Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

Terra Madre, il salone e tutto l’ambaradan del gusto.

Accipicchia: argomento spinoso dato che tutto la stampa e il modo mediatico, in coro, hanno dimostrato goduria e soddisfazione verso questo biennale evento. Possibile che un piccolo ed insignificante contadino della provincia di Cuneo abbia qualcosa da dire e, peggio ancora, scrivere?

Prima di tutto chiarezza! Nulla di personale, nessuna guerra ma solo qualche considerazione. Dopo la chiarezza ci vuole una premessa: nulla da dire sull’operato dei lenti, pardon, di slow food,  hanno creato quello che non c’era. 

Ma, partiamo da un fatto: il mondo stà cambiando in maniera vertiginosa credo, però, nulla di non prevedibile. Si stà verificando quello che le lobby del potere hanno, da tempo, pianificato, pilotato e strutturato. Nulla di nuovo all’orizzonte. Nel 2013 cadranno i dazi verso Brasile e Venezuela  dove esistono già impianti, agroindustriali, di filiera avicola, per rimanere in tema del mio lavoro. Mangeremo polli carioca. Ad oggi la Foresta Amazzonica è insidiata da coltivazioni di soya per alimentare animali. Soya OGM naturalmente ma questo è il male minore. Siccome li le estensioni sono a perdita d’occhio usano mezzi volanti per cospargere di fitofarmaci e diserbi le culture. Come diserbante sembra che usino il Roundup della Monsanto (Glifosato) , micidiale contro tutto, seccatutto.. la soya non secca perchè modificata geneticamente ad essere diserbo-compatibile.  Succede qualche volta che si spruzzi del diserbo su persone ed animali, su fattorie. Ma avevano solo da spostarsi, no?

Cosa c’entra?

La mia mente limitata è 40 anni che sente le varie associazioni parlare in merito alla fame del mondo neppure si continua a morire di fame…                                                                                                              Sono stufo di chiacchere, di filosofi, di prediche, di molleggiati che pontificano  su questo e quello. L’uso strumentale dei soliti poveri del mondo che ci vengono sbattuti in faccia per farci vergognare del nostro benessere quasi come il peccato originale fosse del povero padre di famiglia (o madre) che si sveglia tutti i giorni alle 05.00 e va a bollare la cartolina o mungere la vacche o qualsiasi altro lavoro normale.

Quanti soldi spesi solo per parlare? E per risposta…solo immagine, solo apparenza, solo propaganda.

E la condizione dei contadini in Italia? In mano ad una agroindustria che, di fatto, ha già costruito i suoi stabilimenti all’estero e tra non molto chiuderà quelli nostrani lasciando a piedi chi ci lavora, soprattutto in soccida. Altro che la soccida sia un bengodi…Siamo schiacciati, siamo in estinzione. Ma torniamo a noi.

Di fatto si stanno delineando (la forbice) due stili di intendere il cibo. Uno industriale, fatto in catena di montaggio ed uno fatto dalle mani dell’uomo. Io lavoro in quest’ultimo. Ho fatto le mie scelte, pagando di tasca mia successi ed insuccessi. Come tanti onesti imprenditori è una vita che pago. Continuo a credere in una economia liberale fatta da uomini leali, non ho detto cardinali! Lealtà ed onestà: ci credo ancora!             Non ho accettato di divenire schiavo dell’agroindustria e non intendo accettare divenire schiavo di qualsiasi altra organizzazione anche se buona, pulita e giusta e, purtroppo, mi sembra che qualcosa si muova in questo senso. Chi ha fuitato il business del cibo buono e pulito non mi convince affatto anche se osannato dai media e, mi sembra, da tutta la stampa del settore. Mai una intervista ad un contadino-produttore, sempre ai soliti, fotogenici, personaggi. Ci fanno intendere solo e sempre che va tutto bene, che tutto funziona. Ma, chi lavora dietro le quinte, sa che non è così. Però sembra che ci si sia arresi alle ingiustizie. Pur di apparire nell’orgia dell’ mondo perfetto si strapaga e si  è disposti a tutto. L’immagine prima di tutto! Pure Carlo di Inghilterra ci si mette. Eggià dall’alto della sua integerrima figura.! Mi ricordo una puntata di Report nella quale la giornalista Milena Galbanelli parlò dei milioni di premi Pac che finiscono nelle tasche dei soliti ricchi, altro che contadini. Tra i ricchi c’era al primo posto, grazie alle Sue immense tenute,  il Re. Evviva il RE.

Vasco Rossi ha scritto una poesia bellissima (E adesso tocca a me)  che lui canta, alla sua maniera da “deluso”, calza a pennello con lo stato d’animo che ho in questo momento. Permettetemi la voglio riportare:  

E adesso che sono arrivato
Fin qui grazie ai miei sogni
Che cosa me ne faccio
Della REALTÀ

Adesso che non ho
Più le mie illusioni
Che cosa me ne frega
Della VERITÀ

Adesso che ho capito
Come va il mondo
Che cosa me ne faccio
Della SINCERITÀ
E adesso
E adesso

E adesso che non ho
Più il mio motorino
Che cosa me ne faccio
Di una macchina

Adesso che non c’è
Più Topo Gigio
Che cosa me ne frega
Della Svizzera

Adesso che non c‘è
Più brava gente
E tutti son più furbi
Più furbi di me

E ADESSO CHE TOCCA A ME
E ADESSO CHE TOCCA A ME
E ADESSO CHE TOCCA A ME…

Come al solito, GRAZIE VASCO!  Forse è tempo che i Corsari si cerchino un isola dove vivere in pace visto che non riescono darsi pace in un mondo di finti eroi. ( By Corsaro)

AGGIORNAMENTO: MIRACOLO TORINESE, QUALCUNO OSA PENSARE. GUARDATE QUI.

91 Commenti

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91 Risposte a “Terra Madre, il salone e tutto l’ambaradan del gusto.”

  1. 1

    mic dice:

    Immaginavo che fosse una cena sf, ma hai ragione ugualmente, è cara, e io non andrei. Sono andato ad altre ed ho pagato molto meno. La differenza che c’è tra una degustazione di barolo fatta sf e da altre associazione, e questo ne sono certo, è che chi va a quest’ultime lo fa, un po’ come dici te per “riempirsi la bocca”; chi va da sf, mi sento di dire, che un po’ vuole imparare.
    Comunque un punto fermo per me è la qualità per tutti e su questo non mi smuovo. Mi spiego meglio: per qualità non intendo salmone o patanegra per tutti e sempre, intendo anche i ceci, una cipolla, una pesca, prodotti normali ma di QUALITA’. Credo che non ci sia tanta differenza in euro tra una buona pesca ed una piena di pesticidi, cioè ritengo giusto che quella buona, sia fatta conoscere e sia venduta ad un prezzo giusto (strano ma mi viene in mente buono,pulito e giusto) soprattutto per il contadino. E vedo che qualcosa già si sta facendo. Anche sf si è accorto che, ad esempio, qualcuno con i presidi ci “marciava” e infatti con i nuovi disciplinari e con il marchio, molti di questi presidi non ci sono più.
    Ciao, buon lavoro a tutti.

  2. 2

    Luca Ripellino dice:

    Onestamente non sapevo della storia deipresidi, e se è vero che c’era chi ci marciava, bene hanno fatto a toglierli o regolamentarli. E sono d’accordissimo con te sulla diffrenza relativa (in euro) tra una pesca buona pultia e giusta rispetto a una piena di pesticidi: bisogna far capire e rendere consapevole il consumatore di questa differenza lieve economicamente, ma al tempo stesso enorme in fatto di gusto, genuinità e salubrità; l’importante, come dici tu, è che ci sia l’intento (e parlo in generale, non rivolto a SF) di partire “dal basso”, cioè dai cecia, dalla cipolla e dalla pesca… Poi ci sono il Patanegra, il Barolo e altre chicche che grazie a Dio esistono, ma sono (in ogni senso) su un altro pianeta, e meritano discorsi e attenzioni a parte… E’ importante partire dal basso per coinvolgere e interessare l’uomo comune, cioè quello che va al supermercato e non trova la frutta del territorio manco a pagarla oro, e il 99% di quella che acquista è come la pesca piena di pesticidi da te citata prima… Infine, non dimentichiamo che la qualità difficilmente può essere per tutti perchè semplicemente non a tutti interessa: purtroppo, lo sottolineo, è un dato di fatto che a molti della qualità non interessa, perchè per tanti la pesca buona e quella piena di pesticidi, sempre pesche sono, e con queste posizioni ideologiche credo ci sia veramente poco da fare! Un esempio: se a tutti interessasse la qualità, al rito dell’aperitivo (a cui nessuno ormai sembra rinunciare) si dovrebbero scegliere solo quei (pochi) locali che lo propongono veramente all’insegna della qualità; invece la maggioranza dei locali propinano tartine ricavate dalle focaccette avanzate a mezzogiorno e zeppe di salse e salsine per mascherare il gusto di rancido di quel pezzo di prosciutto che ancora un pò cammina, eppure anche in quei locali (che sono la maggioranza) dalle 19 alle 21 devi spingerti per entrare…. E’ solo un esempio, ma per dire che al di là di considerazioni economiche, in fatto di qualità del cibo ci sono anche tanti “sordi che non vogliono sentire”, i peggiori con cui dialogare… Ciao

  3. 3

    Corsaro dice:

    @Mic: interessante il dicorso sui presidi e relative epurazioni dei birboni. Mi chiedo solo con quale autorità adesso, come dai d’intendere, i lenti possano certificare…
    Mi permetto di ricordare che per certificare bisogna essere un ente certificatore riconosciuto. Vero che tra gli enti c’è chi fa nulla ma, allora, da domani, mi metto a dare multe per eccesso di velocità a che passa davanti a casa mia.
    Ma gatta ci cova…se questi oggi certificano domani che fanno? Mi vedo già etichette di questo genere: fatto da pincopallino PER ….. Ecco il monopolio del gusto.

  4. 4

    Leo Rieser dice:

    @Luca
    In condotta SF di Torino si organizzano circa 50 eventi all’anno. La stragrande maggioranza dei quali sono laboratori, corsi, degustazioni, cene a medio/basso prezzo. Il che può essere tranquillamente verificato sul sito http://www.slowfoodpiemonte.com che contiene lo storico dell’ultimo quinquennio.
    Si organizza una serata con dodici Baroli 1998 (a prezzo politico peraltro), ma ogni anno si fa un incontro con la cantina sostenibile dell’anno (l’anno scorso fu Kuenhof, poche settimane fa Tenuta di Valgiano).
    Si organizza saltuariamente qualche cena costosa (generalmente tre all’anno), ma ad esempio si propone un evento che ha portato cinque Osterie d’Italia a Eataly, girando l’integralità dei proventi e delle offerte per i biglietti dei delegati brasiliani e marocchini di TM.
    Sulla quantità, la qualità e la serietà degli eventi rispondiamo in prima persona alla base associativa in primo luogo e, siccome nessuno di noi fa questo per utile personale, cerchiamo di fare del nostro meglio.
    Non fate passare il messaggio che le Condotte SF siano un organismo elitario che organizza eventi per stra-ricchi. Non corrisponde a realtà. Ciao. LR

  5. 5

    Marco dice:

    Non ho capito (commento 48) quindi cosa definisce la QUALITA’. SL vuole certificare qualità e fa moda? Gli organismi di certificazione lo sono o lo fanno? Insomma, il consumatore che strada deve seguire? Quella del suo palato (pasta e ceci? Pane e salame?)?
    Per carità, io sono uno che segue il palato, ma ad esempio il mio palato mi dice che è più buono il formaggio del caseificio di Roy (con piastrelle eccerto) rispetto a quello del marghè che lo fa alla moda vecchia… dov’è la qualità? E ogni tipo di formaggio/salame/prodotto di una valle è di qualità per forza, è tradizionale per forza o siamo sempre solo a una moda?

  6. 6

    Luca Ripellino dice:

    Leo: innanzitutto ciao, grazie e benvenuto anche a te! A costo di ripetermi, ribadisco anche a te che tutto il dibattito scaturito su questo blog non vuole essere assolutamente un affronto a SF e all’attività delle condotte. Sul fatto che cerchiate di fare del vostro meglio non ho dubbi, conosco anche di persona un fiduciario piemontese sulle cui competenze e serietà non discuto minimamente. Detto questo, e detto che di conseguenza so di molte iniziative a prezzi decisamente abbordabili, a te che sei quanto mai “dentro” il movimento e sei intervenuto a dare il tuo apporto alla discussione, giro il discorso da me fatto in un post precedente, riguardo la filosofia e soprattutto l’anima che guida ogni attività di SF: ok che non c’è nulla di male a mangiare (e apprezzare) foie gras, mi dici però il foie gras stesso che c’azzecca con tutto ciò che è SF, incluso naturalmente il discosro prezzi, visto che il foie gras non te lo regalano e non puòcostare poco? Tutto qui, molto semplicemente. Al giorno d’oggi ritengo che (senza avere la spocchia e la pretesa di scoprire l’acqua calda) far conoscere, spiegando e degustando, la tofeja può essere una cosa che non fa nessuno, quindi una linea netta e precisa dell’associazione SF o picopallino; fare la stessa cosa (sicuarmente ben fatta) col foie gras è una cosa che fanno in mille…. Solo questo era il nostro pensiero, credimi che non si voleva far passare gli eventi SF come elitari e per soli stra-ricchi, resta il fatto che la famiglia che non rientra in queste categorie 95€ a cranio per una cena (ammesso che siano tutti soci) non se li può permettere. Grazie dell’intervento, ciao. Luca

  7. 7

    Luca Ripellino dice:

    No Marco, scusa ma sei un pò fuori strada: rileggi bene ogni intervento, nessuno ha detto che per forza il formaggio tipico della valle deve anche essere buono… E’ ovvio che un formaggio (o un salame, o quel che ti pare) può essere tipico fin che vuoi, ma se chi lo produce non sa fare il suo mestiere, non sarà mai buono. Oppure seguo l’esempio che fai tu: conosco benissimo la Valsesia e quindi i formaggi della Giuncà della frazione Roj di Fobello (VC): sono semplicemente straordinari, ma non certo tipici, perchè il signore che li fa (Bruno Giovannacci) segue molto poco quella che è la tradizione casearia valsesiana, produce diversi formaggi di tipologia tipicamente francese… Perchè ritieni che per forza la qualità deve stare da una parte o dall’altra?

  8. 8

    Marina Lussiana dice:

    Io sono dell’idea che bisogna distinguere due realtà ben diverse. La politica ha sbagliato in questi anni a non distinguerle; forse invece di pensare a quello che era meglio per l’economia (quindi le varie categorie) ha messo gli uni contro gli altri. E’ impossibile pensare che i prodotti costino tutti uguali. Chi produce in sone svantaggiate (montagna) non può certo farlo ai prezzi della pianura. In montagna devi comprare tutto, perchè al di la del fieno e dei pascoli estivi non si hanno immensi campi di mais, grano ecc. ecc. Quello che ti costa di trasporto per la periferia delle città ha un costo, in montagna ne ha un altro. Chi trasforma in pianura lo fa in un certo modo chi trasforma in montagna lo fa in un altro. Io sono convinta che tutti e due i modi siano rispettabili e che tutti e due abbiano il diritto di esistere, per questo io spingo sempre i miei soci a smettere di farsi fare il prezzo della propria roba da altri ma comincino a parlare direttamente di prezzo con grossisti, industriali ecc. Ora si parla tanto di “KM zero” ma chi lo predica ora dov’era negli ultimi decenni…. su un altro pianeta? Chi ha fatto qualcosa quando ci hanno impedito di vendere il nostro latte al vicino di casa? Chi ha permesso questo? Perchè per vendere il nostro latte in azienda non possiamo riempire una bottiglia con un (comunissimo) mestolo ma dobbiamo prendere la macchinetta da mettere fuori o nei vari negozi? Per carità sono iperfavorevole alle macchinette distributrici di latte ma comunque ci è stato impedito per molti anni anche questo. Ha ragione Corsaro quando dice che un pò di politica ci vuole, anzi per meglio dire, ci vorrebbe tutta un’altra politica.
    Scusate il lungo sfogo ma era lì in mezzo al gozzo e….

    Marina

  9. 9

    Corsaro dice:

    Si! bisogna fare un distinguo tra condotte e torre di controllo.

    Marco per parlare e riconoscere la qualità bisogna avere le competenze che sono un giusto equilibrio tra tradizione e innovazione.
    Per esempio la carne che si compra oggi (canali classici) e tecnologicamente a posto ma organoletticamente povera.

  10. 10

    Corsaro dice:

    @Marina: la politica deve tornare ad essere protagonista e sganciarsi dalla sudditanza delle lobby.
    SCUSATE, HO BEVUTO!

  11. 11

    Luca Ripellino dice:

    Grazie Marina per il tuo intervento, lo quotiamo in toto! Già, i km zero come novità assoluta e innovativa per far la spesa: ma perchè fino a 2 anni fa nessuno batteva ciglio sulla frutta (locale) che marciva a terra, mentre nei supermercati si comprava solo quella che arriva dall’altra parte del paese (o magari del mondo)? Credo che in provincia di Cuneo, ad esempio, nella gdo (che ai contadini fa la guerra, e se ne vanta anche…) sia più facile trovare pere che arrivano dalla Romagna che da Saluzzo, e quando quelle romagnole finiscono, ci sono smepre quelli importabili da Cile e Argentina; semplice, neh?! E finora non se n’è mai accorto nessuno? Strano: vien da pensare che a) se ne sono accorti ma conveniva a tutti far finta di nulla, oppure b) non se en sono accorti veramente, ma allora lo stipendio che lo prendono a fare?! Ottimo intervento Marina.

  12. 12

    Corsaro dice:

    Mi informano che Leo Rieser ( che ha commentato sopra) è il fiduciario della condotta di Slow Torino. URCA! Un vero lento tra noi che andiamo di corsa: siam corsari…
    Come ho già detto prima bisogna fare un distinguo tra l’incrollabile operato delle condotte e la sala macchine di Bra (oltretutto mi risulta totalmete slegato dai capoccioni braidesi). Comunque: benvenuto Leo tra i Corsari, tra i contadini piemontesi e non solo, tra tutti quelli che, fossero stati invitati a terra madre, avrebbero potuto dire la loro. Fare finta che non esistiamo non serve a nulla. Io sono nessuno, ho solo iniziato a scrivere ma sai quanti ne ho già conosciuti di cattivi, incazzati e stanchi come me? Tanti: in lungo in largo e TRASVERSALI (pure!) Tantissimi che hanno solo un problema, per ora: non sono coscienti della loro forza e delle loro possibilità e, scusa se poco, dei loro diritti. Perchè, cari i miei lettori, anche se sono un contadino piemontese, italiano della provincia Granda, area non svantaggiata, HO DEI DIRITTI!

  13. 13

    mic dice:

    Mi spiego meglio o provo, anche perchè a me è stato illustrato più o meno velocemente. Faccio l’esempio del lardo di colonnata (anche se è ancora tra i presidi): sappiamo tutti che da quando è stato riscoperto anche tramite i presidi, ovunque tu vai trovi il “lardo di colonnata” e poi magari vicino ci scrivono che fa parte dei presidi e alè.. tutti ci cavalcano. E’ vero, fa parte dei presidi ma SOLO quello prodotto in una certa maniera, fatto stagionalmente e non tutto l’anno, stagionato in certo marmo e non in vaschette di inox,diciamo, tutto secondo una tradizione, secondo certe ricette ecc. Ora per evitare che tutto il lardo di colonnata venga spacciato per quello del presidio è stato fatto un marchio ( non c’è la chiocciola) che verrà attaccato al prodotto, i produttori si associano e si danno un disciplinare rigido. C’è un autocontrollo ed un controllo da parte di tecnici di sf, che il tutto venga rispettato. E’ chiaro che sf non certifica o meglio non fa controlli su sofisticazioni, biologico, truffe od altro ma su come viene prodotto, con quali materie prime ecc. E chi può farlo meglio di sf? Non credo altri; sono loro che hanno “scoperto” – scusate il termine- il prodotto , la lavorazione, sono loro che hanno portato avanti tutta la storia. Vista questa situazione , molti hanno preferito non aderire. Controllare è inteso in questo senso.

  14. 14

    Fabio Cavallari dice:

    M’intrometto con una certa cautela, diciamo così con un “passo a lato”, da osservatore non specializzato del settore. Corsaro giustamente afferma, giocando sull’ironia della sua presunta ebbrezza, che la politica dovrebbe tornare ad essere protagonista e sganciarsi dalla sudditanza delle lobby. Egli ovviamente non parla della politica politicante, ma della Polis. Io credo che sia questa a mancare. Il legislatore non può essere un semplice dispensatore di provvedimenti burocratici. La “casa” non ha bisogno solo di un diligente amministratore che tenga a bada le spese correnti, o talvolta quelle straordinarie, “l’abitazione” necessita di una profonda riprogettazione, forse anche di demolizioni, sicuramente di idee nuove, provocazioni, di pragmatismo certo, ma anche di una prospettiva altra rispetto al consolidato. Abbiam bisogno di Polis, dell’attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica. La peculiarità della polis greca non era tanto la forma di governo democratica od oligarchica, ma quella che loro chiamavano “isonomia”, cioè il fatto che tutti i cittadini liberi soggiacessero alle stesse norme di diritto. Abbiam bisogno di una nuova “agorà”!
    In quanto a pere o mele che arrivano dal Cile o dall’Argentina, confesso di invidiare Luca. Dalle mie parti (Luino, lago Maggiore), infatti, mi potrei dire soddisfatto se trovasi almeno quelle Romagnole…..Alla Coop (dico Coop) nemmeno l’ombra…

  15. 15

    Luca Ripellino dice:

    Nulla da invidiare Fabio, tranquillo: io sono di Novara, e ho la tua stessa situazione; l’esempio del cuneese lo conosco perchè riferitomi da Corsaro, e so per certo che la situazione è identica nell’alessandrino, dove anche lì la frutticoltura non è poca cosa… Prendo atto di ciò che afferma Mic circa il lardo di Colonnata, e relativo presidio: è una realtà che non conoco, quindi assolutamente non mi esprimo. Dico però che probabilmente, come in tutte le cose, ci sono lati certamente buoni e positivi, altri un attimino più torbidi: il nostro amico Rossello, produttore di una straordinaria robiola di Roccaverano, si è tolto dal presidio proprio a causa del disciplinare che questo imponeva: ma nel senso che se n’è fatto uno lui tutto suo, che corrisponde molto semplicemente a ciò che gli ha insegnato suo padre, e così fa 2 lavorazioni al giorno, ciascuna dopo ogni singola mungitura… Il presidio, in quel caso, lascai molto più spazio, anche per quel che riguarda la possibilità di impiegare anche un pò di latte vaccino: ne viene fuori un prodotto sicuramente buono, nessuno dice che faccia schifo o cose simili, ma con la robiola “dura e pura” ha poco a che vedere. Mi si dirà: il latte vaccino si aggiunge nel periodo dell’anno in cui le capre non producono. Vero, però Rossello quando le capre non producono latte, anche lui di conseguenza non produce formaggio, e (per la cronaca) non credo sia miliardario, credo sia solo questione di anima da mattere dentro a un prodotto, più “certificante” di tante etichette… Di Colonnata, ripeto, non so nulla. Impegni di lavoro non mi consentiranno di parteciapre al dibattito fino a lunedì, per chi non si rompe prima, buona continuazione, e a risentirci alla prox settimana!

  16. 16

    mic dice:

    Ti confondi Luca, è il disciplinare del roccaverano dop che permette l’aggiunta di latte vaccino, NON quello dei presidi.

  17. 17

    Luca Ripellino dice:

    Sarà, cmq Rossello si è tolto da Dop e presidio…

  18. 18

    mic dice:

    Era solo per precisare

  19. 19

    Corsaro dice:

    Mic, è un pò pesante la tua affermazione sulla paternità di ghiotte scoperte, come il lardo. Diciamo, per amor di pace, che SF ha fatto la sua parte, o meglio che tante brave persone, COME LINO, hanno creduto (e credono) operando, cercando, proponendo prodotti ghiotti. Quindi grandi sforzi di condotte (la base) e gli applausi al grande occhio o torre di controllo.
    Secondo me è qui che nasce l’equivoco: la torre di controllo ha detto che il gusto è un diritto di tutti. Molto romantico, da veri pasionari: MA IO VI AMO TUTTI VOI DI BRA, MA COME E’ POSSIBILE QUESTA COSA? Non è sostenibile, lo dico con dolore ma, di fatto, non è sostenibile è ha portato in tavola certe problemi, come l’onnipresenza di lardo di colonnata in similpelle. Come la presenza di più tonni rossi nei ristoranti che nei mari.
    Ma perchè siamo caduti a fare il processo dei fatti e delle intenzioni: torniamo in topic, torniamo a pensare come RIDARE, MATERIALMENTE, IL PALCO AI CONTADINI ITALIANI.

    @FABIO: il tuo intervento è prezioso in un mondo senza memoria storica. La polis Greca! Si hai anche ragione: una politica fatta dai cittadini.
    Ma non so sinceramente se gli italiani sono pronti per questo impegno. Non siamo un popolo coeso: qualunque forma di governo ci cada addosso l’importante e che il mio cane è più bello di quello del vicino. E su queste divisioni e competizioni qualcuno ci ha marciato allegramente. W L’ITALIA.

  20. 20

    mic dice:

    Paternità per modo dire, intendo che la storia dei presidi nasce con sf e quindi è assurdo che sia qualcun altro a sostenere, verificare, controllare. Ma questo vale per quel marchio, punto. Se poi, un domani, raccogli attorno a te un po’ di produttori di salami di oca e fai un marchio, sf mica mette il becco (d’oca). ciao

  21. 21

    Corsaro dice:

    Beh, solo allevatori di oche?
    Comunque già fatto, ma non per fare circoli semi-privati.
    Sai Mic, sembro un capobranco ma sono molto più democratico di come mi presento. Quando serve, capisco il valore dell’alleanza. E chiaro che scelgo i miei alleati tra gente leale, pulita e tosta. Purtroppo il campo si restringe…Ciao

  22. 22

    mic dice:

    Nessun dubbio sulla democraticità.ciao

  23. 23

    sciabolone dice:

    corsaro: ti faranno presidente ad honorem? ti sei rammollito? dove è il corsaro che faceva colazione con filo spinato?

  24. 24

    Corsaro dice:

    Non è questione di rammollire. Nessuno qui è un rammollito. Ne i Corsari che hanno sostenuto le loro ragioni ne gli ospiti che sono intervenuti a difendere la loro bandiera. Grandi sono stati gli apporti degli amici e conoscenti.
    Forse qualcuno si aspettava tutt’altre reazioni, compreso il fantomatico sciabolone? Mai sottovalutare il nemico, cara la mia sciaboletta!

  25. 25

    G.T.Agricoltori dice:

    Che dibattito!!!!
    vorrei chiarire 2 o 3 cosette anche se sono di parecchi commenti fa:
    1) le pesche non sono piene di pesticidi (meglio chiamarli fitofarmaci), in Romagna dove coltiviamo molte pesche abbiamo dei disciplinari di produzione anche molto ristretti, ma senza fitofarmaci non si raccoglierebbe quasi niente. Con poca produzione avrebbero un alto costo se vogliamo ricavarci qualcosa.
    Senza fitofarmaci non è detto che sia di maggior qualità, e poi glielo spiegate voi ai consumatori che anche se non è perfetta da vedere è buona lo stesso????
    negli ultimi 3-4 anni abbiamo ridotto i trattamenti di un 30% circa, ma il problema e qui bisogna fare attenzione, tolgono dal commercio certi fitofarmaci, ma tolgono quelli che costano poco e che hanno un buon effetto, poi ci lasciano usare certi prodotti che hanno poco meno effetto, però CI TOCCA fare il doppio dei trattamenti, che è peggio per tutti!
    2) attenzione a parlare di Km.0, giustissimo cio che dice Marina Lussiana, ma non possiamo riempirci troppo la bocca con il concetto Km.0, in Italia abbiamo prodotti da esportare all’estero, e anche da regione a regione, non vorrete mangiarvi tutti i vostri formaggi e bervi il vostro vino!!!!!
    In quanto alla politica Corsaro, dopo quello che ho imparato oggi, per stasera meglio che io non parli di politica altrimenti potrei esagerare!
    infine hai ragione gli agricoltori non sono consapevoli della forza che avrebbero se fossero uniti e non sono consapevoli dei propri diritti, anche per colpa di chi ha interesse che noi rimaniamo divisi e poco informati. l’informazione è utilissima!

  26. 26

    lino c. dice:

    Corsaro
    ho letto con tanto interesse i vari commenti, ma
    permettimi una battuta, visto il dibattito e i commenti
    (avresti bisogno di un Salone tutti i mesi) d’altra parte
    carne al fuoco l’occasione ne porta,niente avviene per
    caso, noi siamo quello che mangiamo,ma anche frutto
    delle esperienze che facciamo,positive o negative che
    siano, e non meno siamo anche figli di un ambiente.
    Sono stati toccati tanti argomenti,non voglio entrare
    in merito,ma una cosa che può aiutare il consumatore
    la vorrei dire, riguardo la robiola Roccaverano Classica
    per intenderci, solo Capra,ha la base del bollino colore
    beige,mentre l’altra può essere per due terzi vaccino
    la base del bollino del consorzio è invece color bianco.
    @ Luca che saluto, vorrei dire che se organizza una
    serata per la Tufeja di non dimenticarmi,sempre se…..

  27. 27

    A.R. dice:

    Ciao Corsaro, sono un tuo concittadino saviglianese.
    Seguo con interesse e curiosità la discussione sui giornali locali che hai sollevato relativa ai costi (elevati) della fiera madama la piemonteisa. Vorrei aggiungere ( non so se los ai) i costi che il comune si è fatto carico per l’iniziativa terre dei savoia. sembra che siano circa 20000 euro che il comune sborsa per potere esporre i suoi prodotti tipici nella vetrina terre dei savoia presso eattaly di torino. prodotti locali? sarebbero poi 2, mla bistecca madama e i pnon fatti a levaldigi. solo che, la bistecca, non possono esporla perche i macellai torinesi non vogliono, visto che non c’è marchio registrato rivendicano la paternita di tale piatto, e i pnon sono fatti da un solo produttore. mi viene da pensare 20000 euro di sodi nostri per fare una pubblicita cosi limitata?
    un ultima cosa ti chiedo: limpegno tuo a fare chiarezza da libero cittadino dove finisce? e dove inizia quello di aspirante politicante dato che tra sei mesi si va al voto amministrativo?
    non ti arrabbiare ma, sai, di profeti il mondo è pieno.
    A.R.

  28. 28

    Corsaro dice:

    @Gianfranco: hai fatto bene precisare le modalità di coltivazione della nostra frutta. La storia dei prodotti che costavano poco eliminati in favore di altri che costano assai è comune anche in zootecnia. Vergogna!

    @Lino, grande Lino! La tua partecipazione al dibattito è gratificante oltre che importante. Lino è un esempio di bottegaio “come deve essere”. Poche chiacchere e una immensa competenza che ha le sue radici in una vita di attività famigliare. Lino è un grande buongustaio (e si vede) lancia quasta idea di una Tofeja che mi solleteica il gargarozzo. Ne parliamo?Inoltre Lino è il fiduciario della condotta SF di Como! Uno di quei duri&puri che ha fatto slow, gli ha dato credibilità perchè ha parlato al cuore della gente.

    @A.R. Non è educato presentarsi con solo iniziali che tutto dicono e niente dicono.
    Rileggiti il commento di Fabio Cavallari (n°64) li trovi spiegate le ragioni di un “dovere” di cittadino quello di dedicare un po del suo tempo alla polis. Le “deleghe” ci hanno portato al caos…devi anche sapre che le mie interrogazioni non sono solo fatte in nome di libero cittadino ma anche di tecnico del settore. E’ il mio mestiere che viene messo in vetrina, permetti che a colpo d’occhio un contadino e imprenditore, non veda certe cose?
    In merito alla faccenda Terre dei Savoia e gettoni vari dico solo che non è questione di cifre ma questione di ritorni per la comuntà. Capito? l’indotto, bisogna che ci sia indotto che è il volano per la nostra economia locale. Se non c’è questo, se i benefici vanno a pochi, soliti ignoti, non è cosa buona pulita e giusta.
    Io miro alla presidenza degli Stati Uniti of America che me ne faccio di una poltrona saviglianese?
    Dormi tranquillo A.R. che il mio mestire è fare l’agricoltore, libero sintende!

  29. 29

    Coca dice:

    non avevan solo da spostarsi corsaro, sono utili come bandierine.
    il salone del gusto è buona cosa e fa bene alla città di torino, i 2/3000 euri per lo stand si ammortizzano, tant’è che tutti o quasi ci ritornano.

  30. 30

    G.T.Agricoltori dice:

    Corsaro: mi sono limitato alla frutta perchè conosco meglio, ma ci credo benissimo che sia così anche per voi! abbiamo un’ agricoltura in parte diverse, ma stessi problemi è per quello che dovremmo unirci!

  31. 31

    G.T.Agricoltori dice:

    una domanda corsaro, vedo che riprendi chi non si firma o mette solo iniziali, non è che ti succeda come noi (nel nostro sito) che tempo fa scriveva gente con falso nome e ci criticava (per non dir di peggio), poi probabilmente dietro ai nomi falsi c’erano….i “culi pallidi”!?!?

  32. 32

    Corsaro dice:

    A sicuro! poi sono anche stupidini perchè ho l’IP registrato, volendo risalgo. ma non mi interessa, l’anonimato, se non maleducato, va rispettato. Serve anche quello…

    @Coca (ina?) banderuole?
    Sai cosa è la Soya Solidaria?
    Un regalo delle imprese a questa povera gente, una proteina vegetale, a buon mercato, anche per sfamare bambini. Ma hanno cominciato a smetterla di usarla quando hanno capito che era soya-trans.
    Siamo a Buenos Aires mentre certa nomenklatura, anche italiana, passa il suo tempo tra un night e l’altro (facendosi e trombandosi a vicenda) la coltura della soya-trans sta mangiando tutto, sta mangiano la terra ai legittimi proprietari. Leggo del caso di Silvino Talavera un bambino ucciso a 11 anni perchè esposto alle irrorazioni del roundup.
    Banderulole?

  33. 33

    Coca dice:

    bandierine, segnali di svolta, tracciafile, chiamali come vuoi, la funzione è quella.
    kapito?

  34. 34

    Corsaro dice:

    Per te un bambino di 11 anni morto da raundop, dopo sofferenze certe, è un tracciafile?

  35. 35

    AlbertoM dice:

    abbiamo trovato un personaggio con un nickname veramente azzeccato: COCA.
    ma spiegaci, COCA, sei sempre stato …..così, o sono gli effetti del raundup che ti fanno fare certe considerazioni?
    veramente strano che il corsaro non ti abbia ancora bannato

  36. 36

    sciabolone dice:

    dai corsaro liscia un pò le penne al coca-inomane

  37. 37

    Corsaro dice:

    No, niente guerre a questo signore che, con le sue affermazioni, ci presenta tutto il suo essere…
    Perchè non mi sembra che scherzasse.

  38. 38

    Tommaso Farina dice:

    Bisognerebbe leggere qualcosa di più sulla morte di quel ragazzino. Le cause sono accertate? L’Organizzazione mondiale della Sanità considera il RoundUp totalmente innocuo. Enrico Sala, professore di Biotecnologie alla Statale di Milano, sotiene anzi che è peggio ingerire un cucchiaio di sale che un cucchiaio di RoundUp.

  39. 39

    Luca Ripellino dice:

    Con tutto il rispetto, mi chiedo: lui l’ha mai ingoiato? Nel caso non l’abbia fatto, perchè non se ne ingoia un bel cucchiaio oggi stesso? Non male poter essere la prova vivente di ciò che sostiene attraverso i suoi studi… E cmq, al di là di ogni considerazione, certo non è innocuo per ambiente, terreni, microrganismi, falde acquifere, ecc ecc…

  40. 40

    Luca dice:

    Che tradotto in italiano vuol dire??

  41. 41

    Alberto M. dice:

    e solo spam. non cliccate sul nome può essere pericoloso. il commento va rimosso in fretta

Spiacente, i commenti sono chiusi.

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