Corsari del Gusto®

liberi pensieri di un contadino della provincia di Cuneo e dei suoi amici

VERSO L’ACCESSO DIRETTO AL S.I.A.N. DA PARTE DELLE IMPRESE AGRICOLE

Riceviamo in continuazione  segnalazioni  ed iniziative di contadini che si son rotti di sottostare al regime.  Di seguito riporto una notizia veramente interessante. Date anche una occhiata al sito dell’U.N.I.C.O (vedi sotto il link) veramente eccezzionale!

LA DENUNCIA: danno erariale e abuso di ufficio per le Regioni che non provvedono!

UNICO Agricoltura (leggi) è pronto ad inoltrare l’esposto denuncia in sette procure regionali della Corte dei Conti nei confronti di altrettanti funzionari degli assessorati regionali all’agricoltura responsabili del procedimento di accesso telematico al SIAN, qualora dovessero impedire che le imprese agricole possano provvedere DIRETTAMENTE ED IN PROPRIO a svolgere i servizi (domande PAC, aggiornamenti – catasto, inps,ecc. – e validazione fascicolo aziendale, denuncia animali e latte, vitivinicolo, assegnazione carburanti agevolati, domande di finanziamento, ecc.) connessi alla tenuta del “fascicolo aziendale”. Le Regioni interessate dalla azione di UNICO Agricoltura, che è a livello nazionale, sono: Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Lazio, Marche e Puglia.
La gestione in proprio e diretta, ai servizi e validazione, del proprio fascicolo aziendale a cura della stessa impresa agricola è prevista dalla legge (D.P.R. 503/99 c.d. art. 14 e 15, D. Lgs 99/2004) come strumento ordinario e prioritario in quanto l’anagrafe agricola nazionale tenuta dal S.I.A.N. è a tutti gli effetti una banca dati pubblica (D.Lgs 173/98). Il danno erariale causato dalla Pubblica Amministrazione che impedisce l’accesso diretto delle imprese agricole al SIAN è diretto e determinato: l’impresa così impedita per poter provvedere alle incombenze è costretto a rivolgersi ad una delle società CAA. Le società CAA per la tenuta di ogni “fascicolo aziendale” incassano un contributo capitario di denaro pubblico il quale non è dovuto dallo Stato se il fascicolo aziendale è tenuto direttamente dalla impresa agricola. Pertanto l’omissione, quando consumata, fa gonfiare indebitamente gli incassi dei CAA a danno dello Stato.
A loro volta le imprese agricole denunciano problemi di riservatezza dei dati personali poiché i tecnici dei CAA non sono soggetti scelti in base a rapporto fiduciario e, infine, esse subiscono un esborso indebito ingiusto, un vero e proprio danno, poiché pur elaborando le pratiche in proprio è costretta a farle trasmettere da un CAA il quale pretende un onorario, un costo in più dovuto alla omissione consumata dalla P.A. regionale.

La proposta: i soldi per i C.A.A. vengano dati direttamente alle imprese agricole!

Ma UNICO Agricoltura intende andare oltre, memore del tentativo operato dai CAA nel 2007 di avere il monopolio dei P.S.R. e dei servizi amministrativi finanziati dalla apposita misura del P.S.R. e stoppato dall’Antitrust, avviando una vertenza con cui chiedere il DISACCOPPIAMENTO DEGLI AIUTI AI SERVIZI AMMINISTRATIVI: I SOLDI DESTINATI PER I SERVIZI AMMINISTRATIVI ALLE IMPRESE AGRICOLE, DEVONO ESSERE “DISACCOPPIATI” CIOE’ DATI DIRETTAMENTE ALLE IMPRESE AGRICOLE. Esse, in totale autonomia e libertà, provvederanno ai servizi amministrativi.
Si tratta di integrare la “condizionalità” prevedendo un maggior importo del Premio Unico P.A.C. alla impresa agricola che introduca l’uso della telematica in azienda mettendola in rete (e non solo per il fascicolo aziendale, ma anche per il mercato alla produzione, per il quaderno di campagna, la sicurezza, le assunzioni e lo smaltimento rifiuti). UN AIUTO DISACCOPPIATO PER LA INNOVAZIONE!!!

UNICO Agricoltura fa presente che sarebbe un grave danno di immagine per l’agricoltura italiana se non fosse reso possibile l’accesso diretto al S.I.A.N. dei diretti interessati al servizio. Infatti di tutte le banche dati e registri pubblici italiani (Anagrafe Tributaria, Registro Imprese, P.r.a., Conservatoria, Catasto, ecc.) sarebbe l’unica in cui l’accesso è oneroso e non libero! Cioè una scandalosa negazione della innovazione per cui solo in agricoltura si avrebbe bisogno di un intermediario parassita oneroso!
A tal proposito UNICO Agricoltura fa osservare come la indebita riserva della validazione del fascicolo aziendale in favore delle società C.A.A.  ripete l’errore dei conflitti di interesse del passato che tanti danni hanno fatto all’agricoltura italiana (quote latte, ecc.).
L’AGEA, l’Antistrut e il C.n.i.p.a. intervengano – come da noi richiesto il 14-22/12/2008 – per rendere operativo l’accesso diretto al proprio fascicolo aziendale che è motore di innovazione delle imprese agricole. Confidiamo nel Ministro Luca ZAIA che ha già diramato precise indicazioni per la semplificazione.

UNICO Agricoltura, Il presidente nazionale, Antonio De Franco

U.N.I.C.O. – Unione Nazionale Italiana Commercio Ortofrutticolo
Tel.

 

059 776 777   fax 059 771 442   E-mail: unico.ortofrutta@libero.it

 Via Jacopo Barozzi, 10 – 41058  Vignola  (Modena)                       
U.N.I.C.O. – Divisione di Settore Agricoltura
Direzione Nazionale C/o Rag. Antonio De Franco
Via Quinto Ennio n. 35 – 72021 Francavilla Fontana (BR)
Tel. 0831/85.99.16 – Fax. 0831/81.01.95
 
 Che roba neh? Sempre più incazzati! Chiaro che la cosa va vista in relazione alle capacità, reali o no, del singolo agricoltore di fare lo scribacchino. Io sare in grado, e il tempo lo trovo come trovo il tempo di stare in rete (23,30) Buonanotte! (By Corsaro) 

25 Commenti »

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25 Risposte a “VERSO L’ACCESSO DIRETTO AL S.I.A.N. DA PARTE DELLE IMPRESE AGRICOLE”

  1. 1

    Gianfranco dice:

    ATTENTI!!!! vi do un consiglio non fidatevi di questo signor De Franco! ho avuto modo di conoscerlo, non è un agricoltore, quasi quasi direi che li vuole solo prendere in giro!!!
    ATTENTI!!!!

  2. 2

    Corsaro dice:

    Non lo conosco, ho solo ricevuto e pubblicato, dopo aver accertato la fonte, tale iniziativa. Certo, mi chiedo, come possa un contadino stare dietro al fascicolo aziendale: è burocrazia allo stato solido! Il tempo! Dove lo trova? Personalmente la cosa mi intriga, il tempo io,lo trovo. Comunque, caro Gianfranco, è chiaro che molti avvoltoi, vestiti da educande, voleranno sulle nostre teste ma stai tranquillo che dopo anni di cattive frequantazioni siamo immunizzati! In questo caso però mi sembrano (vedi il loro sito) cose interessanti…boh.

  3. 3

    Marco dice:

    Il Fascicolo Aziendale in Piemonte sul PSR per le domande agricole (121) lo apre il CAA, a gratis.
    Le domande PSR in Piemonte possono essere fatte tramite CAA oppure in proprio con procedura informatica su sistema.piemonte
    In effetti ben vengano i CAA visto che in qualche valle so di vacche che risultano ancora in alpeggio…

  4. 4

    Corsaro dice:

    Sono in settimana bianca. Siamo nel paese di poulcinella no?

  5. 5

    Gianfranco dice:

    Corsaro: Ti do 2-3 esempi: 1) nella zona di latina voleva far credere che in stato di crisi (degli ortaggi x loro mi sembra nel 2006) potevano non pagare i contributi inps, diceva di non pagare e di consegnargli a lui i mod. e 100EURO e ci avrebbe pensato lui.
    2) voleva far credere che si poteva non pagare i contributi della bonifica bisognava consegnare alui cartelle (per questo è stato denunciato) certi che gli hanno creduto hanno rischiato multe salate e pignoramenti.
    3) Lui sa benissimo che gli agricoltori usano poco internet, ma se glielo dici, ti risponde che ha lui personale specializzato a farlo e dopo devi pagare lui.
    4) quando siamo nati venne da noi, perchè lui gira dove sa che c’è “rumore” poi ci disse chiudere sindacati e coop.ve e affidarsi a lui, perchè il suo “socio” è commerciante in frutta e qualcuno è rimasto fregato.
    ripeto: attenti
    Ps. quelli di Latina ci hanno riconosciuto che avevamo ragione a dire che era un “truffatore”!

  6. 6

    Luca Ripellino dice:

    Marco: non so se diciamo la stessa cosa o no, io ti posso assicurare che i CAA, per presentare alle Province competenti domande di PSR (almeno per quanto riguarda le misure 112 e 121), si fanno dare dall’azienda agricola committente una cifra media di 200-250 euro, che diventano addirittura di più in caso di domande e/o aziende con molti dati da inserire, e quindi più tempo da dedicare… Ho sentito personalmente parlare addirittura di 400€ in certi casi, decisamente tanti (TROPPI) per domanda che oltretutto, e parecchie volte, sono compilate coi piedi, o a seconda della soggettività del tecnico che la compila… Sia chiaro, non intendo dare la colpa ai tecnici: quelli fanno fin troppo, eormai sono quasi esclusivamente ragazzi giovanissimi con contratti a tempo e stipendi bassissimi; ciò che contesto è il “sistema”, il solito discorso delle fette grandi e piccole da far saltar fuori quando si taglia la torta!! Bella come metafora, neh?!

  7. 7

    Luca Ripellino dice:

    Cmq, a parte ciò che ho scritto, devo dire che ha colpito anche me quello che ha scritto questo signore: non so chi sia, non lo conosco e non lo giudico; dico solo che merita un’attenzione e un giudizio positivo il fatto che ci sia sempre più gente che si è rotta le scatola dei soliti sistemi, e che cerca via alternative… Parlando a titolo personale, faccio solo un mio commento a quanto proposto: sono assolutamente d’accordo col DOVER dare la possibilità all’azienda agricola di gestirsi (tempo e capacità permettendo) telematicamente le proprie pratiche burocratiche, che sono enormi…. A riguardo sono per il libero mercato: questa possibilità ci deve essere, poi uno sceglie come vuole: chi può, è capace, ha tempo e voglia si ggiusta da solo; chi non vuole, si rivolge ai CAA e paga quel che c’è da pagare. Naturalmente il tutto sotto rigide e severe forme di controllo, affinchè non possa trovare spazio colui che si fa il fascicolo aziendale e/o le pratiche da solo cercando pure di fare il furbo, e raccontando che a gennaio, in montagna, coi 4 metri di neve attuali del Piemonte, ha le vacche in alpeggio…. Quel che però a mio parere non esiste e non può stare in piedi è il discorso dei contributi alle aziende che fanno questo passaggio generazionale: basta con la logica die contributi anche per comprarsi la carta igienica!! L’incentivazione non può essere il contributo: l’incentivazione deve venire dal mercato, dal “mondo” stesso, dalla società, dalla voglia di stare al passo coi tempi: tempi che sono cambiati, con l’agricoltura che in qualche modo deve cmq evolversi, perchè non si può fare sempre tutto come lo faceva il bisnonno cent’anni fa… Un tempo, per fare un esempio a caso, quando lavorava il bisnonno il letame era una risorsa, ed era manna per il terreno; oggi purtroppo, grazie all’agricoltura intensiva, ai mangimi, agli antibiotici e a tutte le altre diavolerie il letame è diventato un concentrato di schifezze: ben vengano quindi leggi tipo la normativa nitrati, atte a regolare questi spargimenti in modo controllato, che guarda caso le industrie travestite da aziende agricole (cioè le soccide) vogliono continuamente eludere, spandendo la domenica o di notte, quando i tecnici preposti ai controlli non lavorano, naturalmente col silenzio-assenso di associazioni di categoria e compagnia cantante!! Altro che incentivazione con contributi… l’incentivazione deve nascere dalla consapevolezza che internet, se usato bene e a scopi puliti, leciti e legali, è uno straordinario mezzo di informazione e comunicazione, attraverso il quale essere sempre aggiornati in prima persona, e soprattutto grazie al quale si può far sentire la propria presenza e la propria voce, senza vedersi manovrare a piacimento dal solito sistema che fagocita ogni cosa e ogni uomo.

  8. 8

    Marco dice:

    2 precisazioni:
    le vacche ancora oggi in alpeggio non sono per fregare sui contributi quanto perchè i marghè di turno non riescono a stare dietro alla burocrazia (giusta o sbagliata che sia) e non comunicano neanche al loro CAA l’avvenuta demonticazione.
    Sul pagamento CAA: io facevo riferimento all’apertura del fascicolo, che è gratuita. La presentazione delle domande è un’altra cosa, e ci mancherebbe altro che il CAA non si facesse pagare! Anzi è troppo concorrenziale per un libero professionista!

  9. 9

    Marco dice:

    Aggiungo: da tecnico mi sono rotto veramente i coglioni di dover continuare ad integrare domande PSR o simili con continue banalità. Il perchè è chiaro: la PA non riesce a stare dietro a tutto e quindi prende tempo mandandoti indietro i progetti, senza leggerli. Si valuta solo la forma: se il titolo è giusto, il contenuto può essere il testo della Béla Gigogin e tutto è ok.
    Dopo di che io credo il contributo in quanto tale sia uno sfasamento del sistema, su questo sono d’accordo. Ma questo perchè il contributo non è visto come un aiuto specifico ma come aiuto generico. L’esempio è il boscaiolo che acquista il macchinario perchè c’è l’aiuto, non perchè gli serve. Allora si allarga il discorso all’imprenditorialità di certe imprese.
    Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte: a seguito delle integrazioni che io devo fare, dopo gli impegni veram difficili da mantenere da parte del beneficiario, si assiste sempre al ritardo di pagamento… cari corsari scusate, oggi sono poco organico, ma la settimana inizia facendomi incazzare!! Spero di tornare presto nei boschi…

  10. 10

    Luca Ripellino dice:

    Ho capito Marco cosa intendevi dire, e credimi che su inefficenza e disorganizzazione della PA potrei scrivere non un libro ma un’enciclopedia…. Su questo, nessun dubbio. Intendevo solo precisare alcuni punti: quello delle vacche ancora in alpeggio era solo un esempio; ovvio che in tanti casi la mancanza di tempo rende impossibili certe operazioni, ma ci sono aziende che dichiarano (sempre ad esempio) vitate delle particelle di terreno che invece sono boschi….per non parlare di altre bestialità sempre legate ai contributi! Vedi, io non ce l’ho con il sistema che elargisce contributi, nè con chi ne fa richiesta: solo che bisogna finirla con la cultura inculcata dalla PA, che non aveva mai nulla di vero SOSTEGNO alle attività imprenditoriale, ma solo mero mercato di voti, finendo per far solo opere di inutile assistenzialismo: mi fanno schifo ad esempio i contributi dati solo per aver seminato i terreni…. Ma ci si rende conto di dove si finirebbe se tutto il mondo funzionasse così?! Immaginati: io e te ci iscriviamo all’università, corso classico di 5 anni; tu sei un genio, bruci le tappe e al 5° (non un giorno di più) discuti la tesi e ti laurei con 110 e lode; io sono un asino, se va bene supero 2 esami all’anno, dopo 10 anni dall’iscrizione sono ancora lì fuori corso con compagni di studio che tra un pò potrebbero sembrare miei figli….però, siccome entrambi abbiamo avuto il merito di iscriverci, becchiamo entrambi la borsa di studio… L’esempio è banale, forse idiota, ma credo che renda non poco l’idea: cioè, a nessuno frega qualcosa di come uno produce, di come lavora, di cosa vende, di cosa da lui coltivato diventa cibo per altre persone… Interessa solo che abbia acquistato la semente, che abbia trattore e seminatrice (possibilmente sempre nuovi…) et voilà il gioco è fatto, il resto conta nulla! Questo volevo dire quando citavo i contributi dati per l’innovazione informatica: ferme restando tutte le lacune possibili e immaginabili del sistema, basta con il pensiero che in agricoltura ad ogni frusciar di foglai deve correre ai contributi…

  11. 11

    Luca Ripellino dice:

    Cmq, al di là di tutto, hai detto una verità sacrosanta: i ritardi nei pagamenti sono vergognosi, una distorsione netta in un meccanismo già malato di suo.

  12. 12

    Marco dice:

    Sui contributi dati in stile assistenziale sono d’accordo, ma oggi siamo ancora “vittime” della prima PAC del ’57. Credo che da quel sistema molti passi in avanti siano stati fatti, vedi ad es. la condizionalità. Era una situazione da cui non si poteva uscire di colpo; credo quindi che viviamo oggi in un male necessario. Poi ci sono le distorsioni da furbetto del quartierino di chi dichiara la superficie vitata un bosco: cosa che conosco bene perchè l’altra assurda pratica del subappalto del subappalto ha fatto sì che i controlli PAC a riguardo li facesse il sottoscritto…
    Escludendo quindi dal contesto il furbetto, effettivamente sarebbero necessarie varie enciclopedie per descrivere tutti i problemi PAC – PSR &C. e quindi capisco i nuovi post incazzati. Nel mio piccolo, l’iniziativa per fare in modo che il contributo non sia solo assistenziale è questa: con un Comune di una valle a caso stiamo discutendo sui nuovi contratti d’affitto per gli alpeggi comunali, legandoli al rispetto di un piano di gestione pastorale. In sostanza va in alpeggio (e prende i contributi…) il marghè più “virtuoso” che lavorerà in un’ottica di gestione globale del comprensorio pascolivo. Almeno spero… vedremo cosa accadrà.

  13. 13

    Luca Ripellino dice:

    E’ un’ottima iniziativa: finalmente basata sulla meritocrazia, cioè sul contributo che non viene dato a cani e porci, ma soltanto (e giustamente!) a chi si impegna, chi ha un progetto e chi lavora bene. Giusto che sia così, da una parte impegni precisi da assumersi e confermare, dall’altra un riconoscimento economico a chi col proprio lavoro finisce per svolgere una funzione anche di tipo sociale. Come dice il proverbio, una mano lava l’altra, con tutte due ci si lava la faccia….

  14. 14

    maurizio dice:

    caro gianfranco sono un agricoltore della puglia che mi sono affidato al sig. DE FRANCO,la quale ascoltando i suoi consigli mi sono salvato la propietà, se stiamo parlando della stessa persona, caro gianfranco ti stai sbagliando di grosso.

  15. 15

    Antonio de Franco dice:

    Il dimostrare con i fatti che subisco ingiustamente la culunnia di essere un truffatore come dice il sig. Gianfranco, la considero una vittoria degli agricoltori che sapranno di avere un amico se, invece, non di calunnia si trattasse ed allora tacerò.

    Ora prego il sig. Gianfranco di spiegare chi, come e quando avrei truffato.
    Ma senza girarci intorno cioè senza intendere per truffa la legittima presa di posizione per difendersi dai soprusi poiché se così fosse ed allora devo pensare che a qualcuno gli sono scattati i nervi e non piace che gli agricoltori o contadini alzino la testa ed aprano gli occhi.
    Ed allora si tratterebbe dell’abbaiare del cane verso le pecore che deviano dal gregge che si rifiutano di farsi docilmente tosare dal padrone.
    Ma quello che conta è abbassare la cresta a coloro che si sono fatti nostri padroni parassiti mentre dei loro fastidiosi cani ci importa di meno anche perché – come noto . can che abbaia non morde!

    Nel merito dell’argomento SIAN rammento che la validazione dei fascicoli aziendali NON E’ AFFATTO GRATIS poiché, non si deve dimenticare, che i 400 milioni di euro che i CAA prendono dallo Stato, da AGEA, sono prelevati dal denaro destinato ai Premi PAC della domanda unica cioè ai nostri aiuti.
    Ora per quale ragione questo fiume di denaro non deve essere dato direttamente a noi agricoltori?????

    Ah, vedete ora il cane non abbaia più!!!

  16. 16

    Corsaro dice:

    Gentilissimo Antonio
    Ammetto che mi era sfuggito il commento di Gianfranco e se non fosse così lo avrei sicuramente cancellato. Certo che hai tutti i diritti a rispondere e farti le tue ragioni, ci mancherebbe! Ma capirai anche tu che in questa sede, par tanto che si faccia, si arriva solo ad un scontro verbale ed è improduttivo. Credo che sia importante per noi contadini la rete perchè ci fa conoscere, come io adesso conosco te. Noi qui abbiamo BISOGNO di conoscere chi si impegna e lotta contro questo assurdo stato di cose; Quindi PARLIAMO di tutto ciò che può servire, le guerre personali, perfavore, lasciamole fuori.

  17. 17

    Antonio de Franco dice:

    Ci mancherebbe!
    Sfondi una porta aperta (diversamente agendo avrei proceduto ad una querela per diffamazione!).

    Non ci sono guerre personali da fare ma è al contempo pur vero che si attacca la mia persona per quello che rappresenta e realizza per la emancipazione, la difesa e la tutela degli agricoltori.

    Faccio, quindi, appello alla Tua generosità e ospitalità e come Tuo ospite Ti chiedo di tutelare la mia persona così da evitare di perder tempo dietro le polemiche e andare nel merito dei problemi.

  18. 18

    Corsaro dice:

    Ecco fatto. I commenti sono stati rimossi. Ora si può ripartire da zero…

  19. 19

    milena dice:

    io vorrei poter avere la visione totale del mio dossier agricolo aziendale completo in ogni sua parte, qualcuno mi sa suggerire cosa debbo fare per averlo? aggiungo che sono iscritta ad un CAA sopratutto perchè attraverso il tesseramento ho la possibilità di avere i risarcimenti su errori dovuti all’ufficio stesso. (cosa che purtroppo mi è successa) ma senza la visione del mio dossier non ho avuto la chiarezza desiderata del fatto accaduto.

  20. 20

    Corsaro dice:

    Gentilissima Milena
    In merito alla tua intelligenza aspetto nuove dall’amico Antonio (http://www.mabonline.org/). Spero a presto di farti sapere.
    Grazie-saluti

  21. 21

    milena dice:

    oggi è cosa rara trovare qualcuno che si da premura per aiutare veramente perciò, Corsaro, in attesa ti ringrazio.

  22. 22

    Antonio de Franco dice:

    Mi scuso ma solo ora ho letto la domanda di Milena avendo visitato il sito senza entrare in questi nuovi commenti.

    Provvedo subito a rispondere rimediando per l’errore.

    la tutela da responsabilità civile professionale (per danni dovuti ad errori commessi nella tenuta del fascicolo aziendale) è più forte e più sicura se l’incarico lo si dà al professionista di fiducia rispetto alla copertura del CAA.

    Infatti il professionista ha molto più da perdere rispetto ad una società a responsabilità limitata qual è il CAA.

    Col professionista si è più cautelati dal rapporto fiduciario che si stabilisce tra impresa agricola e professionista. Invece il rapporto tra impresa agricola e CAA è mediato poiché il CAA, a sua volta, incarica un professionista che il cliente non può scegliere o cambiare.

    Infine i professionisti più avviati sottoscrivono una assicurazione di responsabilità civile (R.C.) per la copertura dei danni prodotti ai propri clienti per errori nella esecuzione del mandato.

    Bisogna avere l’accortezza di verificare che il proprio professionista di fiducia sia assicurato con la copertura dei danni da errori.

    Per quanto riguarda l’accesso al fascicolo aziendale Milena consiglio a Milena di procurarsi la firma digitale (c.d. smartcard) con la quale puoi accedere tranquillamente al tuo fascicolo aziendale e per la domanda 2009 di conferma (cioè senza variazioni) puoi pure validarlo e fare la domanda PAc. Mentre dall’anno prossimo puoi fare la domanda anche con variazioni.
    Ma intanto è importante che Tu possa consultarlo anche se dai il mandato al professionista.

    Per quanto riguarda i CAA sono destinati a cessare in quanto è inconcepibile – OLTRE CHE ILLECITO – che l’uso e l’accesso di una banca dati pubblica, qual è il SIAN, debba essere oneroso venendo consentito pagando il dazio a delle società private ( i Caa) i quali prendono i soldi togliendoli a monte dalle somme destinate alla PAc, cioè togliendoli a noi imprese agricole.

    Cmq gli agronomi hanno introdotto l’accesso diretto telematico dei professionisti al SIAN che è operativo PERTANTO GIA’ DA ADESSO E PER LA DOMANDA CHE SCADE IL PROSSIMO 15-5 POTETE RIVOLGERVI AD UN AGRONOMO RESCINDENDO IL MANDATO AL CAA.

  23. 23

    milena dice:

    Ringrazio per i consigli utili, chiari e semplici da eseguire per ottenere i risultati da me a suo tempo richiesti. Come posso sapere quanto compenso sia stato destinato al CAA e tolto dalla PAC sulle mie domande, (unica, biologica e di indennità compensativa per le quali già pago la somma di euro 300.00)? Grazie – saluti.

  24. 24

    Tiburon (squalo da guardia) dice:

    Gentile Milena le consiglio di scrivere i suoi quesiti direttamente al Sig. De Franco, sul suo blog: http://www.mabonline.org/
    Per evitare inutili attese…
    Grazie.

  25. 25

    milena dice:

    OK

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