disprezzo che ho percepito in qualche tirapiede che ieri ho incontrato e che, con qualche bella parola, pensa di avermi incantato.  Nel prossimo post pubblico la relazione che ho preparato per l’evento con l’intenzione di segnalare il mio comparto, pressoché, non considerato, anzi, deriso. Ma che schifo vedere che i signori industriali per evocare sensazione di animali sani, benessere, buonopulitoegiusto, USINO IMMAGINI DI ANIMALI ALLEVATI COME NONNA FACEVA. VERGOGNA! E’ PRENDERE IN GIRO I CONSUMATORI CHE NON SONO SCEMI.

21 Commenti »

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21 Risposte a “Requiem per la (libera) zootecnia”

  1. 1

    Luca Ripellino dice:

    Oh, ma dai… Non dirmi che non hanno fatto scorrere foto di allevamenti-lager, di capannoni con dentro 50.000 polli, di vitelli da latte alimentati con latte in polvere (magari made in China, ora che va di moda) e in dissenteria dalla nascita, di galline ovaiole con le ali atrofizzate perchè nate e cresciute in gabbie larghe una spanna, di frisone a cui conti tutte le ossa ma con mammelle grandi così, di maiali con la coda tagliata per evitare i fenomeni di cannibalismo…. Non ci credo!! Solo bucoliche foto di galline sul prato, vacche in alpeggio, suini che cercano tartufi e polli sull’aia… Ma non è che eri sul set della pubblicità di quel bel mulino ad acqua dove fanno merendine tanto buone (e sane), e non te ne sei accorto?!

  2. 2

    Corsaro dice:

    Ho aggiunto la locandina. Comunque la mia osservazione in merito alle immagini non è polemica ma penso che se le premesse non sono chiare è inutiule pretendere che il consumatore dia fiducia. Bisogna avere il coraggio di mostrarsi per quello che si è.

  3. 3

    Luca Ripellino dice:

    Appunto.

  4. 4

    Alberto M. dice:

    Si effettivamente è un infantile nascondersi dietro queste immagini…rubate! E’ una cosa molto italiana. Ricordo (viaggio molto all’estero per lavoro) capannoni di maiali in Olanda con i vasi di gerani sulle finestre che abbellivano.

  5. 5

    marzia dice:

    magari hanno pure rubato le foto dal mio blog…
    ho già pizzicato una volta addirittura la provincia di TO ;-)))
    …era per una manifestazione turistica, ma comunque…
    non sto nemmeno a chiederti se c’era qualche rappresentante dei veri margari (magari sì, qualcuno dell’AREMA?), men che meno dei pastori vaganti!!

  6. 6

    Corsaro dice:

    non ho visto pastori e tantomeno pecore! Figurati capre…In compenso c’era il pres. del comparto ovicaprino al quale ho chiesto come mai nelle sue varie denuncie che ha fatto non ha parlato dei GRAVI danni che il vaccino della linqua blu ha fatto in giro per l’italia. Molto cortesemente mi ha risposto che quella non era sede per questi discorsi. Mi chiedo quele sia la sede.

  7. 7

    G.T.Agricoltori dice:

    Non so il perchè ma noi contadini, diciamo un pò più svegli, quando facciamo certe domande o tiriamo fuori certi problemi, ci rispondono sempre :”non è sede per questi discorsi!”

  8. 8

    G.T.Agricoltori dice:

    non sono allevatore, ma ho animali di bassa corte e approvo cio che porti avanti!

  9. 9

    Corsaro dice:

    Ciao! Sono andato a cacciarmi nel nido delle vespe ma tutto è esperienza. Ho toccato con mano quanto la politica sia strattonata dagli interessi. Chiaro che non si può fare solo produzioni rurali, ma io conosco gente che fa numeri con sistemi estensivi ed animali all’aperto. Qualcosa, a mio avviso, l’industria dovrebbe rivedere: dove fa crescere 3 polli, due verrebbero su meglio!

  10. 10

    Alberto M. dice:

    Ma la storia della lumaca? Ne conoscevo un’altra, quella della lumaca che corre sulla lama di un rasoio…Il Colonnello Kurtz. Mi sembri matto più di lui che si era rifugiato nella giungla in cambogia e faceva la guerra al mondo. Quel mondo che mandava i ragazzi a spargere napam sui musi gialli ma si indignava se scrivevano CAZZO sull’elmetto. Ebbravo Kurtz…aveva già capito tutto.

  11. 11

    Corsaro dice:

    @Alberto: la mia sveglia al mattino è Wagner.
    @Gianfranco: Come va? Ho contattato l’amico che Floriano mi ha segnalato. Ora è occupato nei lavori, ma ci incontriamo presto per definire quelche programmino che ho già in testa.

  12. 12

    Bobo dice:

    fai bio corsaro?

  13. 13

    G.T.Agricoltori dice:

    una piccola correzione Corsaro, Fabiano non Floriano!
    Per il resto hai ragione tutto fa esperienza, stare in mezzo ai politici o i nostri dirigenti ti accorgi di quanto sono “viscidi” ma è tutta esperienza e ci insegna a crescere e stare in stato di allerta! Bene l’icontro che farai con l’amico facci sapere!!! ciao

  14. 14

    G.T.Agricoltori dice:

    Sai negli ultimi 3-4 anni che siamo andati in tanti posti e convegni, certi personaggi come ci vedevano ci rimanevano male perchè non vogliono che arrivi dove arrivano loro!

  15. 15

    Corsaro dice:

    @Bobo: non sono certificato ma, in sostanza, sono sulla strada del bio. Non trovo giusto pagare per fare dire che sono un bravo produttore! Ma a questo punto dovrò farci un pensiero, valutare qualche ente certificatore, i costi ecc. ecc.
    @Gianfranco: Vero! ho confuso i nomi. Floriano è un bravo produttore di miele delle mie parti che ho incontrato di recente.
    Verissimo anche che certi figuri, a vederci camminare da soli, diventano matti. Mi spiace per loro.

  16. 16

    Marina Lussiana dice:

    Io lo ero certificata. Poi siccome dovevo fare praticamente quasi tutto io, ho deciso che non avrei più pagato l’ente di certificazione. Mi sono stati chiesti i rimborsi degli anni di contributo percepiti sul mio “essere bio” proprio perchè mi rifiutavo di pagare questo ente. Sono stata chiamata in provincia a spiegare le mie motivazioni: semplice, perchè pagare un qualcuno che per me non fa nulla. Io mi aspettavo da parte di questo ente promozioni per la mia azienda, visibilità tramite pubblicità…. insomma qualcosa per cui essere contento di pagare, invece non ho mai visto nessuno che venisse a fare un prelievo sui miei terreni e dicesse: oh basta là ma come lavora bene questa qui!
    A cosa serve quest’ente? Non l’ho mai capito. Io ero più che tranquilla sui miei terreni, concimati con il buon vecchio tradizionale letame, niente, ma proprio niente di chimico. Invece non è mai venuto nessuno. Ero io che dovevo aggiornare i registri ( mi pare di ricordare che siano cinque o sei), io che dovevo lavorare come mi veniva detto, io che dovevo segnalare ogni virgola di cambiamento e allora ho deciso che non avrei più pagato e sono stata costretta a restituire gli anni di premi percepiti. Io ho fatto il lavoro continuando tuttora a farlo come prima, e non mi sono mai stati riconosciuti meriti forse solo perchè….. non pago l’ente certificatore.

    Marina Lussiana

  17. 17

    Luca Ripellino dice:

    Esatto, quasi sempre funziona proprio come ha raccontato Marina. Anch’io conosco un ottimo orticoltore che fa bio da 8 anni: lo fa per convinzione, continua a farlo e sono praticamente certo che “bio” lo sia veramente… Però resta il fatto che in 8 nessun tecnico (proprio nessuno, zero assoluto) del suo ente certificatore è mai andato a fare controlli e/o prelievi presso la sua azienda; si sono limitati a fargli compilare delle schede di autocontrollo (in autocertificazione) e ovviamente a fargli pagare l’importo annuo, ma chi lo certifica non sa nemmeno dove questo ha l’azienda… Ripeto, è un produttore che conosco e che ritengo incapace di comportarsi in maniera disonesta: ma quanti al suo posto in questi 8 anni (in nome del dio denaro) sarebbero andati giù duri con la chimica, spacciando poi i prodotti per biologici?! Quindi: chi ha ragione? Che certezze ci dà il bio certificato? Dove sta scritto che chi non è certificato bio, produce per forza prodotti di qualità inferiore?

  18. 18

    Corsaro dice:

    UFFA CHE BARBA UFFA CHE NOIA! Luca e Marina vi siete messi daccordo? Ero quasi convinto di questa scelta…
    Allora ci ri-ripenso e chissà se non ne nasca qualche idea…corsara.

  19. 19

    marzia dice:

    io invece conosco un’azienda bio che tutti gli anni ha gli ispettori che vengono a controllare tutto per la certificazione… cos’è, un’eccezione?

  20. 20

    Luca Ripellino dice:

    Certo non si deve fare di tutta l’erba un fascio, ci mancherebbe… Come sempre, ogni medaglia ha anche il suo rovescio. Ci sono eccome gli enti certificatori che funzionano bene, e ci sono quelli invece un pò furbetti: idem fra i produttori.

  21. 21

    Corsaro dice:

    Comunque (ERA SCONTATO!!!!!) ho avuto una illuminazione per dare più credibilità alle certificazioni bio. Per adesso non posso dire altro perchè qualcuno mi soffia l’idea.
    Sarà una idea che farà storia!

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